25 luglio 2017

SICILIA IN FIAMME, INTERVENTI IN TUTTA L’ISOLA. GLI INTERESSI SULLE “SCIARE”


24 Luglio 2017
Sterpaglie che bruciano con l’alibi delle foglie secche e del sole di questa estate troppo calda: ma gli incendi non scoppiano da soli

MESSINA – Si terrà questa mattina l’udienza di convalida dell’arresto di Giovanni Forestieri, 28 anni, fermato ieri dai Carabinieri della Compagnia di Milazzo mentre dava fuoco ad un appezzamento di terra a Monforte Sangiorgio, nel messinese. Una scena come quelle che ogni giorno ci siamo abituati a vedere: sterpaglie che bruciano con il debole alibi delle foglie secche e del sole di questa estate troppo calda. Dietro, avvertono la logica e le Forze dell’Ordine, gli interessi di chi dal fuoco trarrà vantaggio. Al punto da appiccarlo, come stava facendo l’uomo sorpreso ieri in flagranza di reato dagli uomini dell’Arma. Il fermato è stato trovato in possesso di sue accendini e aveva già incendiato una parte del terreno presso cui si trovava. Subito contenute, le fiamme non hanno potuto attaccare la limitrofa stazione ferroviaria, dove avrebbero provocato grossi danni e disservizi.

Sempre ieri, dall’altra parte dell’Isola, Vigili del Fuoco e forestali sono riusciti a domare, avvalendosi di tre Canadair, l’incendio che minacciava di devastare la Riserva dello Zingaro. Il parco naturale sito nel trapanese ha subito danni ingenti specialmente lungo il versante Sud. Fiamme che fanno rabbia, essendo la riserva uno dei luoghi più incontaminati della Sicilia, al punto da non ospitare strade litoranee nel tratto di costa lungo cui insiste. Un patrimonio naturalistico e turistico inestimabile che ha bruciato per ore, e per il quale non resta che contare i danni.

Come hanno iniziato a fare sin da subito gli amministratori locali: “Sono in corso sopralluoghi per valutare gli ettari attraversati dalle fiamme. Ci sono strutture ricettive, villette e stalle lambite dal fuoco, anche in questo caso è in corso l’inventario dei danni”, ha detto il sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Coppola nel corso di un sopralluogo con l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici. Non sono chiare al momento le dinamiche che hanno portato allo scaturire dell’incendio, ma anche sullo scempio dello Zingaro si staglia l’ombra del dolo. Un’emergenza dalla quale la Sicilia non riesce a liberarsi, quest’estate in modo particolare, con le fiamme giunte a minacciare intere città, si pensi a Messina, o a penetrare nel centro urbano causando allarmi fortunatamente senza conseguenze. E’ il caso dei roghi che avevano preoccupato anche Catania.

Ma il fronte più caldo – gioco di parole infelice, ma tant’è – resta quello dei boschi e delle campagne incolte. Le “sciare” siciliane, sulle quali esistono più interessi di quanti non siamo abituati a pensare. Il fenomeno degli incendi – contenuto con enorme professionalità da tecnici e volontari – ne è la manifestazione più evidente. E proprio gli addetti ai lavori non hanno dubbi: “Gli incendi sono tutti di matrice dolosa, incendi soli non ne partono, nemmeno con cinquanta gradi”, aveva detto ai microfoni di Tribù il Comandante del Corpo Forestale Luca Ferlito, impegnato a contenere i roghi scoppiati giorni addietro nell’hinterland etneo e particolarmente ad Adrano. 

Il caso di Messina, se ce ne fosse stato bisogno, dimostra che è così. E che urge un’intervento di contrasto importante per evitare che ogni estate della Sicilia si faccia scempio. Dando poi la colpa alle foglie secche e al sole. 

Fonte: www.tribupress.it



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