Cassate diverse norme. Altre spostate nello “stralcio”. Slitta la chiusura di Riscossione Sicilia.
di Accursio Sabella
PALERMO - Lo aveva annunciato. E ha mantenuto la promessa. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha deciso lo stralcio di una ventina di norme della legge di stabilità approvata dalla Commissione bilancio. Tra questi, i fondi che avevano una destinazione “specifica” e non generale e astratta, come prevede la legge. Tra questi, i fondi destinati a Cefalù: somme previste per ripagare la metà dei costi per le ricostruzioni di case ed esercizi commerciali colpiti dall'incendio della scorsa estate. Cassata anche l'idea di destinare a Barcellona Pozzo di Gotto 300 mila euro per i danni prodotti dall'alluvione del 2015 e quella di destinare 200 mila euro al Comune di Partanna colpito da eventi atmosferici che hanno danneggiato la zona del cimitero. Stralciato anche il comma che prevede di destinare 200 mila euro per il risarcimento di danni provocati nel 2009 nella località “salita Mezzagno Palermo”. Uno stralcio contro cui ha subito protestato in Aula il deputato di Forza Italia, Giuseppe Milazzo. Stop anche ai 250 mila euro inizialmente previsti per ammodernare lo stadio “Carlotta Bordonaro” di Canicattì.
Bocciato anche il comma dell’articolo 2 che prevede che i Liberi consorzi possano approvare il bilancio per il solo 2017. Una norma che potrebbe “tornare” tramite un emendamento, se nel frattempo lo Stato approverà una norma analoga. No anche a diversi finanziamenti a pioggia, come i 150 mila euro per il Centro siciliano Sturzo e i 100 mila euro per il “Castelbuono jazz festival”.
Era stata poi citata anche in Aula la norma intitolata “sostegno alle imprese editoriali”. Cosa prevede? Semplice: la Regione si impegna ad acquistare, al prezzo di un euro, fino a seimila copie non vendute di settimanali e mensili editi da cooperative composte almeno per la metà da giornalisti. Una norma cancellata dal presidente dell’Ars. Così come quelle che prevedono i finanziamenti per il “Bellini Teatro Festival” di Catania (150 mila euro in tre anni) e per il “Placido Mandanici Teatro Festival” di Barcellona Pozzo di Gotto (anche qui 150 mila euro nel triennio).
Ardizzone ha poi invitato a riformulare la norma che prevede il transito dei dipendenti dell’Eas all’Ente per lo sviluppo agricolo e quelle che riguardano il trasporto pubblico locale, “in conformità alla normativa europea in materia di aiuti di Stato”: un caso legato anche a una procedura di infrazione che pende sull’Ast e che rischia di far fallire l’azienda. Stralciate anche norme sull’utilizzo del personale Aras e sull’utilizzo dei beni confiscati alla mafia.
Vengono “spostati” nella legge-stralcio, invece, una serie di norme. Come quelle relative ai Consorzi universitari, al riordino degli Ersu che si traduce nella riduzione a un unico ente in Sicilia, al personale dell’ente Fiera di Messina, al personale lsu assunto presso Almaviva.
Stralciata anche la norma con la quale si prova a ricostituire una sorta di ufficio stampa. “Per il reclutamento di qualificati operatori dell'informazione professionale e della comunicazione istituzionale”, prevedeva la norma, il governo in carica “provvede mediante il ricorso a figure professionali iscritte all'ordine dei giornalisti sulla base dell'esame del curriculum vitae”. Una occhiata ai titoli, ed ecco l'assunzione “con contratto a tempo determinato secondo le norme regolamentari vigenti per gli uffici di diretta collaborazione del Presidente della Regione”. Intanto, finché dura il governatore, i giornalisti selezionati “intuitu personae” resterebbero in sella. Il costo? 350 mila euro solo nel 2017 e 650 mila euro a partire dal 2018. E il rischio di replicare certe “anomalie” del passato è così di nuovo evidente. Ma la norma è stata estromessa dalla Finanziaria.
Ma non finisce qui. In piena campagna elettorale la Regione si era accorta dell'importanza della promozione. In particolare di avere bisogno di una “struttura intermedia con le funzioni di assicurare una specifica e adeguata attività redazionale e di comunicazione” che sarebbe costata altri 300 mila euro. Anche questa norma è stata stralciata, così come quella che prevede lo stanziamento di cinque milioni di euro messi a disposizione degli assessori al Turismo e ai Beni culturali per “incrementare l'offerta culturale di qualità” e destagionalizzare il turismo. Spostate nello stralcio anche le norme sul Corpo forestale e sul demanio.
“Il collegato andrà esaminato dopo l’approvazione della Finanziaria e del bilancio” ha poi detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. In quel testo, anche la norma che prevede la liquidazione della società Riscossione Sicilia. Per questo e per gli altri provvedimenti previsti in quello stralcio, se ne riparlerà dal primo maggio. Anche se i deputati già protestano: “Lo stralcio va votato insieme a Finanziaria e bilancio – ha detto il vicecapogruppo del Pd Giovanni Panepinto – altrimenti sarà difficile gestire il voto in Aula”. Il braccio di ferro è appena iniziato.
Fonte: livesicilia.it
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