Più nel dettaglio, la crescita della domanda di bioenergia, sostenuta dagli obiettivi e dalle politiche di energia rinnovabile in Europa, ha causato l'esplosione della produzione di pellet, che è aumentata di dieci volte nella ultima decade. Nel 2015 la produzione globale di pellet è salita a 28 milioni di tonnellate. Un aumento dell'8% rispetto a 26 milioni di tonnellate del 2014 e del 47% rispetto a 19 milioni di tonnellate del 2012.
I Paesi Baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), con una produzione/esportazione di tre milioni di tonnellate di pellet, hanno superato Germania e Canada e, insieme, sono diventati il secondo produttore ed esportatore mondiale di pellet dopo gli Stati Uniti. Nel 2015, i Paesi Baltici hanno rappresentato l'11% della produzione e il 17% dell'export globale di pellet. Il Canada rimane il terzo maggiore esportatore e il quarto maggiore produttore di pellet dopo la Germania.
Il mercato globale di pellet nel 2015 è stato dominato dall'Europa e dal Nord America, con Usa e Canada ad aggiudicarsi oltre un terzo della produzione mondiale, mentre Regno Unito (che da solo importa il 52% del totale) e Italia hanno rappresentato oltre l'80% delle importazioni.
Per la prima volta la Fao ha introdotto nel suo database dati sul mercato globale dei Pannelli di scaglie orientate (Oriented Strand Board - Osb), comunemente utilizzati nelle costruzioni, che hanno visto una crescita del 7% in produzione e commercializzazione rispetto all'anno precedente. Una crescita due volte superiore a quella dei pannelli di legno tradizionali e di legname.
"I nostri dati mostrano una crescita robusta nella produzione globale di prodotti legnosi e una crescita rapida della produzione e commercio di prodotti relativamente nuovi come gli Osb e i pellet. Questo indica che l'industria forestale si sta adattando ai cambiamenti e ha ottime possibilità di assumere un ruolo chiave nelle bioeconomie emergenti", sottolinea Mats Nordberg, funzionario forestale senior della Fao.
"La crescita dell'uso di prodotti legnosi nelle costruzioni e per la produzione di energia può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra - continua - Il database della Fao sulla produzione di legname rappresenta uno strumento importante per misurare i progressi verso gli accordi di Parigi sul clima e l'agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile poiché può aiutare i Paesi a favorire una gestione sostenibile delle foreste e a rafforzare il loro ruolo nella mitigazione delle emissioni".
Da segnalare anche che i prodotti elettronici fanno calare la produzione di carta grafica per l'editoria e la scrittura, scesa del 2,3% (3 milioni di tonnellate) in un solo anno, raggiungendo il livello più basso dal 1999. Questo è particolarmente evidente in Nord America e Europa, che da anni vedono un calo nella produzione e nella domanda di carta, ma ora lo stesso trend si sta verificando in altre parti del mondo.
La carta di recupero rappresenta il 55% (225 milioni di tonnellate) delle fibre utilizzate per la produzione di carta, un aumento del 4% rispetto al 2013, del 54% rispetto al 2000 e del 337% rispetto ai valori del 1980. Il commercio di polpa e di carta di recupero ha mostrato un balzo del 3% nel 2015 dovuto alla recente entrata in produzione di centri di produzione di polpa per esportazione in Brasile e Uruguay.
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