La lotta serrata per assicurare alla giustizia chi provoca incendi e mette a repentaglio l’incolumità delle persone, non ha sosta da parte delle forze dell’ordine. Anzi, lo sforzo a difesa del territorio è intensificato con la conseguenza che per diversi incendi, che hanno divorato splendide aree boschive, sono stati identificati gli autori. Non esiste l’autocombustione a provocare gli incendi boschivi alla cui origine c’è sempre la mano dell’uomo. Alla base non c’è solo il dolo ma anche la colpa, ossia la non osservanza di regole e ordinanze che disciplinano i comportamenti specie nel periodo estivo. Ne abbiamo parlato con il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Sciacca, Marco Ballan.
Capitano, è ben evidente che oggi c’è più attenzione al fenomeno degli incendi boschivi che, quest’anno, segnano un record a Sciacca sia per numero ma anche per le conseguenze provocate.
“Già da qualche mese, tutte le autorità locali, comprese le forze dell’ordine, hanno firmato un protocollo d’intesa con la Procura della Repubblica di Sciacca al fine di meglio focalizzare, disciplinare, la casistica degli incendi boschivi. In questo periodo dell’anno, cioè quello più critico, è più alta l’attenzione da parte di tutte le istituzioni, forze dell’ordine. Forze che, insieme alla polizia locale e ai vigili del fuoco, sono le protagoniste del controllo del territorio. Vigili del fuoco che frequentemente sono chiamati a causa di incendi che si sviluppano con un ritmo cresciuto a dismisura”.
Eppure, ordinanze e normative vietano tassativamente l’accensione di fuochi nel periodo estivo per smaltire residui di potature o di sterpaglie.
“Si sa che nel periodo estivo ci sono direttive precise al riguardo. Però accade che queste regole, questi divieti, non vengono osservati e spesso si procede con l’accensione di fuochi per smaltire residui di potatura o per pulire terreni da erbacce sterpaglie. Non solo si disattendono le ordinanze, ma anche i basilari principi di sicurezza”.
E’ di tutta evidenza che l’alzare l’intensità dei controlli è stata foriera di risultati positivi che hanno consentito l’individuazione degli autori degli incendi.
“Desidero evidenziare che l’intensificarsi dei controlli, rispetto agli anni precedenti, è premiante Lo sforzo fatto dall’Arma, per il controllo del territorio, soprattutto in questo periodo è massimo. Uomini in uniforme e non che pattugliano il territorio anche nei giorni più caldi e di festa per assicurare la maggiore sicurezza ed ovviamente prevenzione possibile. Lasciatemi in questa sede ringraziare ognuno di questi Carabinieri, per lo sforzo, la costanza ed i sacrifici, tante volte a scapito del tempo trascorso con le loro famiglie, che hanno messo in campo per far si di rendere questa estate più sicura”.
Come svolgete i servizi di controllo?
“Con pattuglie che mettiamo in campo. Le facciamo transitare, orbitare, nelle zone più boschive, ma anche in quelle più isolate che potrebbero incoraggiare l’azione dei piromani. Utilizziamo anche pattuglie in borghese proprio per rendere meno visibile il controllo di questi anfratti di territorio”.
Per gli incendi boschivi i reati sono pesanti. Forse questo particolare non è ben percepito.
“Le pene per tale reato sono particolarmente severe e oscillano da 4 a 10 anni di reclusione. Pene che possono subire l’aggravante, e quindi essere ancora più importanti, se l’incendio mette in pericolo persone o abitazioni. Desidero evidenziare che il codice penale, per gli incendi boschivi, contempla sia il dolo che la colpa. In buona sostanza, non importa come sia nato l’incendio, ma si considera che esso sia nato in presenza di un divieto previsto o senza le previste condizioni di sicurezza, magari coinvolgendo parte importante di zona boschiva o di macchia mediterranea. Molte volte l’incendio viene innescato fuori dalle aree boschive ma poi le fiamme si espandono fino a colpirle.”
L’ultimo incendio, provocato alle falde del monte Kronio, ha due aspetti salienti: il coinvolgimento di due ragazzini e la collaborazione di persone che vi hanno offerto preziose indicazioni per lo sviluppo delle indagini.
“Ringrazio le persone che anche qualche giorno fa hanno collaborato con noi affinché i responsabili degli incendi venissero individuati. Persone che hanno apportato un valido aiuto alle investigazioni. Questo mi fa dire quanto sia importante la collaborazione dei cittadini. Ogni loro indicazione non è banale ma rafforza, anche in base alle informazioni già acquisite, il ventaglio di azione per individuare chi appicca gli incendi. Per quanto riguarda il caso di qualche giorno fa, grazie al nostro tempestivo intervento ed alla collaborazione di taluni residenti della zona, siamo riusciti ad individuare chi ha appiccato il fuoco. Ci siamo trovati di fronte a due minorenni. Quando li abbiamo ascoltati, con i genitori veramente dispiaciuti per il grave gesto commesso, abbiamo compreso una bassa percezione del rischio da parte delle giovani generazioni. Un gesto che hanno considerato come una bravata, senza percepire il pericolo e le conseguenze che si sono sviluppate. Abbiamo cercato di far comprendere, al di là delle conseguenze penali, il pericolo vissuto dalle persone che vivono nel posto in cui è stato provocato l’incendio, la pericolosità del gesto anche in relazione alle condizioni climatiche che hanno, in pochi minuti, permesso alle fiamme di estendersi e colpire una vasta zona. Abbiamo anche spiegato le immense risorse che lo Stato, la Regione, il Comune, impiegano per spegnere gli incendi, spesso con l’ausilio di mezzi aerei”.
Un impegno di sensibilizzazione che l’Arma, anche per altre diverse tematiche che riguardano i giovani, ha già iniziato.
“Si, già da anni l’Arma incontra a scuola i giovani, cercando di sensibilizzarli e di metterli in guardia su quelle che sono le conseguenze di alcune condotte pericolose. Condotte che molte volte non vengono percepite tali o che vengono prese sotto gamba, ma che possono poi avere dei risvolti molto importanti e poco incoraggianti, se si considera la giovane età di chi le compie. Ovviamente però è fondamentale anche la collaborazione all’interno dei nuclei familiari e l’esempio dato”.
Filippo Cardinale
Fonte: www.corrieredisciacca.it
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