AMBIENTE: PEFC, LOTTA A ILLEGALITÀ E CERTIFICAZIONE PER SALVARE LE FORESTE
Disattenzione verso le politiche a sostegno del patrimonio forestale,
mentre l’illegalità dilaga: il taglio illegale degli alberi sottrae
almeno 10 miliardi all’industria e ai proprietari forestali nel mondo,
oltre a essere responsabile del 25% delle emissioni dei gas serra
globali. La denuncia, in vista della Giornata Internazionale delle
Foreste del 21 marzo, arriva da Pefc Italia, l’associazione senza fini
di lucro che costituisce l’organo di governo nazionale del sistema di
certificazione Pefc (Programme for Endorsement of Forest Certification
schemes), cioè il Programma di Valutazione degli schemi di
certificazione forestale. Che però rileva anche un dato positivo: le
aziende che scelgono di certificarsi per garantire prodotti sicuri,
sostenibili e tracciabili, sono cresciute del 15% nell’ultimo anno. “Se
si vuole davvero tutelare il nostro straordinario patrimonio di boschi e
foreste e le comunità che attorno ad essi vivono, occorre agire in due
direzioni: lottare contro l’illegalità nel settore forestale e dare un
deciso sostegno alle tante realtà imprenditoriali che scelgono di
certificarsi per assicurare la tracciabilità e la qualità delle materie
prime utilizzate”, dichiara Maria Cristina D’Orlando, presidente Pefc
Italia. Il legame tra tagli illegali e difficoltà di rafforzare la
gestione virtuosa delle nostre foreste è semplice: il mancato contrasto
all’illegalità di fatto ostacola gli operatori che vogliono garantire
trasparenza e qualità dei propri prodotti in legno. Chi opera nell’ombra
infatti ha un vantaggio economico e minori costi. Nonostante questo,
notizie positive arrivano dal mondo della certificazione forestale che
continua a mostrare numeri in crescita e si conferma tra gli strumenti
più efficaci per la diffusione della legalità oltre che un veicolo per
aprire nuovi mercati alle imprese italiane. I boschi italiani
certificati Pefc sono pari al 9,44%, in linea con i valori a livello
mondiale: 400 milioni certificati su 3.890 milioni di ettari di
superficie forestale mondiale. A fine 2016, le aziende italiane di
trasformazione del legno e carta che hanno ottenuto la certificazione
catena di custodia Pefc sono 960, con un incremento di quasi il 15%
rispetto all’anno precedente. L’area a maggior certificazione è quella
gestita dall’Unione Agricoltori di Bolzano (con 301.066,08 ettari, il
36,7% del totale Pefc italiano), seguita dall’area gestita dal Consorzio
dei Comuni Trentini (con 258.566,72 ettari, il 31,5%), poi dall’area
gestita dal Gruppo Pefc Veneto (con 84.528,940 ettari, l’10,2%), quindi
dall’area gestita da Uncem in Friuli Venezia Giulia (con 81.913 ettari,
il 10%). A seguire, le foreste del Piemonte, della Lombardia, della
Toscana, Basilicata, e in altre regioni (Liguria, Emilia Romagna e
Umbria). E per aumentare il livello di garanzie per gli acquirenti dei
prodotti certificati in legno, i requisiti per poter ottenere la
certificazione Pefc in Italia verranno presto rivisti in senso ancora
più rigoroso, durante le periodiche revisioni da parte del Pefc
internazionale. I nuovi standard, la cui introduzione è prevista per
maggio, sono caratterizzati da un miglioramento dei criteri di
sostenibilità ambientale: daranno ad esempio preferenza alla
rinnovazione naturale dei boschi invece del rimboschimento artificiale
che garantisce una maggiore diversità genetica, prevederanno
l’introduzione di specifici sistemi di sorveglianza per la protezione
delle foreste dalle attività illegali ed espliciteranno il divieto dei
pesticidi più tossici per i pioppeti.
20 Marzo 2017
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