Miriam Di Peri
Un momento di riflessione era più che necessario. Soprattutto alla vigilia dell’assemblea nazionale che convocherà il congresso del partito, per la cui guida è arrivata la candidatura di Roberto Speranza. Ma la direzione del Pd siciliano, convocata ieri per analizzare il risultato referendario e fare il punto in vista della lunga campagna elettorale del 2017, non ha certo brillato in partecipazione. Un dato registrato nel suo intervento dalla deputata nazionale e sindaca di Pollina, Magda Culotta, che oltre a soffermarsi sull’autocritica necessaria per il partito, che in Sicilia ha raggiunto il 30 per cento dei consensi per il sì, denuncia il «clima da caccia alle streghe». Il riferimento è alla lettera ricevuta qualche giorno fa da Giancarlo Cancelleri: una richiesta di accesso agli atti sulle firme a sostegno della propria candidatura alla carica di prima cittadina. «Piuttosto che rendere conto del loro operato ai pm - ha commentato Culotta -, cercano correi nella speranza di rintracciare una eguale leggerezza nelle firme a sostegno della mia candidatura».
Al di là dei rapporti poco sereni col movimento di Beppe Grillo, quello delle amministrative è stato un nodo più volte affrontato del corso degli interventi in direzione. A cominciare proprio dalla relazione introduttiva del segretario Fausto Raciti, secondo cui in vista delle amministrative bisogna «abbandonare l’idea di un Pd a rete, non possiamo essere la sommatoria di ceti politici». Secca, invece, la replica del governatore Rosario Crocetta alla richiesta di primarie per le elezioni regionali avanzata ieri da Davide Faraone: «Se un dirigente del partito le chiede e il partito accoglie la proposta, io ci sto - ha detto il governatore -. Ma non è prematuro pensarci adesso quando ancora è tutto indefinito, perfino rispetto alle amministrative di Palermo?». Un monito arriva anche dall’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici: «Le primarie devono essere strumento di democrazia, attenzione a non farle diventare strumento di guerra civile». Il riferimento questa volta è proprio al progetto che il Pd intende proporre agli elettori su Palermo: «Prima di tutto la dignità - ha ammonito Cracolici -. Se non difendiamo la dignità del partito sarà difficile parlare agli elettori. Per questo è importante non nascondersi dietro Orlando, ma nemmeno nascondersi dietro chi è contro Orlando». Guardando all’intero anno elettorale, che vedrà i siciliani alle urne per le amministrative, le politiche e le regionali, l'assessore ha avvertito: «Da gennaio si apre un’unica stagione elettorale che riguarda lo Stato, Palermo e la Regione».
Anche l’uscente sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, guarda alle amministrative, sottolineando che «la strategia da mettere in campo sarà diversa se si voterà esclusivamente per i sindaci o se invece le elezioni si terranno insieme alle nazionali». Guardando oltre, Faraone ha aggiunto: «Lo sento dire a tutti voi quando siamo nelle stanze in cui non ci ascolta nessuno: "Perché il presidente della Regione parla di unità ma ha rimesso in pista il simbolo del Megafono?". Mi domando: è un questo è un problema solo mio o riguarda tutto il partito?».
Assenti alla direzione i bersaniani, Mariella Maggio e Pino Apprendi, volati a Roma all’iniziativa convocata da Speranza. Inizialmente era stata avanzata una richiesta di rinvio, non accolta perché la direzione, in ogni caso, resta aperta: il panorama dentro e fuori il Partito Democratico, d'altronde, è in continua evoluzione e il momento per prendere le decisioni arriverà a gennaio. Insieme al nuovo anno.
18 Dicembre 2016
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