16 agosto 2017

CANDIDATURE, L'ARS SALVA I CONDANNATI. BOCCIATA UNA NORMA CHE VIETA DI ANDARE IN LISTA A CHI NON HA SALDATO IL DEBITO CON LA CORTE DEI CONTI. STOP ANCHE AL PROVVEDIMENTO SUI CONTROLLI DELLE SPESE ELETTORALI


15 Agosto 2017
Bocciata da Sala d'Ercole una norma che prevedeva di introdurre anche in Sicilia la regola che vieta di andare in lista a chi non ha saldato il debito con la Corte dei conti. Stop anche al provvedimento sui controlli delle spese elettorali
di ANTONIO FRASCHILLA

Una resistenza ostinata, nascondendosi dietro al baluardo dell'Autonomia, certe volte, oppure mettendo in atto furbizie d'aula. Una resistenza che va avanti da decenni, e quindi figurarsi in questo crepuscolo di legislatura e a ridosso delle regionali. Quando si parla di recepire norme nazionali in tema di costi della politica e trasparenza, a Palazzo dei Normanni alzano le barricate. Così ecco che la sonnolenta Assemblea regionale prima di andare in vacanza si è accesa quando si è parlato di trasparenza delle spese elettorali e di recepire norme in vigore nel resto del Paese dal 1981 che vietano a chi non ha saldato le spese per condanne definitive della Corte dei conti di ripresentarsi alle elezioni come se nulla fosse. Bocciando entrambe le proposte. "Uno scandalo", ha urlato a Sala d'Ercole il deputato Pino Apprendi, cercando di attirare l'attenzione dei suoi colleghi.

La Sicilia non ha mai recepito la norma sui controlli delle spese elettorali: così per le elezioni regionali e comunali nell'Isola di fatto la Corte d'Appello e la commissione elettorale circoscrizionale da un lato, e la Corte dei conti dall'altro, non hanno alcun potere di verifica e controllo della congruità delle spese elettorali. Nel resto del Paese invece possono comminare sanzioni per il mancato rispetto delle regole in materia di spese elettorali ma, soprattutto, possono entrare nel merito in caso di evidenti anomalie: ad esempio una dichiarazione di spesa ridicola, di poche decine di euro per chi magari ha fatto campagne elettorali faraoniche, oppure nei confronti di chi ha speso una cifra esorbitante. Nel resto del Paese questi controlli avvengono, nell'Isola del tesoro no. Su pressing del deputato dem Apprendi in Prima commissione era passata una norma che, almeno in parte, recepiva la legge nazionale in materia di trasparenza elettorale nella parte dei controlli della Corte dei conti. La norma è finita nel ddl delle Province, votato da una maggioranza trasversale in pochi minuti. Eccetto per un articolo. Indovinate quale? "L'articolo sulla trasparenza è stato bocciato da una maggioranza bulgara, Pd compreso", dice Apprendi, che ha continuato la sua battaglia: "Ho presentato anche un emendamento per recepire la norma del 1981 che prevede l'incandidabilità di chi ha condanne definitive della Corte dei conti e non ha ancora pagato - racconta Apprendi - ma il vicepresidente dell'Ars Giuseppe Lupo mi ha detto che la materia era elettorale e non attinente ai testi trattati". Risultato? Chi ha condanne e ancora non ha saldato il conto potrà ricandidarsi.

Senza questa norma chiunque si potrà ricandidare e nessuno controllerà eventuali pendenze con la Corte dei Conti. Inutile dire che sono tanti i deputati uscenti, o ex deputati che magari potrebbero ricandidarsi, che sono alle prese con condanne definitive della Corte dei conti: da Francesco Riggio a Paolo Ruggirello, da Santi Formica a Nino Dina, Francesco Cascio, Giovanni Pistorio, Cateno De Luca, solo per citarne alcuni: per carità, magari molti o tutti questi hanno saldato il conto, ma poco importa. La norma nazionale nell'Isola non ha alcun valore e comunque nessuno controllerà.

Fonte: palermo.repubblica.it




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