Avviato, con l’audizione della Corte dei conti,
l’esame del Documento di economia e finanza regionale da parte della
commissione Bilancio.
Un documento, hanno evidenziato i magistrati contabili, con luci e ombre, criticità sul fronte delle entrate e della spesa per le pensioni e che non tiene conto delle ultime manovre finanziarie.
Ad esempio nel quadro tendenziale del Defr la voce su nuovi prestiti è pari a zero mentre il governo ha inserito nell’ultimo assestamento di bilancio un nuovo mutuo con la Cassa depositi e prestiti da 65 milioni di euro. "In tale documento", si legge nella relazione della Corte, "l'amministrazione regionale non tiene conto della contrazione di nuovi debiti e quindi, non considera tali poste e la relativa incidenza nel quadro tendenziale".
I magistrati contabili hanno riscontrato criticità anche sul lato delle entrate. Sebbene il loro andamento "non desti preoccupazioni in ordine al rispetto degli equilibri finanziari a fine esercizio", si legge nella relazione consegnata al parlamento, "il Defr e la nota di aggiornamento non riescono a illustrare un percorso di politica delle entrate coordinata con obiettivi programmatici individuabili in termini di risultati sperati che non consistano nel mero raggiungimento dell’obiettivo finanziario di saldo positivo previsto dalle disposizioni di legge per il triennio 2017-2019".
Sulla spesa del personale la Corte nota come il contenimento sia dovuto alla misura straordinaria della fuoriuscita del personale dai ranghi dell’amministrazione (circa 4 mila prepensionamenti da qui al 2020) per circa 141 milioni di euro. Cifra che farà aumentare la spesa per pensioni di 81 milioni e che porterà il saldo del risparmio a 61 milioni. "Per le rimanenti misure di razionalizzazione e contenimento, nonchè di allineamento alla normativa statale non sono state fornite notizie", notano i magistrati, "o elementi tesi alla quantificazione dei risparmi". E anche in tema di spesa previdenziale esistono alcune criticità. In particolare sul numero dei pensionati esistono cifre discordanti tra quelle in mano alla Corte dei conti e utilizzate per il giudizio di parifica (provenienti dal Fondo pensioni) e quelle che sono contenute nel Defr.
I dati del Defr relativi al periodo 2013-2015 "dovrebbero essere reali", notano i magistrati, "il numero dei pensionati, però, coincide solo per il 2013 (15.871) mentre nel 2014 e nel 2015 risulta disallineato". Nel Defr infatti i pensionati risulterebbero essere pari a 11.956 per il 2014 (15.714 considerate anche le pensioni di riversibilità) e a 12.190 nel 2015 (16.168 con reversibilità) mentre secondo il Fondo Pensioni risultano pari a 15.654 per il 2015, 15.858 per il 2015.
"Sembra pertanto che i dati reali di partenza sui quali sono state basate le proiezioni future non siano corretti", sottolineano i magistrati contabili. "Credo che rispetto a qualche anno fa un punto di svolta ci sia stato con rilievi più formali che sostanziali", ha replicato nel corso della seduta della commissione Bilancio l’assessore all’Economia Alessandro Baccei. "Qualche anno fa i rilievi erano più sostanziali e si parlava di entrate gonfiate, residui attivi inesigibili. Insomma una situazione che stava portando al default".
Un documento, hanno evidenziato i magistrati contabili, con luci e ombre, criticità sul fronte delle entrate e della spesa per le pensioni e che non tiene conto delle ultime manovre finanziarie.
Ad esempio nel quadro tendenziale del Defr la voce su nuovi prestiti è pari a zero mentre il governo ha inserito nell’ultimo assestamento di bilancio un nuovo mutuo con la Cassa depositi e prestiti da 65 milioni di euro. "In tale documento", si legge nella relazione della Corte, "l'amministrazione regionale non tiene conto della contrazione di nuovi debiti e quindi, non considera tali poste e la relativa incidenza nel quadro tendenziale".
I magistrati contabili hanno riscontrato criticità anche sul lato delle entrate. Sebbene il loro andamento "non desti preoccupazioni in ordine al rispetto degli equilibri finanziari a fine esercizio", si legge nella relazione consegnata al parlamento, "il Defr e la nota di aggiornamento non riescono a illustrare un percorso di politica delle entrate coordinata con obiettivi programmatici individuabili in termini di risultati sperati che non consistano nel mero raggiungimento dell’obiettivo finanziario di saldo positivo previsto dalle disposizioni di legge per il triennio 2017-2019".
Sulla spesa del personale la Corte nota come il contenimento sia dovuto alla misura straordinaria della fuoriuscita del personale dai ranghi dell’amministrazione (circa 4 mila prepensionamenti da qui al 2020) per circa 141 milioni di euro. Cifra che farà aumentare la spesa per pensioni di 81 milioni e che porterà il saldo del risparmio a 61 milioni. "Per le rimanenti misure di razionalizzazione e contenimento, nonchè di allineamento alla normativa statale non sono state fornite notizie", notano i magistrati, "o elementi tesi alla quantificazione dei risparmi". E anche in tema di spesa previdenziale esistono alcune criticità. In particolare sul numero dei pensionati esistono cifre discordanti tra quelle in mano alla Corte dei conti e utilizzate per il giudizio di parifica (provenienti dal Fondo pensioni) e quelle che sono contenute nel Defr.
I dati del Defr relativi al periodo 2013-2015 "dovrebbero essere reali", notano i magistrati, "il numero dei pensionati, però, coincide solo per il 2013 (15.871) mentre nel 2014 e nel 2015 risulta disallineato". Nel Defr infatti i pensionati risulterebbero essere pari a 11.956 per il 2014 (15.714 considerate anche le pensioni di riversibilità) e a 12.190 nel 2015 (16.168 con reversibilità) mentre secondo il Fondo Pensioni risultano pari a 15.654 per il 2015, 15.858 per il 2015.
"Sembra pertanto che i dati reali di partenza sui quali sono state basate le proiezioni future non siano corretti", sottolineano i magistrati contabili. "Credo che rispetto a qualche anno fa un punto di svolta ci sia stato con rilievi più formali che sostanziali", ha replicato nel corso della seduta della commissione Bilancio l’assessore all’Economia Alessandro Baccei. "Qualche anno fa i rilievi erano più sostanziali e si parlava di entrate gonfiate, residui attivi inesigibili. Insomma una situazione che stava portando al default".
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