04 Ottobre 2017
Vertici fino all'alba nel centrosinistra e nel centrodestra per risolvere il rebus candidature. Orlando si defila dalla lista del presidente, Miccichè alla fine rinuncia a candidare Armao. Tensioni in Forza Italia, l'area Scoma non sosterrà Milazzo, a Catania si candida Pellegrino che Musumeci non voleva in campodi ANTONIO FRASCHILLA
Partiti alle prese con il rebus liste, vertici e riunioni sono andati avanti fino all'alba. La situazione più tesa si registra nel centrosinistra, dove l'incontro tra i leader della coalizione si è concluso alle 5 del mattino. Il nodo da sciogliere era la lista del presidente Micari, rimasta incompleta dopo il defilarsi dell'area del sindaco Leoluca Orlando che al tavolo di fatto ha portato pochi nomi, tra questi quelli di Aurelio Scavone, del consigliere Sala e di alcuni ex amministratori come Giuseppe Ferrarello di Ganci oltre a Tonino Russo che comuqnue proviene dalle file del Pd. Un "disimpegno", come lo definiscono i dem, che ha fatto imbufalire il Partito democratico e lo stesso rettore Micari. Per tutta risposta gli orlandiani accusano di scarsa collaborazione i dem. Fatto sta che la lista che doveva essere il fiore all'occhiello del centrosinistra, la novità che avrebbe allargato il campo, è ancora in alto mare a meno di 48 ore dalla consegna formale delle candidature. Ieri lunghissimo vertice con tutti i leader del centrosinistra (assenti Orlando e il suo braccio destro Fabio Giambrone). Presenti con Fausto Raciti, anche il governatore Rosario Crocetta e il senatore Beppe Lumia. Si è discusso dell'ipotesi di unificare le liste del Megafono e del presidente, soluzione alla fine scartata: "Noi abbiamo 62 nomi, e siamo pronti", hanno detto Lumia e Crocetta dando comunque disponibilità a risolvere i problemi della lista Micari. Ma alla fine non c'è stata altra soluzione che quella di presentare due simboli separati. E per presentare la lista del presidente mancano all'appello circa 20 nomi, che adesso lo stesso Micari sta cercando aiutato comunque dal Pd, da Sicilia futura e da Alternativa popolare.
Non va meglio sul fronte centrodestra, dove rimangono fortissime le tensioni sul listino e dove anche la lista Musumeci ha problemi in alcune province, come Siracusa. Qui comunque il nodo principale è il listino. Nella notte, dopo l'ennesimo vertice, Miccichè avrebbe fatto un passo indietro sull'inserimento di Gaetano Armao. Il listino di Musumeci dovrebbe essere quindi composto da Miccichè e Bernadette Grasso per Forza Italia, da Mimmo Turano per l'Udc, da Giusi Savarino per Diventerà Bellissima, da Roberto Di Mauro per gli autonomisti e in quota Fratelli d'Italia da Carolina Varchi (in pole fino all'ultimo con la consigliera comunale di Messina, Amata). Armao comunque ancora attende conferme ufficiali.
In Forza Italia comunque le liste sono pronte, e non mancano malumori per alcune scelte di corrente. Ad esempio, l'area Scoma, ha deciso di sostenere a Palermo Miccichè e non Giuseppe Milazzo, il deputato uscente che quindi dovrà fare una prova di forza, a Palermo è sostenuto comunque da Giulio Tantillo. A Catania muro dei forzisti contro l'ingresso nella lista del nipote di Raffaele Lombardo, con scintille tra l'ex governatore e Miccichè. Musumeci non ha poi risolto il nodod egli "indesiderati": in Forza Italia si dovrebbe candidare Riccardo Pellegrino, il consigliere comunale di Catania con un fratello indagato e che Musumeci ha chiesto di non candidare.
Fonte: palermo.repubblica.it
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