È il terzo dell’articolo 3 del ddl 1278, spedito a Sala d’Ercole. Consente alle pubbliche amministrazioni, in deroga, di instaurare nuovi “rapporti di lavoro flessibile”. Per Cisl e Fp è una bislacca mostruosità. Appello al Governo e ad Ardizzone a bloccare il colpo di mano
Il passaggio in questione è il comma 3 dell’articolo 3 del ddl 1278 (Disposizioni in materia di Autonomie locali e per la stabilizzazione del personale precario), nella versione spedita a Sala d’Ercole dalle Commissioni competenti. Così recita il passo messo all’indice dal sindacato: “In deroga alle disposizioni di cui al presente comma, qualora tra il personale con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di cui al presente articolo non siano presenti figure professionali necessarie all’espletamento delle funzioni e dei servizi istituzionali, le amministrazioni interessate possono instaurare rapporti di lavoro flessibile”. “Una mostruosità – le parole di Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia – bislacca tanto più se si pensa che questo tentativo di riaprire le maglie del precariato non c’è nel ddl del Governo. È nato a Palazzo dei Normanni. E spunta nonostante le migliaia di precari costretti da decenni a vivere appesi al filo. In attesa di una stabilizzazione che non arriva mai”. Da qui l’appello di Cisl e Fp ad Ardizzone a bloccare il colpo di mano. E l’invito del sindacato al Governo perché “intervenga sul Parlamento per impedire l’ennesima operazione meramente clientelare”.
28 Dicembre 2016
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