La fretta di “mettere in sicurezza il Sistema Sicilia” manifestata dal presidente della Regione è strana. Se non altro perché, da quando è a Palazzo d’Orleans, non ha mai messo in sicurezza nessuno, meno che i mai i lavoratori. La verità, secondo alcune voci che arrivano da Palazzo Reale, potrebbe essere un’altra: dopo aver ceduto a Roma entrate che erano di pertinenza della Regione, Crocetta vorrebbe acchiappare un ‘Bilancio tecnico’ per poi scappare e lasciare al suo successore un disastro finanziario senza precedenti
Ieri abbiamo ipotizzato che il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, mediti di dimettersi subito dopo l’approvazione del Bilancio ‘tecnico’ del 2017, come potete leggere qui .
Una tesi che circola in alcuni ambienti di Palazzo Reale, sede dell’Assemblea regionale siciliana e che oggi sembra rafforzarsi sulla base di alcuni elementi.
Primo elemento: le dichiarazioni dello stesso Crocetta:
“Vedo il rischio di elezioni anticipate nel Paese” e per questo “dobbiamo mettere in sicurezza il sistema Sicilia e approvare entro il 31 dicembre il bilancio con alcune norme tecniche di copertura finanziaria… Dobbiamo mettere in sicurezza tutti i lavoratori anche perché col clima di instabilità politica che c’è a livello nazionale e con le possibili elezioni anticipate non possiamo pensare di discutere una finanziaria regionale con serenità. Non possiamo fare pagare ai siciliani le nostre campagne elettorali”.
Secondo elemento: le dichiarazioni del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone:
“Se ci saranno eventuali deputati responsabili lo si vedrà a tempo debito, al momento, invece, dobbiamo registrare il fortissimo ritardo del Governo regionale nell’approvazione del disegno di legge di stabilità e del bilancio”.
“Nella conferenza dei capigruppo, mercoledì scorso – continua Ardizzone – c’è stata grande disponibilità, da parte di tutti i gruppi parlamentari, nell’approvare una manovra snella, senza ‘appesantimenti’ vari, entro fine anno. Mi auguro che, a differenza del passato, il buon esempio, in tal senso, venga proprio dal Governo. Invito il presidente Crocetta a procedere celermente con l’approvazione dei disegno di legge in Giunta e che soprattutto i documenti finanziari arrivino all’Ars completi di tabelle e relazioni tecniche. A quel punto, sono certo, ogni parlamentare si assumerà la propria responsabilità per dare alla Regione un bilancio in tempi brevi”.
Dalle dichiarazioni di Crocetta possiamo desumere una contraddizione che non può sfuggire a chi si occupa di politica regionale. Il presidente della Regione dice che l’Ars deve approvare in tempi celeri un “bilancio con alcune norme tecniche di copertura finanziaria… per mettere in sicurezza tutti i lavoratori”.
Crocetta sa benissimo che non ci sono i soldi “per mettere in sicurezza tutti i lavoratori”. Sala d’Ercole, prima di sciogliersi anticipatamente, nella testa di Crocetta, dovrebbe approvare la messa in sicurezza ‘giuridica’ di “tutti i lavoratori”: ovvero una norma nella quale si dice: pagheremo, pagheremo e pagheremo. Cioè acqua fresca!
In realtà, l’unica cosa che può fare l’Ars da qui alla fine di dicembre è approvare un Bilancio 2017 con dentro le spese obbligatorie (sanità, stipendi dei dipendenti, pensioni, fondi per pagare le rate dei mutui e qualche altra cosa). Per tutto il resto – precari, forestali, Comuni, ex Province, dipendenti delle società regionali, comunali e provinciali e via continuando – resterebbe l’impegno sancito da una norma priva di copertura finanziaria: i già citati pagheremo.
Il presidente della Regione è sicuramente furbo: ha capito che, avendo ceduto a Roma entrate che erano di pertinenza della Sicilia firmando i due ‘Patti scellerati’ (giugno 2014 e giugno di quest’anno) con il Governo Renzi, ha praticamente azzerato le ‘casse’ dell’Amministrazione regionale.
Così, adesso, secondo alcuni, se la vorrebbe dare a gambe per lasciare al suo successore un disastro finanziario incredibile. Sarà così? Lo scopriremo a breve.
Certo è che oltre ad aver ceduto a Roma entrate della Regione, il suo Governo – contro il parere della Corte dei Conti – ha intaccato anche il Fondo sanitario regionale per pagare altri lavoratori precari che nulla hanno a che vedere con la sanità: “Appare non sostenibile finanziariamente lo spostamento di ulteriori oneri per precari e società regionali sul già precario bilancio del settore sanitario – ha detto il Presidente delle sezioni riunite della Corte dei conti, Maurizio Graffeo, parlando in Commissione Bilancio all’Ars appena un anno fa. Concetto ribadito anche quest’anno e ignorato ancora una volta– Nè appare ipotizzabile che le aziende sanitarie, che non sono in grado di onorare i debiti commerciali contratti per spese correnti, possano far fronte, con gli utili esposti nei conti economici, a quei debiti con lo Stato contratti per tamponare la crisi di liquidità delle casse regionali”.
Il caos che si registra negli ospedali pubblici della Sicilia – soprattutto il caos indescrivibile dell’ultimo anno – sarebbe proprio il frutto dei fondi che sono stati sottratti alla sanità pubblica siciliana. Da qui la carenza di organico, gli straordinari non pagati imposti ai medici, e così via.
Dopo aver combinato questo disastro Crocetta vorrebbe ‘fuggire’? Ma non può ‘scappare’ lasciando la Regione senza Bilancio 2017, perché il suo gesto sarebbe eclatante.
Così, prima di andare via, vorrebbe lasciare a chi verrà dopo di lui a Palazzo d’Orleans un Bilancio 2017 ‘tecnico’.
Chi verrà dopo di lui si ritroverà con i Comuni siciliani semi-falliti, le ex Province senza soldi, i dipendenti delle società pubbliche senza stipendi, i forestali a bagnomaria, i precari che aspettano le retribuzioni e un’improbabile stabilizzazione eccetera eccetera eccetera. Insomma, chi verrà dopo di lui troverà il diluvio…
L’Ars farà quest’ ennesimo ‘regalo’ a Crocetta al quale Renzi – per ricompensare la sua lealtà – avrebbe magari promesso qualche mezza candidatura alle elezioni politiche nazionali?
La dichiarazione del presidente dell’Ars, Ardizzone, non annuncia nulla di buono per Crocetta. La richiesta dei “documenti finanziari completi di tabelle e relazioni tecniche” fatta da Ardizzone è una sorta di mezzo siluro: non sarà facile, per gli uffici dell’assessorato all’Economia, raccogliere in meno di due settimane tabelle e relazioni tecniche. In ogni caso l’ultima parola, alla fine, la pronuncia comunque il presidente dell’Ars…
Per non parlare dei deputati di sala d’Ercole che, per cavare le castagne dal fuoco a Crocetta, dovrebbero approvare il Bilancio ‘tecnico’ in quattro e quattr’otto.
Insomma: per oltre tre anni Crocetta ha ‘ricattato’ i parlamentari con la scusa che, se non avessero fatto quello che diceva lui (o quello che diceva l’assessore Alessandro Baccei), si sarebbe dimesso mandando tutto il Parlamento siciliano a casa. Ora la situazione si sarebbe invertita…
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16 Dicembre 2016
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