Conto da 600 milioni
La stima è dei sindacati di categoria che chiedono lo stato di emergenza. Tra fondi mai spesi e personale male utilizzato a farne le spese sono le produzioni dell'Isola. Il nodo della viabilità rurale e il ruolo del nuovo Psr
di Antonio Giordano
Fondi mai spesi per le bonifiche dei territori, personale regionale male impiegato e danni che si accumulano ad ogni ondata di maltempo. Il conto delle ultime precipitazioni che hanno colpito la Sicilia negli ultimi 20 giorni circa ammonta a 600 milioni di euro. E ad essere particolarmente colpiti sono il settore agrumicolo e l'ortofrutta. Tanto che sindacati e associazioni di categoria chiedono lo stato di calamità per il settore in Sicilia. Con una lettera i sindacati di categoria Fiai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil siciliane che chiedono alla Regione di dichiarare lo stato di emergenza e di calamità. «È urgente», scrivono in una nota i segretari regionali delle tre organizzazioni, Alfio Mannino, Calogero Cipriani e Antonio Marino, «dare ristoro alle aziende agricole colpite e prevedere meccanismi di sostegno al reddito per i braccianti che hanno perso giornate lavorative e che con le attuali normative sugli ammortizzatori sociali sono privi di tutela». Flai, Fai e Uila sollecitano anche interventi urgenti sulla viabilità e una «diversa e nuova politica del territorio, in grado di affrontare seriamente il problema del dissesto idrogeologico, che si sta in questi giorni manifestando in tutta la sua evidenza. «Si stimano danni in agricoltura», affermano, «per 600 milioni e particolarmente colpiti sono il settore agrumicolo e l'ortofrutta. Ci sono aziende agricole isolate e non facilmente raggiungibili e questa è una situazione che non può essere sottovalutata». Si assiste, sottolineano le sigle, alle conseguenze non solo degli eventi naturali ma anche del degrado ambientale e della mancata gestione dei corsi d'acqua con gran parte del territorio siciliano a rischio. E ciò evidenzia a loro avviso l'esigenza non più differibile una riforma organica della forestale, dell'Esa e della bonifica per rendere efficienti gli interventi a tutela del territorio e per il contrasto al dissesto idrogeologico. I tre esponenti sindacali rilevano che «le proposte in merito non devono partire dal risparmio e dai tagli, quelli che condizionano gli attuali interventi con azioni di basso profilo ». «Vi sta la situazione», rimarcano, «la tutela, la salvaguardia, la prevenzione e il costante monitoraggio del territorio nelle zone rurali e boschive, siano esse demaniali che non, sono indifferibili. «Si rivedano dunque», è la richiesta di Mannino, Cipriano e Marino, «le scelte annunciate e adottate con il disegno di legge sulla forestale approvato dalla giunta regionale, che presenta tante criticità e non da risposte ai problemi sul tappeto». Flai, Fai e Uila dunque chiedono la riapertura immediata del tavolo negoziale. La richiesta di uno stato di calamità viene anche dalla Coldiretti che chiede anche un intervento immediato anche per ripristinare la viabilità interna usando gli aiuti comunitari previsti dal Psr. Alcuni bandi sono pronti a partire e le somme saranno a disposizione di imprese ma anche dei comuni. «Si temono pesanti danni alle strutture nella zona iblea», spiega Coldiretti Sicilia, «danni ai pescheti del palermitano e non si contano più le strade interne diventate percorsi ad ostacoli con pesanti ritardi nelle consegne».
(riproduzione riservata)
25 Gennaio 2017
MF Sicilia
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