02 settembre 2017

FINANZIAMENTI PERDUTI PER I BENI CULTURALI A SIRACUSA. MARIARITA SGARLATA: “UNA POLITICA DI CORTO RESPIRO E UNA BUROCRAZIA IMPREPARATA”. NON È STATO MESSO IN ATTO L’ACCORDO SIGLATO NEL 2013 PER L’AFFIDAMENTO AGLI OPERAI FORESTALI DELLA PULITURA DEI PARCHI E DELLE AREE ARCHEOLOGICHE, PIENE DI STERPAGLIE


01 Settembre 2017
News: “di fronte ai toni decisionisti assunti dall’on. Vincenzo Vinciullo in merito alla perdita di ulteriori fondi per i Beni Culturali in Sicilia e a Siracusa, al suo ruolo di presidente della Commissione Bilancio all’ARS e alle punizioni/epurazioni che riceveranno i colpevoli, c’è da chiedersi dove fosse l’onorevole negli anni scorsi quando l’Assessorato dei Beni Culturali della Regione Siciliana ha restituito una parte consistente del programma POIN, il cui valore complessivo era di 55.397.958, quindi più di 55 milioni, decretati durante il mio mandato di assessore regionale, che prevedeva interventi sui poli museali e sull’area archeologica della Neapolis di 15 milioni di euro. Un decreto del 10 agosto 2015, a firma del dirigente Gaetano Pennino, ha restituito al Mibact la somma di più di 22 milioni di euro, destinata a interventi che sono stati revocati come quello dell’area archeologica della Neapolis. Hanno preso la via del ritorno finanziamenti importanti, vanificando il lavoro di mesi e dimostrando quanto una politica di corto respiro, chiusa in se stessa e nelle logiche di sempre, danneggi la Sicilia e i siciliani”. A intervenire è Mariarita Sgarlata.

“Dov’era Enzo Vinciullo quando abbiamo perso quei finanziamenti? Forse ha cominciato a interessarsi di beni culturali solo quando nel novembre del 2015 è stato nominato assessore Carlo Vermiglio, in quota Nuovo Centro Destra e lui ne è diventato il referente siracusano?”.

” Tornando ai beni culturali e facendo i conti della serva, ci verrebbe da dire: dei fondi POIN abbiamo perso più di 22 milioni, recupereremo dopo! Magari con il Patto per il Sud, per il quale Renzi aveva in origine proposto per i beni culturali la somma di 80 milioni di euro. Ma l’Assessorato regionale riesce a bloccare solo 60 milioni, facendosi trovare impreparato sui progetti. Quindi sono stati persi già 43 milioni di euro tra POIN e Patto per il Sud. Almeno saranno nuovi progetti (A volte ritornano, ne parlo nel mio libro L’eradicazione degli artropodi. La politica dei beni culturali in Sicilia, Bari 2016) e invece no, sono gli stessi progetti presentati nel 2013, compresi quelli dell’area archeologica di Siracusa. La verità è che ci trasciniamo gli stessi progetti che invecchiano e che rivelano i limiti oltre i quali non riescono ad andare i funzionari. A proposito, la recente riforma Pennino-Vermiglio ha tagliato il servizio della progettazione nell’organico dell’amministrazione dei beni culturali regionali, un servizio strategico per la programmazione europea. Ebbene, ora perdiamo anche questi per la nostra città, come abbiamo perso il finanziamento di oltre 10 milioni per il recupero della Tonnara di Santa Panagia, decretato dall’assessore all’Economia sempre sotto il mio mandato e altri fondi di cui nessuno si è più occupato. E ancora non è stato messo in atto l’accordo siglato nel 2013 tra Assessorato dei Beni Culturali e quello delle Risorse Agricole per l’affidamento agli operai forestali della pulitura dei parchi e delle aree archeologiche, piene di sterpaglie come abbiamo tutti potuto vedere nella puntata di Voyager sul Castello Eurialo, di cui come siracusani ci siamo rammaricati”.

“Dov’era dunque l’onorevole Vinciullo e perché ora cerca i colpevoli tra i funzionari dell’Assessorato? E’ vero, non c’è una classe burocratica, amministrativa e tecnica, formata per gli obiettivi comunitari (lo dice anche un dirigente generale come Sergio Gelardi) e questa è la ragione per cui restituiamo i fondi (nella programmazione 2007/2013 solo il 21% è stato utilizzato per i beni culturali, quindi la Sicilia ha sprecato il 79% dei fondi europei). Ma la politica deve controllare, non accorgersi tardivamente dei disastri e non avere il tempo di correre ai ripari”.

“Proprio per questa ragione, a questo punto, bisogna che i siracusani che hanno a cuore l’istituzione del Parco Archeologico di Siracusa (per tante ragioni: da quelle della tutela a quelle della valorizzazione perché, una volta istituito, il Parco usufruirebbe di un’autonomia gestionale e finanziaria di quasi 4 milioni di incassi dei biglietti e scatterebbero tutti i benefici di cui gode il Parco della Valle dei Templi ad Agrigento) tengano gli occhi ben aperti. E’ notizia di ieri che un decreto presidenziale ha finalmente ricostituito il famigerato Consiglio Regionale dei Beni Culturali, cui dipende il parere definitivo sull’istituzione dei Parchi Archeologici secondo il dettato della L.R. 20/2000. Questo mi fa pensare che l’on. Nino Germanà abbia forzato i toni quando ha annunciato l’istituzione del Parco Archeologico di Tindari, per il quale sarà stato firmato solo il primo decreto previsto dalla legge, quello di perimetrazione, di cui sono già dotati i parchi di Monte Iato, Valle dell’Aci, Catania, Lentini, Siracusa e Akrai/Eloro e che aspettano da più di tre anni di essere istituiti. Dato che sono stati nominati tra i 15 componenti del Consiglio, all’on. Vinciullo e alla dott.ssa Panvini, soprintendente di Siracusa, spetterà ora di occuparsi dell’istituzione del Parco Archeologico di Siracusa, per il quale servono il regolamento (già depositato), la nomina del consiglio di amministrazione e il parere favorevole del Consiglio”.

Fonte: www.siracusatimes.it


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