Ricevo e volentieri pubblico
dal Senatore di Forza Italia
Vincenzo Gibiino
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ITALIA SIAMO IN DEFLAZIONE:
2017 A DISTANZA DI ANNI DAL GOLPE DEL 2011 INIZIAMO AD AVERE ALCUNE CERTEZZE. QUALCUNO SIMULO’ DIFFICOLTA’ FINANZIARIE DELL’ITALIA, CI IMPRESSIONO’ CON LO SPREAD PER BUTTARE GIU’ L’ULTIMO GOVERNO ELETTO DAGLI ITALIANI E SOSTITUIRLO CON I GOVERNI DEI POTERI FORTI
CI VOGLIONO DEBOLI, MA ABBIAMO CAPITO LA LEZIONE E ABBIAMO LA FORZA ANCORA PER REAGIRE, SIAMO UN GRANDE POPOLO,
“PASSAGGI SALIENTI DELLA REQUISITORIA DEL PM MICHELE RUGGIERO AL PROCESSO DI TRANI SULLE AGENZIE DI RATING” e intercettazioni telefoniche tra Deven Sharma, il capo di Standard & Poor’s a New York e Maria Pierdicchi della succursale di Milano
Tutto inizia il 20 maggio 2011 (lo spread era ancora sotto controllo), quando due analisti di Standard & Poor’s divulgavano un report in cui si comunicava l’avvenuto taglio dell’outlook del debito sovrano dell’Italia da stabile a negativo, diffondendo solo il 23 maggio un report esplicativo dell’avvenuto downgrade. Secondo quanto asserito da altre agenzie di rating (Moody’s e Fitch) e dal Ministero dell’Economia, quei giudizi sono da ritenere falsi, parzialmente infondati e comunque imprudenti, tendenziosi e scorretti (anche nelle forme di comunicazione). A seguito del taglio dell’outlook si ebbero sensibili perdite di titoli azionari, obbligazionari e dei titoli di Stato nazionali. Il primo luglio 2011 un venerdì, poco prima della chiusura dei mercati, Standard & Poor’s divulgava una nota con giudizi negativi sulla manovra finanziaria presentata in Consiglio dei ministri dal Ministero dell’Economia quando ancora il testo non era ufficiale né definitivo, determinando nuovamente turbolenze sul mercato dei titoli e sulle aste dei titoli di Stato. Il regolamento europeo (n. 1060/2009) relativo alle agenzie di rating recita nella premessa: ¨ «I rating del credito hanno un impatto significativo sul funzionamento del mercato e sulla fiducia degli investitori e dei consumatori. È pertanto essenziale che le attività di rating del credito siano condotte nel rispetto dei principi di integrità, trasparenza, responsabilità e correttezza gestionale affinché i rating utilizzati nella comunità emessi da tali agenzie siano indipendenti, oggettivi e di qualità adeguata». Si trovano pieno riscontro a queste tesi, anche dall’ex ministro dell’economia americana Tim Geithner, nel suo libro “Stress Test. Riflessioni sulla crisi finanziaria”. “Nell’autunno 2011 – scrive Geithner – “alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato”. ¨ Scrive Geithner: “Volevano che noi rifiutassimo di sup- portare eventuali prestiti che il Fondo monetario interna- zionale aveva in mente di concedere all’Italia finché Berlusconi non si fosse dimesso. Parlammo al presidente Obama di questo sorprendente invito, ma per quanto ci fosse comodo avere leadership migliori in Europa, decidemmo che non potevamo essere coinvolti in un piano così. Dissi che noi non potevamo avere il sangue di Berlusconi sulle nostre mani”. il suo racconto è la storia di un golpe, pienamente riuscito, ossia di ingerenze esterne per fare dimettere Berlusconi. ¨ Tutti i fondamentali dell’economia italiana a quell’epoca erano migliori di quel che sarebbe avvenuto dopo. Migliore il rapporto deficit-pil, migliore il tasso di crescita dell’ economia italiana, migliore il rapporto debito-pil, migliore il tasso di disoccupazione. Gli indicatori fondamentali dell’economia italiana erano più vicini alla media dell’area euro di quel che sarebbe accaduto con Mario Monti, Enrico Letta e con Matteo Renzi. Lo spread ed i Cds (Credit Default Swap) che misurano la solvibilità di uno Stato, che raggiunsero picchi elevatissimi, furono verosimilmente utilizzati da banche di affari ed altri soggetti. I tanti dubbi e le mille ombre sul commissariamento dell’Italia e l’ennesima notte della Repubblica, dovrebbero essere acclarate da un Parlamento la cui sovranità appartiene al popolo, non a tecnocrati, cleptocrati, oligarchi e figli di troika, che sembra abbiano tramato per attentare alla ‘democrazia’ italiana ed ai suoi valori costituzionali.
