"Siamo consapevoli - afferma Marino - che il fenomeno del caporalato e del lavoro nero è ancora massicciamente diffuso nel nostro territorio. Non a caso, d'altronde, fu proprio a Palazzo San Domenico di Adrano che il 25 settembre 2013 la Uila tenne un convegno da cui partì un impulso significativo per la discussione della normativa approvata lo scorso anno dal Parlamento italiano. Adesso come allora, noi riteniamo che il frutto del lavoro nero avvelena i lavoratori, le imprese, la società". Il segretario Uila aggiunge: "Alle imprese, in particolare, noi offriamo disponibilità al dialogo, al confronto, per avviare un percorso virtuoso che vada al di là e al di sopra dell'attività di repressione, pure necessaria. La malapianta ha radici diffuse, come dimostra pure il Rapporto Uil 2016 sui voucher che sono ancora incredibilmente poco utilizzati nel mondo agricolo a differenza di altri ambiti. La Uila etnea, quindi, conferma il proprio impegno contro lo sfruttamento dei lavoratori e ricorda il numero verde anticaporalato 800974263, attivo ormai da anni, ma ritiene che sia anche tempo di esaltare e far conoscere le aziende sane del settore agroalimentare ai consumatori, ai cittadini. Per questo, in collaborazione con l'associazione consumatori Adoc, lanciamo l'idea di un marchio ZeroCaporalato". Nino Marino annuncia, inoltre, che la Uila esaminerà con Fai e Flai "iniziative specifiche per il controllo di regolarità nei rapporti di lavoro, in cui vengano chiamati a un ruolo di protagonismo gli enti bilaterali "Ciala" e "Cilca" costituiti da Fai-Flai-Uila con Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Agci, Confcooperative e LegaCoop". Il segretario sindacale, infine, dichiara che "rivendicherà l'inserimento di regole anticaporalato nel rinnovo dei contratti collettivi provinciali per operai agricoli, florovivaisti e dipendenti di cooperative e consorzi".
10 Gennaio 2017
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