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13 Luglio 2017
Da metà giugno ad oggi sono andati in fumo 26.024 ettari di superfici boschive, pari al 93,8% della superficie totale bruciata in tutto il 2016. Le regioni più colpite sono la Sicilia con 13.052 ettari in fiamme, la Calabria con 5.826 e la Campania con 2.461. A seguire Lazio (1.635), Puglia (1.541), Sardegna (496), Abruzzo (328), Marche (264), Toscana (200), Umbria (134) e Basilicata (84). I numeri, aggiornati al 12 luglio, emergono dal "Dossier Incendi" di Legambiente.
L'associazione denuncia i "troppi e ingiustificati ritardi a partire dalle Regioni". Ad oggi, evidenzia, Campania e Lazio non hanno ancora approvato il Piano AIB 2017 (Piano antincendio boschivo) e le relative modalità attuative per organizzare la prevenzione, il lavoro a terra, e gli accordi con i Vigili del fuoco e la Protezione civile. Calabria e Sicilia lo hanno fatto in parte e in ritardo, con la Sicilia che non ha ancora stipulato la convenzione con i Vigili del fuoco. L'unica ad essersi mossa per tempo su entrambi i fronti è la Puglia.
Accanto a questo, pesano "il numero insufficiente delle squadre di operai forestali e l'assenza di strategie e di misure di adattamento al clima", e nel quadro si inserisce anche il processo di riorganizzazione delle funzioni dell'ex Corpo Forestale.
Per il direttore di Legambiente, Stefano Ciafani, "è fondamentale che vi sia una concreta assunzione delle proprie responsabilità, in primis da parte di Regioni e governo", e servono "più controlli punendo piromani ed ecocriminali" grazie alla legge sugli ecoreati.(ANSA).
Fonte: www.ansa.it
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