di CLAUDIA BRUNETTO
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28 Luglio 2017
Lecci, frassini, carrubi, olivastri e palme
nane daranno un nuovo volto a Monte Pellegrino. A un anno dall’incendio
che ha distrutto il sessanta per cento del bosco che porta al santuario
di Santa Rosalia, il Comune e il dipartimento di Scienze agrarie
dell’Università di Palermo lavorano a un progetto per quello che sarà il
Monte Pellegrino di domani. Circa 600 ettari da rimettere in piedi. Si
comincerà con almeno 10mila nuove piante. Partendo dalla fetta di bosco
sopravvissuta alle fiamme e creando da zero la macchia mediterranea
andata in fumo. «Monte Pellegrino potrebbe diventare una vera macchia-
foresta mediterranea — dice Donato La Mela Veca, ricercatore e docente
di Selvicoltura
all’Università di Palermo — Una formazione intermedia fra la macchia e
la foresta molto interessante in cui si mescolano le specie arbustive
più basse tipiche della macchia e gli alberi più alti tipici della
foresta. Stiamo lavorando al piano di gestione forestale che per Monte
Pellegrino non è mai esistito e che porterà a un rinfoltimento
utilizzando la vegetazione naturale della nostra zona che è, appunto, la
macchia mediterranea».Fonte: palermo.repubblica.it
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