I chiarimenti dell'assessore alle Autonomie locali Lantieri:
«Questi i passaggi»
Otto lavoratori vincono la causa per il
riconoscimento degli scatti di anzianità
PALERMO Doccia fredda sui tanti precari al servizio dei comuni che già
avevano avviato le procedure per la loro stabilizzazione. «Le
proroghe-ha, infatti, avvertito l'assessore alle Autonomie locali Luisa
Landen, anche lei precaria - non si possono avviare prima del 31 marzo,
lo dice espressamente la legge. Il piano - ha spiegato - prevede che sia
la Regione a farsi carico del costo del personale, ma per farlo deve
conseguire dei risparmi. Questo - ha aggiunto sarà possibile avviando la
mobilità di una parte del personale delle ex Province». Di fatto,
prima che partano le procedure, sempre che a Roma il cosiddetto decreto
Milleproroghe venga coordinato con la normativa della Regione siciliana,
per avviare le procedure di stabilizzazione dei precari degli enti
locali sono necessari altri due passaggi: dovrà essere approvata la
Finanziaria e al suo interno dovrà essere inserita la norma che
autorizza il trasferimento dei dipendenti delle disciolte Province
presso altre amministrazioni. «A quel punto - ha precisato l'assessore
Lantieri scatterà il piano delle stabilizzazioni. Prima non è
possibile». I dipendenti dei comuni di Catania, Caltanissetta,
Alessandria della Rocca, Gagliano Castelferrato, Gangi. Giuliana,
loppolo Giancaxio, Montemaggiore Belsito, Pedara, Realmonte, Roccella
Valdemone, Sant'Angelo Muxaro, Santa Elisabetta, Torregrotta e
Venefico, i comuni, cioè, che già avevano avviato le procedure per la
loro stabilizzazione, dovranno pazientare per almeno altri tré mesi.
«L'uscita pubblica dell'assessore Lantieri ha commentato il deputato dei
Cinquestelle Sergio Tancredi - conferma quello che noi abbiamo
affermato già in aula: si tratta di una legge inutile che non
stabilizzerà nessuno. È solo l'ennesima presa per il fondelli a danno
dei precari». E non è detto che, a fine febbraio, il governo Crocetta
non chieda all'Ars l'autorizzazione per ricorrere all'esercizio
provvisorio per un altro bimestre, fino al 30 aprile. Ma, come dire,
"piove sul bagnato". È di ieri, infatti, la notìzia di una sentenza
del giudice del lavoro del Tribunale di Catania, il dottor Domenico
Circosta, a favore di otto lavoratori precari della Forestale che
avevano chiesto la corresponsione, da parte della Regione, degli scatti
di anzianità maturati nei tanti anni di servizio, seppure sulla base di
contratti rinnovati di volta in volta. «La clausola 4 dell'accordo
quadro sul lavoro a tempo determinato - si legge nella sentenza con cui
si accoglie il ricorso - prevede il principio di non discriminazione per
il quale i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati
in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato a meno che
non sussistono ragioni oggettive nonché che i criteri del periodo di
anzianità di servizio relativi a particolari condizioni di lavoro
devono essere gli stessi sia per i lavoratori a tempo determinato che
per quelli a tempo in determinato, eccetto quando i criteri diversi in
materia di periodo di anzianità siano giustificati da motivazioni
oggettive». Se su l'onda di questa sentenza anche gli altri lavoratori
a tempo determinato della Forestale, all'incirca 20 mila, dovessero
rivolgersi al magistrato, per le casse della Regione sarebbe un salasso
ultra milionario. E il principio, com'è facile intuire, è applicabile
anche ai circa ventimila precari della pubblica amministrazione
siciliana, la gran parte dei quali è di fatto in servizio dal 1988.
06 Gennaio 2017
Gazzetta del Sud
Forestali precari, il Giudice del lavoro inguaia la regione siciliana: risarcimento milionario in vista
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