A dispetto dei declassamenti decretati nei confronti del nostro Paese da parte dalle Agenzie di rating nel 2011, i "fondamentali economici" dell'Italia erano assolutamente solidi! L'Agenzia Fitch dichiarava nel dicembre 2011 che vi era la probabilità di un declassamento dell'Italia, ma precisava altresì che quella decisione sarebbe stata adottata solo dopo un "riesame attivo" sia della "solidità dei fondamentali economici" del Paese, sia delle riforme politiche e di consolidamento fiscale varate. ¨ Ebbene, i numeri ed i dati ufficiali resi noti già nel novembre 2011 dalla Banca d'Italia e dalle principali Organizzazioni internazionali (OCSE, FMI, Commissione Europea; BCE, Eurostat) dipingono una situazione dell'Italia assolutamente contraria a quella tratteggiata dalle Agenzie di rating. Analizzando in modo oggettivo ed indipendente quei dati ufficiali dell'Italia (inerenti il disavanzo pubblico, l'avanzo primario, il debito pubblico e la quota di esso detenuta da soggetti non residenti, il debito privato di famiglie e di imprese) - dati universalmente conosciuti che un operatore qualificato come un'Agenzia di rating non poteva in alcun modo ignorare - si rileva una condizione economica dell’Italia praticamente migliore di quella di tutti gli altri Paesi dell’area euro e non solo. ¨Spiega e documenta la Banca d'Italia come il nostro sistema finanziario in quel periodo presentava molteplici "elementi di forza" quali: un contenuto debito estero, la solidità e stabilità del sistema bancario, la tendenza al riequilibrio dei conti pubblici, il basso indebitamento privato, l’assenza di squilibri sul mercato immobiliare. "Gli analisti di Fitch 'travestono, mascherano le anticipazioni indebite sul declassamento imminente del rating dell'Italia attraverso spiegazioni di precedenti rating. Cosi si sottraggono alle sanzioni della Consob, perchè le anticipazioni del rating sono vietate dai regolamenti, ma il mercato li prende sul serio. Infatti, c'è stata volatilità negativa sul mercato". "Se si guarda il documento sulla stabilità finanziaria dell'Italia, 'nel 2011 il nostro Paese stava messo meglio di tutti gli altri Paesi europei. Quindi, non c'erano neppure i presupposti per il doppio declassamento del rating dell'Italia (da A a BBB+) deciso da Fitch nel gennaio 2012". "I fondamentali economici della stabilità dell'Italia nel 2011 non erano solidi, erano solidissimi'. I FATTI DEL 2011. LE AGENZIE DI RATING USATE PER FAR FUORI BERLUSCONI ¨ Molti indizi raccolti e catalogati puntigliosamente dal Pm Michele Ruggiero della Procura di Trani nell’indagine sulle Agenzie di rating che declassarono l’Italia nel 2011, come la ‘pistola fumante’ di mail sequestrate ed intercettazioni telefoniche tra Deven Sharma, il capo di Standard & Poor’s a New York e Maria Pierdicchi della succursale di Milano, fanno più di una prova sul complotto ordito da oligarchie, troika, banche di affari e massonerie internazionali, per abbattere e sostituire con un loro fiduciario, un governo democraticamente eletto, quello presieduto da Silvio Berlusconi. Ci voleva una Commissione parlamentare di inchiesta per scrivere la verità sul novembre 2011. Non c'è stata, ci sta pensando il pm Ruggiero e il Tribunale di Trani.
