Crocetta lancia questa definizione e poi ricomincia la sequenza delle sue conferenze stampa a raffica convocate su un argomento (rifiuti, porti ecc ecc) per poi parlare anche e soprattutto di tutt’altro. uno schema già visto quando il governatore vuole riprendersi la scena.
Ma mentre parla poco e male di finanziaria, parla tanto della sua visione di politica, del lancio del suo movimento, di amministrative ancora senza data, di regionali alla quali sarà candidato fuori dal Pd. Parte, dunque, con la campagna elettorale mentre il centrodestra discute ancora del fare o meno le primarie e a sinistra si fanno laboratori di idee.
Ma il vero terreno di scontro è e resta la Finanziaria, l’ultima legge nella quale spendere qualcosa che possa portare un poco di clientela. Ma Crocetta nega “Una finanziaria elettorale? E’ esattamente il contrario. C’è una parte della maggioranza che pensa di poter bloccare l’autonomia del presidente prorogando all’infinito l’approvazione. E’ un tentativo di paralizzare il governo”.
Poi la minaccia lasciata quasi scivolare lì quasi per caso, distrattamente “Nel Pd non possono dire che non voteranno la finanziaria, se così è cadrà il patto di governo”. Crocetta, insomma, si sente pronto a correre e pensa che gli altri non lo siano e conta su questo per far passare in aula la sua finanziaria.
“Qual è il dissenso su questa finanziaria?” si chiede pleonasticamente e subdolamente parla di ‘accordini’ inesistenti “A me non ha chiesto niente nessuno. Se manca qualcosa ci sono le commissioni. Non è la prima finanziaria che si
emenda”.
Se il Pd, dopo giorni di polemica lascia cadere la cosa, tocca a tutti gli altri avviare il tiro al Crocetta. “Il Presidente della Regione confonde l’autonomia con l’arbitrio. Le finanziarie diventano elettorali quando a criteri ben precisi si sostituisce l’arbitrio degli organi politici e in commissione bilancio mi sono reso conto che in più di un provvedimento è stato il governo a far passare questo principio – dice Mimmo Turano, capogruppo dei Centristi per la Sicilia all’Ars – non si può agitare lo spauracchio delle marchette elettorali – continua Turano – per mortificare ulteriormente il lavoro del Parlamento dopo che il governo regionale ha depositato la finanziaria in ritardo, ha portato una manovra aggiuntiva e ha costretto la conferenza dei capigruppo a riprogrammare i lavori”.
Gli alleati si dimenano, dunque, e lo fa proprio chi è in predicato di passare a destra. “E’ inaccettabile – conclude il capogruppo dei centristi in una dichiarazione di due giorni fa – e non lo permetteremo”.
Per Forza Italia si tratta di una faida interna al Pd “Oggi come ieri e come sempre, il Partito democratico non si smentisce – dice ilc apogruppo Marco Falcone – tenendo sotto scacco, con una serie infinita di ricattucci e mezzucci, il governo di Rosario Crocetta, ormai impegnato quotidianamente a difendersi dagli attacchi di coloro che dovrebbero invece essere sui fidati alleati. Agli uni e agli altri poco sembra interessare una finanziaria regionale divenuta esclusivamente campo di battaglia, in totale sfregio alle reali necessità di una Sicilia in gravissima difficoltà, la cui economia perde pezzi ogni giorno di più”.
Fin qui lo scontro che si ferma a giovedì sera. Adesso c’è il week-end, si ricomincia a litigare martedì e per giungere ad una approvazione di finanziaria che è ancora ai suoi primi passi in commissione, resteranno poco più di due settimane
04 Febbraio 2017
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