12 luglio 2017

L'EMERGENZA. INCENDI, LA FLOTTA CHE NON. C'È ELICOTTERI SOLO DA ROMA. I PRIMI A INTERVENIRE I SONO SEMPRE I MEZZI DI TERRA DEI VIGILI DEL FUOCO O DEL CORPO FORESTALE REGIONALE LA PROTEZIONE CIVILE: "SERVE PREVENZIONE"


di Antonio Giordano
La Regione non ha elicotteri per far fronte all'emergenza. La Protezione Civile: "Serve prevenzione"

PALERMO – Nell’anno in cui è stato stabilito il primato di interventi aerei per gli incendi, la Sicilia risponde schierando zero elicotteri. È il paradosso della lotta agli incendi condotta dalla Regione, a cui per legge spetta il compito di prevenire ogni focolaio e di affrontare le emergenze. Mentre gli interventi di emergenza vengono affidati solo alla flotta dello Stato, è polemica sul ridimensionamento del Corpo Forestale e sull’assenza di una politica di prevenzione degli incendi. 

I primi a intervenire in caso di incendio boschivo sono sempre i mezzi di terra dei Vigili del fuoco o del Corpo forestale regionale, a cui la Regione ha affidato le competenze per la prevenzione e la lotta agli incendi. Se il fuoco non può essere contenuto con le autobotti viene richiesto il supporto aereo, ed è in questo passaggio che la Sicilia si distingue dalle altre regioni italiane. I primi mezzi a essere attivati infatti sono sempre gli elicotteri regionali, ma come si può leggere sul sito della Protezione civile nazionale, per la campagna AIB (antincendi boschivi) di quest’anno la Sicilia ha messo a disposizione zero velivoli. Una grossa differenza rispetto, ad esempio, alla Sardegna, che con una superficie di poco inferiore alla Sicilia schiera 12 elicotteri. 

Tutto il peso del soccorso aereo sull’isola va quindi a gravare sulla flotta dello Stato, che schiera 16 Canadair, tre dei quali di stanza a Trapani Birgi, e 12 elicotteri della Marina, dell’Esercito e dei Vigili del fuoco. Nel primo mese della campagna AIB di quest’anno la Protezione civile ha già ricevuto 391 richieste di concorso aereo, stabilendo il record degli ultimi dieci anni: nel 2007 le domande nello stesso periodo erano state 285, mentre nel 2012 erano state 233. Con i mezzi statali così impegnati, le priorità degli interventi vengono decisi dal Centro operativo aereo unificato del dipartimento della Protezione civile. Uno scenario in cui la Sicilia può solo attendere le priorità degli altri: fino all’anno scorso il Corpo forestale regionale utilizzava gli elicotteri del Corpo statale, ma con la legge Madia i forestali statali sono stati accorpati ai carabinieri, che non hanno nessuna competenza sullo spegnimento di incendi. I mezzi, dunque, rimangono a terra, e la Sicilia non può schierare nessun elicottero. 

“Le nostre competenze sono rimaste inalterate, ma non abbiamo più i mezzi per affrontarle”: Antonio Rocco, responsabile regionale della Cisl-FP per il Corpo forestale regionale, sottolinea come la mancanza di elicotteri sia solo l’ultimo esempio di un’attenzione generale per i forestali generali. “Il governo regionale non si è speso per potenziare il nostro corpo – dice Rocco – abbiamo 600 persone per tutta la regione, e con il blocco del turnover e il taglio di risorse per i mezzi non siamo nelle condizioni di fronteggiare le nostre funzioni”. Nella provincia di Messina, che con 160 mila ettari di boschi è quella con la più grande superficie boschiva della Sicilia, il Corpo regionale può schierare solo sessanta persone. “E sono ancora di meno a Ragusa, con 12 persone, e Siracusa, con 27 – dice Rocco – la verità è che il Governo regionale, sul Corpo forestale, non è impegnato abbastanza”. 

“Con migliaia di focolai di incendio in tutta la regione non sarebbero bastati 8 o 9 elicotteri”: Calogero Foti, dirigente generale della Protezione civile in Sicilia, sottolinea che il soccorso aereo arriva solo a posteriori, quando l’incendio è già in stato avanzato. “Si sta diffondendo l’idea che gli incendi si spengono solo con i mezzi aerei, e non è così – dice Foti – nel caso del recente incendio di Chiaramonte Gulfi l’incendio riguardava il sottobosco, e l’acqua sganciata dai Canadair veniva bloccata dalle chiome degli alberi”. Per Foti si deve pensare soprattutto alla prevenzione: “Stiamo puntando tutto sugli incendi e non su chi li causa. Le risorse che dovrebbero essere investite in prevenzione vengono investite in fondi di emergenza, e invece si dovrebbe diserbare quando è il momento giusto. Anche perché – conclude Foti – i focolai vengono accesi in diversi punti delle foreste, e andrebbe fatta una un sorveglianza anche in questo senso, che ovviamente non tocca a noi della Protezione civile”. 

La gestione dell’emergenza incendi è al centro della polemica politica. Per il deputato regionale dell’opposizione Nello Musumeci, “i piromani, la malavita e le speculazioni che si nasconderebbero dietro gli infernali incendi di questi giorni nell'Isola non possono diventare un alibi per far passare in secondo piano anche le responsabilità di programmazione e gestionali maturate ai vertici della Regione Siciliana”. Di responsabilità del presidente del governo regionale parla anche Vincenzo Figuccia, deputato all’Ars di Forza Italia, secondo cui “gli incendi di questi giorni sono il risultato di una fallita campagna antincendio. Dovrebbero ammettere le proprie responsabilità gli assessori competenti e rimettere le deleghe per scarso rendimento”. Ma Crocetta, a Messina per un incontro con la Protezione civile per fare il punto sugli incendi dei giorni scorsi, ribatte: “Ogni volta si dice che la colpa è del sindaco o della forestale, invece la responsabilità è del criminali e dei piromani e non ci può essere nessun sistema in grado di difendersi se ci sono in giro questi criminali. Abbiamo pensato allo sblocco dei fondi da un piano operativo di coesione, il Poc, per acquistare i droni e dotare la protezione civile di strumenti preventivi di avvistamento. Ma non c'è alternativa: si deve lottare contro la criminalità”.
11 Luglio 2017


Fonte: livesicilia.it





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