Secondo l’accusa, il governatore ha spinto per attivare nuove corse verso l’isola per motivi personali.
PALERMO - “Qua la casa brucia”, disse a un certo punto il dirigente generale alle Infrastrutture Fulvio Bellomo. Ma nella testa del presidente Crocetta c’era solo Filicudi. Le sue strade, il suo mare, le sue bellezze. Filicudi on my mind. L’isola al centro di tutto. Mentre la Sicilia era incendiata dalle polemiche e dai problemi. Dalle notizie di prossime chiusure degli ospedali, dopo la pubblicazione di una prima bozza della rete sanitaria. E mentre i dipendenti delle ex Province salivano sui tetti a protestare per lo sfascio degli enti.
Nella mente di Crocetta, però, c’era solo Filicudi. E per oltre un mese, dai primi di settembre ai primi di ottobre dello scorso anno, assessori e burocrati sono stati impegnati per assecondare quelli che negli atti dell’inchiesta “Mare Monstrum” vengono definiti senza mezzi termini i “desiderata” del governatore.
Crocetta si innamora dell’isola
E il presidente si attiva in prima persona, ad esempio, per assicurare nuove corse dalla Sicilia all’isolotto. Il motivo? È affidato alle ironie dei tanti “attori” intercettati dagli inquirenti. Dagli armatori Morace e Franza, passando per l’assessore Pistorio e per il sindaco di Lipari Giorgianni. Il presidente, secondo loro, si era innamorato dell’isola e non solo dell’isola. E a questo si doveva la sua insistenza.
L’amore scoppia a fine agosto. Tra il 22 e il 26 di quel mese, infatti, Crocetta è a Filicudi. Il governatore sbarca in compagnia di Massimo Finocchiaro, nominato alcuni mesi fa dal presidente al vertice dell’Ast. Il fedelissimo del governatore, appena messo piede sull’isola, chiama al telefono l’armatore Ettore Morace, finito ai domiciliari nell'inchiesta coordinata dai pm Luca Battinieri e Francesco Gualtieri, per raccontare la soddisfazione di Crocetta per la qualità dei servizi resi dalla Liberty Lines. È solo l’inizio. Sarà proprio Crocetta a parlare con Ettore Morace il 25 agosto. Lo farà tramite il cellulare di Pippo Santamaria, l’albergatore e delegato del sindaco di Lipari, nei confronti del quale, secondo politici e burocrati, sarebbe nata una forte simpatia da parte dello stesso governatore. “A Filicudi non si può che stare bene”, dice Crocetta a Morace e aggiungerà: “Dicevo a Pippo che ritornerò”. Filicudi era entrata nella mente del presidente.
Gli aliscafi e il mare d’inverno
E in effetti, già il giorno in cui Crocetta lascia l’isola, Santamaria chiama Morace spiegando che il presidente “vorrebbe potenziare alcune cose per la linea di Palermo...”. Una idea che presto, emergerà dalle carte, si trasformerà in una ossessione: quella di creare una tratta diretta da Palermo alle Eolie, persino durante i mesi invernali.
E l’idea trova spazio in una riunione convocata proprio da Crocetta per il primo settembre e alla quale parteciperanno l’assessore Giovanni Pistorio, il suo segretario particolare Giuseppe Montalto, il dirigente generale Fulvio Bellomo e lo stesso Ettore Morace. Il governatore, in quel momento, mette in moto la macchina della Regione per provare a trasformare la sua “intuizione” in realtà. Una idea che per tutti, da Bellomo a – addirittura – Morace è uno spreco o più semplicemente “una minchiata”.
Ma Crocetta va avanti come un treno. Gli uffici della Regione, però, provano a “smorzare” gli entusiasmi del presidente. E si impegnano, in quei giorni caldissimi per la Sicilia, a trovare una soluzione alternativa, e una copertura economica a quello che in tanti definiranno il “capriccio” del presidente. Così, la soluzione prevista è quella di una proroga di qualche giorno. Saranno cinque in tutto. E costeranno, secondo i calcoli dell’assessorato, circa 220 mila euro.
Il ritorno del presidente
Pochi giorni dopo la riunione del primo settembre, Crocetta torna a Filicudi. Nel frattempo, i dirigenti lavorano per assecondare le esigenze manifestate dal presidente. E il governatore interviene in prima persona, nel pomeriggio del 5 settembre, contattando direttamente il dirigente generale Bellomo: “Come è finita con Morace?” chiede Crocetta. Bellomo spiega che l’unica soluzione possibile è quella di un “prolungamento” fino “a fine settembre. Invece del 15 la facciamo scadere il 25 che è la domenica”. Il governatore si interessa anche sulla spesa: “Questa con costi addizionali o no?” domanda. E Bellomo gli spiega: “No, no paghiamo noi”. Il presidente chiude la conversazione (“Va bene”, dice) e parte per l’Isola. Suscitando persino il fastidio di Ettore Morace con cui Crocetta avrebbe dovuto incontrarsi proprio in quei giorni: “Mò il presidente – lamenta l’armatore – ci sentiamo tutti i giorni perché si è fissato lui e Filicudi… io quasi mi auguro che sia il cattivo tempo e non se ne fa niente perché stare tre giorni con questi su un’isola...”.
