L’abbiamo scritto più volte (anche stamattina, come potete leggere qui): per oltre tre anni il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha tenuto sotto scacco i parlamentari di Sala d’Ercole e, segnatamente, quelli che fanno capo alla maggioranza di centrosinistra che appoggiano il suo Governo: “O fate come dico io, sennò mi dimetto e andate tutti a casa”. Con le dimissioni del governatore – questo prevede l’attuale legge – se il presidente della Regione si dimette, vanno a casa tutti i deputati dell’Ars. Ora, però, a dettare legge è il Parlamento: il presidente Crocetta e l’assessore-commissario, Alessandro Baccei, vorrebbero approvare una mezza manovra entro la fine di quest’anno, ma l’Assemblea regionale siciliana – questa l’indiscrezione che circola nel ‘Palazzo’ – non avrebbe alcuna intenzione di approvare questo mezzo Bilancio 2017 entro il 31 dicembre.
Sarà così? Non dobbiamo dimenticare che anche in occasione dei debiti fuori Bilancio i deputati si rifiutavano di approvarli. Poi, però, hanno approvato i debiti fuori Bilancio e anche altro.
C’è da dire – per completezza d’informazione – che allora era ancora in piedi il Governo nazionale di Matteo Renzi. Oggi il Pinocchio fiorentino è ‘azzoppato’. ha perso il referendum e ha lasciato Palazzo Chigi. E’ sempre segretario nazionale del PD. Ma comanda meno rispetto a prima.
Il secondo elemento dal quale non si può prescindere è che Crocetta e Baccei, contrariamente a quello che vanno ripetendo, non hanno alcuna intenzione di mettere in sicurezza i conti della Regione. Al contrario, stanno cercando disperatamente di mettere in sicurezza se stessi. E lo fanno male: da circa dieci giorni parlano di Bilancio 2017 ‘tecnico’. Ma oggi – e siamo già al 19 dicembre – dei documenti finanziari, in Assemblea regionale siciliana non c’è traccia.
Quando si parla di economia e di Bilanci le parole non contano: contano i numeri. Facciamo un esempio che è emblematico di quello che sta succedendo nei conti pubblici della Regione e dei Comuni.
La Regione ha completato i trasferimenti finanziari ai Comuni siciliani solo da qualche mese. Deve ancora trasferire i fondi del 2016, cioè di quest’anno: 90 milioni di Euro di Fondo per le Autonomie, 180 milioni di Euro per i precari e 115 milioni di Euro per il pagamento delle rate dei mutui (questi 115 milioni sono stati inseriti nella legge di assestamento di Bilancio 2016 approvata nelle scorse settimane, ma i Comuni – allo stato attuale – non hanno ricevuto nulla).
Se facciamo i conti, sono 385 milioni di Euro che la regione deve trasferire ai Comuni a valere sul 2016. Con che faccia i parlamentari dovrebbero andare ad approvare una legge di Bilancio 2017 dove si prevede la spesa di 90 milioni di Euro per i precari? Ma se i Comuni siciliani aspettano ancora i fondi del 2016, come si fa a scrivere che sono pronti i 90 milioni di Euro del 2017?
La verità è che Baccei e Crocetta vogliono approvare un Bilancio ‘tecnico’ che prevede il pagamento delle sole spese obbligatorie: stipendi del personale, sanità, rate di mutui e qualche altra cosa ancora. Tutto il resto – a cominciare dai fondi per il precariato – ma anche le risorse per i forestali, per le ex Province, per i Consorzi di Bonifica, per le società regionali e via continuando sarebbero solo delle mere previsioni giuridiche prive di reale copertura finanziaria.
Non dimentichiamo che Baccei, nel 2016, ha fatto il inserire nella manovra 500 milioni di Euro che lo Stato avrebbe dovuto erogare alla Regione. Soldi che non sono mai arrivati. Si è materializzata solo una riscrittura truffaldina delle norme di attuazione relative all’articolo 36 dello Statuto. Mentre i 500 milioni – così c’è scritto nel ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta del giugno scorso – potrebbero essere utilizzati solo per pagare il personale, ma poi dovrebbero essere restituiti.
Di fatto, nella legge di stabilità regionale 2016, a proposito di questi 500 milioni di Euro, sono state scritte cose non vere.
Come finirà? Dai deputati di centrosinistra dell’Ars c’è da aspettarsi di tutto. Ma dubitiamo che approvino un Bilancio ‘tecnico’ 2017 che consentirebbe a Crocetta e a Baccei di ‘fuggire’ subito dopo. Anche perché le dimissioni di Crocetta – come già accennato – manderebbero a casa tutti i parlamentari con dieci mesi di anticipo.
Molto più probabile – anche alla luce dei ritardi accumulati dal Governo (nemmeno domani, a quanto pare, i documenti finanziari relativi al Bilancio ‘tecnico’ 2017 arriveranno all’Ars) – che si vada verso l’esercizio provvisorio.
Si possono prorogare i contratti dei precari con un disegno di legge di esercizio provvisorio? A nostro modesto avviso, no. Ma c’è un precedente.
Insomma, se l’hanno fatto una volta, lo possono rifare. E poi chi dovrebbe impugnare l’esercizio provvisorio con la proroga dei precari, scatenando il licenziamento di migliaia di persone? Il Governo Gentiloni? Già in Sicilia il PD di voti non ne ha molti. Un’eventuale impugnative gliene farebbe perdere ancora. Bravi non sono: ma nemmeno fessi…
19 Dicembre 2016
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