(foto Cristiano Drago)
di Enzo Ganci
MONREALE, 3 agosto – In questa giornata infausta per il territorio monrealese una cosa è certa: a Casaboli i fantasmi non ci sono. Le vecchie leggende popolari, quelle che si tramandavano ai bambini per farli stare buoni, magari ne individuavano la presenza altrove, in tanti altri posti misteriosi, ma a Casaboli no.
A Casaboli, dunque, le fiamme non si sprigionano per la presenza di spiriti maligni o per volontà del destino “cinico e baro”, ma per la presenza – chiamiamoli con nome e cognome – di emeriti criminali. Gente che non si fa scrupolo di distruggere in poche ore ciò che la natura ha creato negli anni, né di mettere a rischio l’integrità delle case, l’incolumità degli animali ed anche le stesse vite umane. Gente in carne e ossa, che agisce con mano criminale e che meriterebbe di stare in galera. Qualcuno propone pure con restrizioni carcerarie notevoli, paragonabili al 41 bis.
I danni che da ieri hanno sfregiato il bosco di Casaboli, o meglio quello che adesso rimane di esso, sono pazzeschi e gli effetti, purtroppo, si faranno vedere man mano che passa il tempo. Già a cominciare da questo autunno, quando le piogge, non ostacolate dal sottobosco, porteranno a valle tutto ciò che incontreranno sul loro cammino, per un dissesto idrogeologico che, quindi, è molto più che una eventualità.
In tutto questo, però, lo diciamo a gran voce, è impossibile che nessuno sappia niente. È impossibile che nessuno abbia visto nulla. È impossibile, per farla breve, che su questa storia debba gravare sempre questa cappa di silenzio e che (li chiamiamo piromani per convenzione, ma come abbiamo detto all’inizio, si tratta di criminali) questa gente debba godere perennemente della più totale impunità.
I social network, un luogo dove (purtroppo) la delazione anonima è pane quotidiano e dove gli improperi nei confronti degli incendiari si sprecavano, ieri parlavano tanto e dicevano come fosse facile arrivare agli autori, dato che – dicevano – si tratta sempre della stesse gente che ha già dato fuoco ad altre zone del circondario, già divorate dalle fiamme. Si tratterebbe, però, di “mammasantissima”, gente dalla quale stare ben alla larga, per più di una (anche comprensibile) ragione.
Ma adesso la misura è colma. Adesso non c’è ragione che tenga, alla luce di un territorio ormai devastato e ridotto ad ettari di cenere. Adesso, se c’è qualcuno che sa qualcosa, lo dica. Faccia lo “sbirro”. Usi i mezzi e le forme che più gli aggradano, ma parli e lo faccia in fretta. Il territorio non può più sopportare queste coltellate al cuore.
Fonte: www.monrealenews.it
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