di ANTONIO FRASCHILLA
Tornano a sperare di riavere i soldi indietro i pensionati della Regione che dal 2014 al 2016 hanno avuto il cosiddetto «prelievo di solidarietà». La norma era stata varata dal governo Monti e prevedeva, per gli assegni superiori ai 50mila euro l’anno, un prelievo che andava dal 5 al 18 per cento della pensione. La Regione, con la Finanziaria del 2014, ha recepito questa norma. Ma, se quella dello Stato era vincolata al rimpinguamento delle casse previdenziali pubbliche, quella siciliana non aveva precisi vincoli di utilizzo delle somme.
Risultato? La Corte dei conti ha deciso nei giorni scorsi, su ricorso di diversi pensionati regionali, di eccepire l’incostituzionalità della norma. Adesso sarà la Suprema Corte a dover decidere se cancellare la norma. In quest’ultimo caso la Regione dovrà restituire sei milioni di euro prelevati dalle pensioni degli ex regionali. La norma della Finanziaria doveva prevedere un chiaro utilizzo per garantire le pensioni, invece si fa riferimento a iniziative per i disagiati e i senza lavoro.
Dal fondo pensioni garantiscono comunque che i sei milioni prelevati dal bilancio sono stati utilizzati per le pensioni e che quindi la ratio della norma statale è stata rispettata. Ma la Corte dei conti, nella sezione che si occupa di pensioni, ha deciso di rimettere la decisione finale alla Corte costituzionale. E i pensionati d’oro di Palazzo d’Orleans tornano a sperare.
25 Aprile 2017
Fonte: palermo.repubblica.it
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