Il movimento del governatore fa riferimento all’autonomia, richiama nel simbolo i Cinquestelle e il nome ricorda il motto di Matteo Renzi
di ANTONIO FRASCHILLA e EMANUELE LAURIA
Il simbolo e lo slogan sono un perfetto mix
fra autonomismo, grillismo e, perché no, renzismo. Crocetta rompe gli
indugi, lancia il suo nuovo movimento e dice ad alleati ed avversari che
lui alle prossime regionali sarà comunque in campo per la
ricandidatura. Ma è una mossa che produce ulteriore, nuova,
fibrillazione nel Pd. È una storia di colori: il giallo e il rosso della
bandiera della Sicilia. È una storia di stelle: ci sono anche nel
simbolo crocettiano, non sono cinque ma nove come le province
dell’Isola. È una storia di assonanze: #Riparte Sicilia, con tanto di
hashtag, somiglia tanto a #Italia riparte, ovvero il motto di Matteo
Renzi. C’è dentro di tutto, e di più, nel “Super Megafono” - ipse dixit -
che il governatore della Sicilia presenterà il 17 febbraio in una
convention a Palermo. «Non un nuovo movimento - afferma il presidente
della Regione - ma una rete di movimenti che punta ad aggregare attorno
al vecchio Megafono circoli e soggetti diversi in vista delle elezioni
regionali. Un soggetto politico pronto a schierarsi con una lista anche
al Senato e se necessario alle Comunali».Un soggetto «fortissimo, in grado di intercettare vasti consensi e che alle Regionali prenderà almeno quindici deputati e determinerà maggiore stabilità all’Ars - afferma il governatore - e sostanziale sostegno al nuovo governo che, confermo, mi candido a presiedere per continuare nella via del risanamento e dello sviluppo».
Mossa a sorpresa, ma fino a un certo punto. Arriva nel pieno della sfida con i deputati del Pd sulla Finanziaria all’Ars («Se non la voteranno, cadrà il patto di governo», aveva detto in mattinata Crocetta) ma soprattutto a due giorni dalla presentazione del think thank di Davide Faraone, che con la sua “Cambiamenti” ha aperto il cantiere elettorale. Faraone ha invocato le primarie e non ha mai smentito di essere pronto a correre: «Il presidente della Regione affronta la questione di petto: «Lasciamo stare le faroniadi... E poi, Faraone è il Pd? Io sono negli organismi nazionali quanto lui e non determina lui la linea», taglia corto l’ex sindaco di Gela. Assicura il governatore: «Io resto un uomo del Pd e questo nuovo soggetto vuole essere un valore aggiunto per il centrosinistra, con cui si correrà fianco a fianco nelle competizioni. Non vogliamo fare azione di disturbo al Pd, ragioneremo insieme sullo scenario delle comunali. Ma intanto, mentre gli altri discutono, io vado avanti».
Parole che non convincono fino in fondo, tutt’altro, il segretario del partito democratico Fausto Raciti: «Ho chiesto una riunione del gruppo parlamentare del Pd all’Ars che si terrà martedì prossimo - dice - E in quella sede, con la presenza di Crocetta, si parlerà dei problemi della Finanziaria ma anche dell’atteggiamento politico complessivo. È evidente che non si può, da un lato, parlare di un ragionamento comune da portare avanti e poi fare queste fughe in avanti. Delle candidature dobbiamo ancora parlare, e invece da più parti c’è un tentativo di mettere le aspirazioni personali alle regole del partito». Il riferimento, è evidente, è anche per Faraone. «Il mio ragionamento è a 360 gradi, chi vuole intendere intenda. È assurdo che ci troviamo davanti a queste sortite personali che mirano alle Regionali quando ancora - dice Raciti - non abbiamo trovato un accordo per le Comunali di Palermo».
03 Febbraio 2017
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