ITALIA SIAMO IN DEFLAZIONE:
2017 A DISTANZA DI ANNI DAL GOLPE DEL 2011 INIZIAMO AD AVERE ALCUNE CERTEZZE. QUALCUNO SIMULO’ DIFFICOLTA’ FINANZIARIE DELL’ITALIA, CI IMPRESSIONO’ CON LO SPREAD PER BUTTARE GIU’ L’ULTIMO GOVERNO ELETTO DAGLI ITALIANI E SOSTITUIRLO CON I GOVERNI DEI POTERI FORTI
CI VOGLIONO DEBOLI, MA ABBIAMO CAPITO LA LEZIONE E ABBIAMO LA FORZA ANCORA PER REAGIRE, SIAMO UN GRANDE POPOLO,
“PASSAGGI SALIENTI DELLA REQUISITORIA DEL PM MICHELE RUGGIERO AL PROCESSO DI TRANI SULLE AGENZIE DI RATING” e intercettazioni telefoniche tra Deven Sharma, il capo di Standard & Poor’s a New York e Maria Pierdicchi della succursale di Milano
Tutto inizia il 20 maggio 2011 (lo spread era ancora sotto controllo), quando due analisti di Standard & Poor’s divulgavano un report in cui si comunicava l’avvenuto taglio dell’outlook del debito sovrano dell’Italia da stabile a negativo, diffondendo solo il 23 maggio un report esplicativo dell’avvenuto downgrade. Secondo quanto asserito da altre agenzie di rating (Moody’s e Fitch) e dal Ministero dell’Economia, quei giudizi sono da ritenere falsi, parzialmente infondati e comunque imprudenti, tendenziosi e scorretti (anche nelle forme di comunicazione). A seguito del taglio dell’outlook si ebbero sensibili perdite di titoli azionari, obbligazionari e dei titoli di Stato nazionali. Il primo luglio 2011 un venerdì, poco prima della chiusura dei mercati, Standard & Poor’s divulgava una nota con giudizi negativi sulla manovra finanziaria presentata in Consiglio dei ministri dal Ministero dell’Economia quando ancora il testo non era ufficiale né definitivo, determinando nuovamente turbolenze sul mercato dei titoli e sulle aste dei titoli di Stato. Il regolamento europeo (n. 1060/2009) relativo alle agenzie di rating recita nella premessa: ¨ «I rating del credito hanno un impatto significativo sul funzionamento del mercato e sulla fiducia degli investitori e dei consumatori. È pertanto essenziale che le attività di rating del credito siano condotte nel rispetto dei principi di integrità, trasparenza, responsabilità e correttezza gestionale affinché i rating utilizzati nella comunità emessi da tali agenzie siano indipendenti, oggettivi e di qualità adeguata». Si trovano pieno riscontro a queste tesi, anche dall’ex ministro dell’economia americana Tim Geithner, nel suo libro “Stress Test. Riflessioni sulla crisi finanziaria”. “Nell’autunno 2011 – scrive Geithner – “alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato”. ¨ Scrive Geithner: “Volevano che noi rifiutassimo di sup- portare eventuali prestiti che il Fondo monetario interna- zionale aveva in mente di concedere all’Italia finché Berlusconi non si fosse dimesso. Parlammo al presidente Obama di questo sorprendente invito, ma per quanto ci fosse comodo avere leadership migliori in Europa, decidemmo che non potevamo essere coinvolti in un piano così. Dissi che noi non potevamo avere il sangue di Berlusconi sulle nostre mani”. il suo racconto è la storia di un golpe, pienamente riuscito, ossia di ingerenze esterne per fare dimettere Berlusconi. ¨ Tutti i fondamentali dell’economia italiana a quell’epoca erano migliori di quel che sarebbe avvenuto dopo. Migliore il rapporto deficit-pil, migliore il tasso di crescita dell’ economia italiana, migliore il rapporto debito-pil, migliore il tasso di disoccupazione. Gli indicatori fondamentali dell’economia italiana erano più vicini alla media dell’area euro di quel che sarebbe accaduto con Mario Monti, Enrico Letta e con Matteo Renzi. Lo spread ed i Cds (Credit Default Swap) che misurano la solvibilità di uno Stato, che raggiunsero picchi elevatissimi, furono verosimilmente utilizzati da banche di affari ed altri soggetti. I tanti dubbi e le mille ombre sul commissariamento dell’Italia e l’ennesima notte della Repubblica, dovrebbero essere acclarate da un Parlamento la cui sovranità appartiene al popolo, non a tecnocrati, cleptocrati, oligarchi e figli di troika, che sembra abbiano tramato per attentare alla ‘democrazia’ italiana ed ai suoi valori costituzionali.