La strana lettera dei sindaci
Intanto, gli uffici continuano a lavorare per accontentare Crocetta. E sorge un nuovo problema: per sbloccare quelle tratte e il relativo finanziamento, è necessaria una richiesta dei sindaci delle Isole. Insomma, quella decisione deve quantomeno “apparire” il frutto di un interesse generale. “Sono soldi dell’erario pubblico”, spiegherà Bellomo nel corso di una conversazione intercettata. Alla fine, verrà coinvolto il sindaco di Lipari Giorgianni. Lo stesso che aveva definito quel progetto poco meno che una stupidaggine. “Lo sappiamo questo – dirà Bellomo alla dirigente Piazza – lo dobbiamo fare per forza”. Lo vuole il presidente.
Il terzo weekend a Filicudi
Presidente che deciderà di tornare nell’Isola anche nel weekend tra il 15 e il 18 settembre. Ettore Morace annuncia al padre Vittorio che il governatore sarà ospite sulla sua barca. Un viaggio sfortunato: a causa di una avaria, l’imbarcazione dovrà tornare indietro. Intanto, sulla terraferma, esplodeva la protesta di altri sindaci e di medici e manager: erano i giorni in cui si parlava concretamente della chiusura e del ridimensionamento di alcuni ospedali siciliani. E al rientro da Filicudi Crocetta era atteso da un delicatissimo “vertice di maggioranza”.
Sull’isola delle Eolie Crocetta intanto era arrivato proprio grazie alla “proroga” concessa agli aliscafi di Morace. Lo sbarco verrà immortalato dagli inquirenti che avevano iniziato un vero e proprio pedinamento nei confronti del presidente. Ad accoglierlo sulla banchina, Pippo Santamaria. Il giorno dopo si uniranno Ettore Morace e Massimo Finocchiaro. Il weekend, stando al racconto dell’armatore, sarà molto piacevole. Crocetta tornerà a Palermo la domenica, grazie a sei biglietti messi a disposizione gratuitamente da Santamaria.
Il porto di Filicudi e la “sceneggiata”
Il 25 settembre si fermano gli aliscafi. Ma Crocetta tornerà ugualmente sull’isola di Filicudi, pochi giorni dopo. Per una “ulteriore vicenda di interesse investigativo”, scrivono gli inquirenti. Si tratta della “questione legata alle opere di sistemazione, adeguamento e messa in sicurezza del porto di Filicudi”. Anche in questo caso, partono le grandi manovre e le riunioni alla Regione. Un incontro viene organizzato da Crocetta per il 26 settembre. E in questo caso viene coinvolto l’assessore regionale al Territorio Maurizio Croce. È lui a “convocare” il sindaco Giorgianni al quale, però, chiede di portare con sè a Palazzo d'Orleans “il tuo vicesindaco”. L’assessore in realtà si riferiva a Santamaria. “E’ un mio collaboratore”, preciserà il sindaco di Lipari. Poco male. Il presidente vuole che anche lui sia presente. La vicenda, molto contorta dal punto di vista burocratico, è finalizzata, come detto, alla sistemazione della banchina. “I lavori sono finiti, ma il porto non c’è”, sintetizzerà, nel corso di una conversazione con Bellomo, il dipendente regionale Carmelo Ricciardo.
L’esito della riunione? “Tutta la Regione il sette sarà a Filicudi”, dirà Giorgianni alla moglie. Tutti lì, il presidente, il dirigente generale, pure il capo della Protezione civile. Tutti a Filicudi, per un sopralluogo durato poco più “di mezz’ora”. Un viaggio inutile, secondo lo stesso sindaco: “Abbiamo risolto, - dirà Giorgianni - ma l’abbiamo risolto indipendentemente da questo sopralluogo. Io sto al gioco del sopralluogo per due motivi. Primo motivo perché, insomma, è il Presidente e vuole fare ‘sta sceneggiata e io non gli posso dire no”. Del resto, ammetterà il sindaco, “finanziamenti nel Patto per il Sud ne ha messi, per le isole Eolie, quanto non se n’erano mai visti nella storia”. E così, tutti a reggere la “sceneggiata”. Con tanto di conferenza stampa. Crocetta, però, si fermerà un po’ più degli altri. Arriverà il 6 e andrà via l’8 ottobre. “E’ da stamattina che lui è a Filicudi”, si sfogherà il dirigente Bellomo col collega Vincenzo Falgares. “Qui la casa brucia...”. Ma nella mente del presidente c’era solo Filicudi.
Fonte: livesicilia.it
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