Musumeci aveva lanciato un appello alle liste pulite, ma la sua coalizione ha una ventina di aspiranti deputati alle prese con guai giudiziari o che sono figli e fratelli di indagati o sotto giudizio. Ad Agrigento con Forza Italia un ex carabiniere coinvolto nel processo per il favoreggiamento della latitanza di un boss. Tre i casi anche nel centrosinistra
di ANTONIO FRASCHILLA
07 Ottobre 2017
Alla fine ci
sono tutti, nonostante gli appelli, più di facciata che altro dunque, a
liste pulite senza “indesiderati”. Invece eccoli lì i volti che hanno
fatto discutere, a partire da quello di Riccardo Pellegrino, candidato
in Forza Italia a Catania che sosterrà Nello Musumeci: lo stesso che da
presidente della commissione Antimafia aveva fatto il nome di Pellegrino
sollevando dubbi per l’indagine che ha coinvolto il fratello per
associazione a delinquere per fini di spaccio.
Sul nome di Pellegrino si è aperto uno
scontro fortissimo, il fratello è ritenuto dagli inquirenti vicino al
clan dei Carcagnusi.Tanto che Musumeci voleva estendere il codice
Antimafia nazionale anche ai parenti di primo grado, guardando proprio
al nome del consigliere forzista. Musumeci ha cercato sponde in Forza
Italia, ha fatto appelli, ma alla fine non ha trovato alcun soccorso tra
i berlusconiani: l’eurodeputato Salvo Pogliese ha inserito in lista
Pellegrino, poi ha inviato i nomi a Gianfranco Micciché che non ha
battuto ciglio. Risultato? Da ieri è in lista: Claudio Fava definisce
questa candidatura vicina «alla mafia ». Pellegrino, come replica,
annuncia querela al candidato della sinistra: «Apprendo che Fava ha
affermato che io sonoun referente della mafia e che tramite me la mafia
sta tentando di infiltrarsi nelle liste elettorali — si legge in una
nota di Pellegrino, che nel quartiere San Cristoforo a Catania alle
scorse comunali ha preso 700 voti — tali malevoli insinuazioni, del
tutto false e fuorvianti, saranno oggetto di apposita denuncia».
Pellegrino non è indagato, aggiunge il suo legale.
Musumeci, avuta la conferma ufficiale
della candidatura del consigliere comunale forzista, tramite Ruggero
Razza ha fatto filtrare verso i forzisti tutto il suo malessere per
questa scelta. Ma Musumeci alla fine non ha posto veti definitivi.
«Se il codice va applicato con più forza per i parenti, allora le regole devono valere per tutti», dicono da Forza Italia etnea, guardando anche alla recente condanna del padre della candidata in Diventerà bellissima Giusy Savarino: dovrà risarcire 10mila euro all’Asp agrigentina che guidava nei primi anni Duemila «avendo operato in violazione dei principi di correttezza ed imparzialità, come emerso dalle risultanze del processo penale, promettendo, ai soggetti che a lui si rivolgevano, la formazione di una graduatoria a loro favore in cambio di voti per l’elezione della figlia». Per questo motivo era stato condannato dalla corte d’appello nel 2014 con l’accusa di voto di scambio.
«Se il codice va applicato con più forza per i parenti, allora le regole devono valere per tutti», dicono da Forza Italia etnea, guardando anche alla recente condanna del padre della candidata in Diventerà bellissima Giusy Savarino: dovrà risarcire 10mila euro all’Asp agrigentina che guidava nei primi anni Duemila «avendo operato in violazione dei principi di correttezza ed imparzialità, come emerso dalle risultanze del processo penale, promettendo, ai soggetti che a lui si rivolgevano, la formazione di una graduatoria a loro favore in cambio di voti per l’elezione della figlia». Per questo motivo era stato condannato dalla corte d’appello nel 2014 con l’accusa di voto di scambio.
Forza Italia comunque in altre province
candida indagati e sotto processo. Uno dei casi che fa più discutere è
quello dell'ex consigliere comunale di Licata, Giuseppe Federico,
candidato ad Agrigento con i berlusconiani: Federico al momento è a
giudizio nel processo per il favoreggiamento della latitanza del boss di
Delia Cesare Genovese. Il reato che gli è contestato è quello di
mancata comunicazione all'autorità giudiziaria e Federico ha sempre
sostenuto di essere stato lui a segnalare alle autorità giudiziarie la
presenza del latitante a Palma di Montechiaro.