A dispetto dei declassamenti decretati nei confronti del nostro Paese da parte dalle Agenzie di rating nel 2011, i "fondamentali economici" dell'Italia erano assolutamente solidi! L'Agenzia Fitch dichiarava nel dicembre 2011 che vi era la probabilità di un declassamento dell'Italia, ma precisava altresì che quella decisione sarebbe stata adottata solo dopo un "riesame attivo" sia della "solidità dei fondamentali economici" del Paese, sia delle riforme politiche e di consolidamento fiscale varate. ¨ Ebbene, i numeri ed i dati ufficiali resi noti già nel novembre 2011 dalla Banca d'Italia e dalle principali Organizzazioni internazionali (OCSE, FMI, Commissione Europea; BCE, Eurostat) dipingono una situazione dell'Italia assolutamente contraria a quella tratteggiata dalle Agenzie di rating. Analizzando in modo oggettivo ed indipendente quei dati ufficiali dell'Italia (inerenti il disavanzo pubblico, l'avanzo primario, il debito pubblico e la quota di esso detenuta da soggetti non residenti, il debito privato di famiglie e di imprese) - dati universalmente conosciuti che un operatore qualificato come un'Agenzia di rating non poteva in alcun modo ignorare - si rileva una condizione economica dell’Italia praticamente migliore di quella di tutti gli altri Paesi dell’area euro e non solo. ¨Spiega e documenta la Banca d'Italia come il nostro sistema finanziario in quel periodo presentava molteplici "elementi di forza" quali: un contenuto debito estero, la solidità e stabilità del sistema bancario, la tendenza al riequilibrio dei conti pubblici, il basso indebitamento privato, l’assenza di squilibri sul mercato immobiliare. "Gli analisti di Fitch 'travestono, mascherano le anticipazioni indebite sul declassamento imminente del rating dell'Italia attraverso spiegazioni di precedenti rating. Cosi si sottraggono alle sanzioni della Consob, perchè le anticipazioni del rating sono vietate dai regolamenti, ma il mercato li prende sul serio. Infatti, c'è stata volatilità negativa sul mercato". "Se si guarda il documento sulla stabilità finanziaria dell'Italia, 'nel 2011 il nostro Paese stava messo meglio di tutti gli altri Paesi europei. Quindi, non c'erano neppure i presupposti per il doppio declassamento del rating dell'Italia (da A a BBB+) deciso da Fitch nel gennaio 2012". "I fondamentali economici della stabilità dell'Italia nel 2011 non erano solidi, erano solidissimi'. I FATTI DEL 2011. LE AGENZIE DI RATING USATE PER FAR FUORI BERLUSCONI ¨ Molti indizi raccolti e catalogati puntigliosamente dal Pm Michele Ruggiero della Procura di Trani nell’indagine sulle Agenzie di rating che declassarono l’Italia nel 2011, come la ‘pistola fumante’ di mail sequestrate ed intercettazioni telefoniche tra Deven Sharma, il capo di Standard & Poor’s a New York e Maria Pierdicchi della succursale di Milano, fanno più di una prova sul complotto ordito da oligarchie, troika, banche di affari e massonerie internazionali, per abbattere e sostituire con un loro fiduciario, un governo democraticamente eletto, quello presieduto da Silvio Berlusconi. Ci voleva una Commissione parlamentare di inchiesta per scrivere la verità sul novembre 2011. Non c'è stata, ci sta pensando il pm Ruggiero e il Tribunale di Trani.
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Nota
Però egregio Senatore Gibiino, il Governo Monti era appoggiato anche da Forza Italia.
I lavoratori forestali, con i governi Berlusconi-Cuffaro potevano avere qualcosa in più per per come avevano promesso. Non solo, con il centro destra abbiamo rischiato seriamente di perdere l'indennità di disoccupazione.
Una stoccatina va anche all'attuale compagine governativa Roma-Palermo, per il momento sono stati i governi peggiori per la categoria più anziana non stabilizzata!
I lavoratori forestali, con i governi Berlusconi-Cuffaro potevano avere qualcosa in più per per come avevano promesso. Non solo, con il centro destra abbiamo rischiato seriamente di perdere l'indennità di disoccupazione.
Una stoccatina va anche all'attuale compagine governativa Roma-Palermo, per il momento sono stati i governi peggiori per la categoria più anziana non stabilizzata!
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