30 Settembre 2017
“Abbiamo cercato il dialogo con Ap, lo
abbiamo fatto con insistenza, io per primo ho perfino offerto la
candidatura alla Presidenza della regione ad Alfano e poi perfino alla
moglie di Misuraca ma mi è stato detto di no. Andava fatto perchè adesso
che loro ci hanno detto di no, noi siamo forti loro deboli tanto è vero
che la metà degli uomini di Ap stanno correndo da noi”.
Gianfranco Miccichè raccoglie in pieno
la provocazione di Luca Telese e spara a zero sull’amica Simona Vicari.
Il teatro è il palchetto allestito in una sala dell’Hotel la Torre di
Mondello dove si sta tenendo il corso di formazione politica ‘la
fabbrica dei Leader’ C’è Luigi Crespi a fare da padrone di casa e
Miccichè si sente a suo agio, ma forse lo si sente anche perchè sa di
avere di fronte corsisti, politici, uomini e donne di staff ma pensa che
non ci sia la stampa. Non cambia atteggiamento, però, quando gli dicono
a voce alta che la stampa invece c’è.
“La verità è che dovremmo stare tutti
insieme. Non solo Forza Italia con Ap. Ma anche il Partito democratico
dovrebbe capire che il nemico non si chiama Forza Italia, almeno non in
questo momento, non in questa fase. Bisognerebbe stare insieme per
sconfiggere quello che è l’Aids della politica, i 5 stelle. Il
populismo, il qualunquismo che ha un tempo limitato per esprimersi,
destinato a scomparire perchè la gente sta già iniziando a capire ma che
deve essere fermato al più presto”.
Una frase forte destinata certamente a
sollevare un vespaio di polemiche ma che Miccichè non ritira, anzi
reitera. Lui durante questa campagna elettorale non parteciperà a
dibattiti televisivi, farà solo piccoli spot programmatici. Questa,
forse, è l’unica platea, peraltro improvvisata, nella quale lo si
sentirà dire qualcosa in prima persona, senza filtro. E la sua ricetta
l’ha sparata, e anche grossa.
E, a sorpresa, è proprio questa l’unica
cosa sulla quale il Sottosegretario Davide Faraone, si trova d’accordo.
“Non c’è dubbio che il pericolo è dato dal qualunquismo politico – dice
Faraone – io vedo avanzare in Europa il rischio di questo populismo, non
solo in Italia. In Germania va avanti la destra estremista. Assistiamo
al crescere di forze qualunquiste. E’ una scena che abbiamo già visto,
sembra di vivere gli anni precedenti al nazismo. Le Forze democratiche
Europee, che hanno già visto queste dinamiche nel secolo scorso, hanno
gli anticorpi per fronteggiarle e devono capire che bisogna unirsi per
impedire questo ritorno agli estremisti pericolosi. E questo non
significa che siamo uguali. Poi potremo tornatre a dividerci su tutto.
Ma solo dopo”.
Ma poi tocca a Faraone sparare il suo
siluro “Quello che Miccichè non comprende, o forse comprende e lo
subisce, è che il populismo non è solo de 5 stelle. Lui ha dentro la
coalizione Salvini e Meloni che non sono meno qualunquisti e pericolosi.
Oggi io sono libero di dire che il percorso del Nazareno uno lo rifarei
senza remore. Sono libero di dire quello che penso. Lui non può farlo
perchè in nome di una unità elettorale ha messo insieme cose che insieme
non possono stare e sta tirando la volata a Salvini e Meloni dalla
Sicilia verso il resto del Paese, sta facendo da incubatore al
populismo. E’ responsabile di qualcosa che in parte subisce ma con la
quale dovrà poi fare i conti”.
E di incoerenza parla anche Simona
Vicari rispondendo a Miccichè ma tornando alla Sicilia e alla sfida che
interessa l’isola “Cinque anni fa abbiamo perso perchè Miccichè si è
voluto candidare contro Musumeci. Se non l’avesse fatto non ci sarebbe
stato Crocetta. Lui è responsabile della vittoria di Crocetta. Dov’è la
coerenza? Coerenza che abbiamo avuto invece noi dopo che Salvini voleva
imporre ad Alfano, in cambio di un’alleanza, di non partecipare alla
campagna elettorale e di nascondere il simbolo di Ap dietro una lista
civica”.
“Oggi gli estremismi sono presenti sia a
destra sia a sinistra e il destino dei partiti moderati è quello di
governare assieme – ha continuato -. Abbiamo pertanto deciso di
proseguire nel progetto iniziato a Palermo con Leoluca Orlando. Il punto
debole del Pd in Sicilia – ha sottolineato – è non aver fatto le
primarie: probabilmente Faraone le avrebbe vinte. Il Pd non doveva farsi
dare il candidato da Orlando e non doveva abdicare all’indicazione di
un suo candidato, e lo stesso forse avrebbe dovuto fare Ap. Senza le
primarie sono stati esclusi, probabilmente per guerre interne, dei
cavalli che potevano vincere”.
Il secondo round è sulle candidature
alla Regione. per Miccichè “Micari è un’ottima persona, è un amico. Ma
la sinistra si trova in una situazione in cui il centrodestra ha fatto
il miracolo di riunirsi, i Cinque Stelle sono sopra il 30 per cento e
Fava sta andando per conto suo. Per far parte della partita, non per
forza per vincere, ma quantomeno per partecipare, serviva un personaggio
aggressivo, capace di fare ‘a cazzotti’. Quando Micari propone come
slogan ‘La sfida gentile’ significa che chiede agli avversari di non
fargli troppo male”.
“Fava dice nel suo slogan di essere
‘scandalosamente onesto’, io terrei solo la parola ‘scandalosamente’…
Non salvo nulla di lui, è antipatico, non è una persona che mi piace. Ma
ha l’aggressività giusta, ha ‘gli attributi’, mentre Micari sta facendo
esattamente l’opposto di quello che dovrebbe fare. ‘La sfida gentile’
non significa niente – ha concluso Miccichè -. Io mi chiedo che partito
sia il Pd che da quando è nato non ha ancora proposto un suo candidato
nè a Palermo nè in Sicilia”.
Su una cosa concorda la Vicari “La sfida
gentile non si può sentire” dice scimmiottando una espressione
tipicamente siciliana ma poi difende la scelta anche se non frutto di
primarie e punta sulle liste come traino. “Non voglio parlare dei 5
stelle – dice – ma poi ricorda la vicenda Cinque a Bagheria come esempio
di cattiva amministrazione e così via”
Per Faraone la sfida di Micari è
vincente per la competenza, per la chiarezza è perchè “è l’unica vera
novità di questa cmapagna elettorale. Nel 2012 c’èera Musumeci che è
addirittura al terzo tentativo per diventare presidente della regione e
rappresenta il passato. C’era anche Cancelleri che è grillino di prima
generazione. Non c’era Fava per un errore formale sulla residenza ma ci
aveva provato. noi abbiamo una propostya nuova e non abbiamo in corsa
gli estremi. Alla fine è questa la sfida vincente. Quella della
competenza e dell’affidabilità”.
La fabbrica dei leader continua a Mondello per tutta la giornata di oggi (Vai alla fabbrica dei leader)
Leggi anche tutte le interviste politiche di questa campagna elettorale:
Fonte: palermo.blogsicilia.it
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