di Carlo Alberto Tregua
Convincere i siciliani disgustati
È emerso il secondo candidato alla Presidenza della Regione
siciliana: Nello Musumeci, una brava persona e un bravo amministratore,
che ha sempre dimostrato, nella sua trentennale attività politica, di
essere corretto ed equilibrato. È al quarto tentativo di raggiungere il
vertice della Regione e avremo occasione di sentirlo nei rituali forum
che il QdS effettua da 40 anni con i candidati alla Presidenza della
Regione.
L’altro candidato ufficiale è Giancarlo Cancelleri, che è al secondo tentativo di vincere le elezioni regionali. Quindi non è un novizio, bensì un veterano, che ha trascorso cinque anni all’Assemblea regionale e dovrebbe avere imparato i trucchi, i comportamenti e le distorsioni che ci sono in quell’ente.
Verosimilmente, saranno Cancelleri e Musumeci a contendersi l’alto scranno, perché il centrosinistra è ancora diviso tra le candidature di Fabrizio Micari e Claudio Fava, anche se nei prossimi giorni non si escludono possibili convergenze su un unico candidato.
Chi vincerà la tenzone fra Musumeci e Cancelleri? Ognuna delle due parti, una composita e una solitaria, si accredita, in base a sondaggi semi-sconosciuti, di essere in testa e quindi vincente, ma dimentica che nelle elezioni del 2012 ben la metà degli aventi diritto al voto non lo ha esercitato.
Risulterà perciò vincente colui, fra i due, che sarà capace di far ritornare alle urne parte dei siciliani disgustati. Potrà farlo se sarà credibile in base a un programma serio, concreto e realizzabile, che punti alla crescita della Sicilia e alla decrescita della disoccupazione.
Vincerà colui che conosce i nemici della Sicilia: la pubblica amministrazione e la corruzione estesa. A essi si aggiungono i privilegi di numerose categorie di cittadini, fra cui i circa 100.000 foraggiati dalla Regione, i pensionati regionali che prendono un assegno per una parte superiore all’importo cui avrebbero diritto.
Vincerà colui che saprà far utilizzare i dieci miliardi di fondi europei e statali, cofinanziandoli, colui che attuerà piani di sviluppo in agricoltura avanzata, filiera del legno, utilizzazione dei beni culturali e del turismo, facilitazione per l’attivazione dei servizi avanzati e per gli impianti di energia rinnovabile.
L’altro candidato ufficiale è Giancarlo Cancelleri, che è al secondo tentativo di vincere le elezioni regionali. Quindi non è un novizio, bensì un veterano, che ha trascorso cinque anni all’Assemblea regionale e dovrebbe avere imparato i trucchi, i comportamenti e le distorsioni che ci sono in quell’ente.
Verosimilmente, saranno Cancelleri e Musumeci a contendersi l’alto scranno, perché il centrosinistra è ancora diviso tra le candidature di Fabrizio Micari e Claudio Fava, anche se nei prossimi giorni non si escludono possibili convergenze su un unico candidato.
Chi vincerà la tenzone fra Musumeci e Cancelleri? Ognuna delle due parti, una composita e una solitaria, si accredita, in base a sondaggi semi-sconosciuti, di essere in testa e quindi vincente, ma dimentica che nelle elezioni del 2012 ben la metà degli aventi diritto al voto non lo ha esercitato.
Risulterà perciò vincente colui, fra i due, che sarà capace di far ritornare alle urne parte dei siciliani disgustati. Potrà farlo se sarà credibile in base a un programma serio, concreto e realizzabile, che punti alla crescita della Sicilia e alla decrescita della disoccupazione.
Vincerà colui che conosce i nemici della Sicilia: la pubblica amministrazione e la corruzione estesa. A essi si aggiungono i privilegi di numerose categorie di cittadini, fra cui i circa 100.000 foraggiati dalla Regione, i pensionati regionali che prendono un assegno per una parte superiore all’importo cui avrebbero diritto.