A Siracusa per Forza Italia in corsa c’è il sindaco di Priolo, Antonello Rizza: a suo carico 22 capi d’imputazione in quattro processi, si va dalla tentata violenza privata all’associazione a delinquere per truffa. A Palermo per i berlusconiani è candidata Marianna Caronia, indagata nell’inchiesta Morace, e a Messina non sono mancate le polemiche per la candidatura di Luigi Genovese, figlio di Francantonio, condannato in primo grado a undici anni nel processo sui corsi d’oro della formazione professionale per reati che vanno dal riciclaggio al peculato alla truffa. Sempre nel fronte Musumeci, l’Udc a Siracusa candida Giovan Battista Coltraro, appena rinviato a giudizio per un presunto falso in un atto notarile di compravendita di terreni agricoli, e Pippo Sorbello, sotto processo per voto di scambio, mentre a Messina lo Scudocrociato ha in lista Cateno De Luca, sotto processo per il presunto sacco edilizio di Fiumedinisi, quando lui stesso ne era sindaco. Altra lista che sostiene il presidente uscente della commissione Antimafia, come quella di Lagalla-Autonomisti e Popolari, ha al suo interno Giuseppe Gennuso a Siracusa, rinviato a giudizio per una vicenda dei tempi in cui guidava il consorzio idrico Granelli, a Trapani in lista c’è Francesco Salone, indagato per presunta truffa sui rimborsi ai consiglieri comunali, a Palermo Roberto Clemente, condannato in primo grado per corruzione elettorale, a Messina in corsa Roberto Corona condannato in primo grado per bancarotta Ascom. Nel listino di Musumeci c'è poi Elvira Amata, a giudizio per un processo sui presunti bilanci anomali del Comune di Messina. A Palermo nella lista fratelli d'Italia c'è Caputo Mario detto "Salvino": il fratello di Salvino Caputo, deputato decaduto dall'Ars dopo una condanna per tentato abuso d'ufficio. Ad Agrigento nelle liste Udc anche Gaetano Cani, per una presuna estorsione a docenti.
A Siracusa per Forza Italia in corsa c’è il sindaco di Priolo, Antonello Rizza: a suo carico 22 capi d’imputazione in quattro processi, si va dalla tentata violenza privata all’associazione a delinquere per truffa. A Palermo per i berlusconiani è candidata Marianna Caronia, indagata nell’inchiesta Morace, e a Messina non sono mancate le polemiche per la candidatura di Luigi Genovese, figlio di Francantonio, condannato in primo grado a undici anni nel processo sui corsi d’oro della formazione professionale per reati che vanno dal riciclaggio al peculato alla truffa. Sempre nel fronte Musumeci, l’Udc a Siracusa candida Giovan Battista Coltraro, appena rinviato a giudizio per un presunto falso in un atto notarile di compravendita di terreni agricoli, e Pippo Sorbello, sotto processo per voto di scambio, mentre a Messina lo Scudocrociato ha in lista Cateno De Luca, sotto processo per il presunto sacco edilizio di Fiumedinisi, quando lui stesso ne era sindaco. Altra lista che sostiene il presidente uscente della commissione Antimafia, come quella di Lagalla-Autonomisti e Popolari, ha al suo interno Giuseppe Gennuso a Siracusa, rinviato a giudizio per una vicenda dei tempi in cui guidava il consorzio idrico Granelli, a Trapani in lista c’è Francesco Salone, indagato per presunta truffa sui rimborsi ai consiglieri comunali, a Palermo Roberto Clemente, condannato in primo grado per corruzione elettorale, a Messina in corsa Roberto Corona condannato in primo grado per bancarotta Ascom. Nel listino di Musumeci c'è poi Elvira Amata, a giudizio per un processo sui presunti bilanci anomali del Comune di Messina. A Palermo nella lista fratelli d'Italia c'è Caputo Mario detto "Salvino": il fratello di Salvino Caputo, deputato decaduto dall'Ars dopo una condanna per tentato abuso d'ufficio. Ad Agrigento nelle liste Udc anche Gaetano Cani, per una presuna estorsione a docenti.
Guardando nelle file del centrosinistra, in lista per Sicilia futura a Palermo c’è Giovanni Di Giacinto, sotto processo per presunti accessi al sito di Equitalia per cancellare cartelle esattoriali ad alcuni suoi concittadini quando era sindaco di Casteldaccia, a Siracusa i dem lanciano Giovanni Cafeo, alle prese con una indagine per turbativa d’asta su un appalto per gli asili nido, e a onor del vero nella stessa indagine che ha coinvolto la Caronia è indagato pure il governatore Rosario Crocetta.
Non so se piangere o ridere, ma una lista di gente onesta non si trova? Al solito dovremmo essere governati dal fior fior Sicuramente posti in carcere non c'è ne sono più, e li mandano alla regione.Povera Sicilia, poveri noi. Vincenzo Bellini, Ct.
RispondiEliminaEcco un altro motivo pet astenersi. Saluti Giuseppe Candela
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