Vincerà colui che saprà far utilizzare i dieci miliardi di fondi europei e statali, cofinanziandoli, colui che attuerà piani di sviluppo in agricoltura avanzata, filiera del legno, utilizzazione dei beni culturali e del turismo, facilitazione per l’attivazione dei servizi avanzati e per gli impianti di energia rinnovabile.
Nella pagina interna, troverete un elenco di alcune delle cose che
scriviamo. Vi è un altro asset che il nuovo Presidente della Regione
deve mettere in moto e cioè l’apertura di migliaia di cantieri in tutta
l’Isola, che devono diventare una fucina senza limiti, assorbendo così
gran parte dei circa 391 mila disoccupati, i quali percependo lo
stipendio aumentano i consumi e quindi partecipano all’accelerazione
della ruota economica siciliana.
Per fare quanto precede, prima si scriveva, bisogna fare alcune cose: lottare contro la corruzione, fare una riforma decisiva della pubblica amministrazione, semplificare le leggi e le procedure regionali, digitalizzare tutti i servizi pubblici, che siano integrati con i sistemi nazionali e con quelli delle altre Regioni, nonché a valle con i sistemi dei 390 Comuni.
Un programma poderoso che solo una persona capace, con adeguata squadra di assessori, potrà realizzare.
Il prossimo Presidente della Regione deve eliminare tutti i pietismi, come la cosiddetta stabilizzazione dei precari, mentre impiegando le risorse nei cantieri e negli investimenti privati, indirettamente, può fare assorbire detti precari dall’attività vera che è quella economica, la quale produce ricchezza e occupazione.
Ci auguriamo di sentire dai due candidati una sintonia con quanto scriviamo da decenni o proposte ancora più fungibili, che abbiano l’obiettivo chiaro di fare risorgere la Sicilia.
Non crediamo che il centrosinistra, che oggi esprime tre poli, sia competitivo; è bene che perda il governo di quest’Isola, perché ha il peccato mortale di avere sostenuto un suo rappresentante, tale Rosario Crocetta, che ha fatto più danni di una pestilenza.
Mi vergogno quando lo vedo nelle televisioni nazionali esprimersi in modo incompetente rispetto ai problemi, farfugliare, non rispondere alle domande dei giornalisti.
Nessun siciliano deve votare per questo Pd di Raciti e questo Ap dell’inutile Alfano, perché hanno la responsabilità diretta e senza indulgenza del disastro che ha colpito la Sicilia, al di là della crisi mondiale.
Per fare quanto precede, prima si scriveva, bisogna fare alcune cose: lottare contro la corruzione, fare una riforma decisiva della pubblica amministrazione, semplificare le leggi e le procedure regionali, digitalizzare tutti i servizi pubblici, che siano integrati con i sistemi nazionali e con quelli delle altre Regioni, nonché a valle con i sistemi dei 390 Comuni.
Un programma poderoso che solo una persona capace, con adeguata squadra di assessori, potrà realizzare.
Il prossimo Presidente della Regione deve eliminare tutti i pietismi, come la cosiddetta stabilizzazione dei precari, mentre impiegando le risorse nei cantieri e negli investimenti privati, indirettamente, può fare assorbire detti precari dall’attività vera che è quella economica, la quale produce ricchezza e occupazione.
Ci auguriamo di sentire dai due candidati una sintonia con quanto scriviamo da decenni o proposte ancora più fungibili, che abbiano l’obiettivo chiaro di fare risorgere la Sicilia.
Non crediamo che il centrosinistra, che oggi esprime tre poli, sia competitivo; è bene che perda il governo di quest’Isola, perché ha il peccato mortale di avere sostenuto un suo rappresentante, tale Rosario Crocetta, che ha fatto più danni di una pestilenza.
Mi vergogno quando lo vedo nelle televisioni nazionali esprimersi in modo incompetente rispetto ai problemi, farfugliare, non rispondere alle domande dei giornalisti.
Nessun siciliano deve votare per questo Pd di Raciti e questo Ap dell’inutile Alfano, perché hanno la responsabilità diretta e senza indulgenza del disastro che ha colpito la Sicilia, al di là della crisi mondiale.
06 settembre 2017 - © RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: www.qds.it
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