Il Governo di Rosario Crocetta dovrebbe presentare – ma quando? – in Assemblea regionale la proposta di legge per un Bilancio ‘tecnico’, o per una Finanziaria ‘tecnica’. Noi non crediamo che l’Ars approverà ‘sta manovra entro il 31 dicembre, come abbiamo scritto ieri sera (e come potete leggere qui).
Per provare a capire quello che potrebbe succedere in Sicilia da qui a qualche mese abbiamo posto alcune domande al professore Massimo Costa, docente universitario di Economia e leader di Siciliani Liberi, il movimento degli Indipendentisti siciliani.
Professore Costa, qual è la sua valutazione della legge di stabilità 2017 di Crocetta?
“Quale legge? Mi risulta che ancora non sia stata nemmeno presentata in Ars. Apprendo dai giornali che sarebbe fatta da 15 articoli, che senza di questa 50.000 persone resterebbero senza stipendio o licenziate. Un’ecatombe silenziosa. Leggo che Crocetta invita l’Ars a fare in fretta, ma intanto lui ‘fa tardi’. Siamo a Natale, praticamente, e di questo disegno di legge non c’è traccia”.
Crocetta sembra ostentare una certa buona volontà nell’evitare questa ecatombe… Stiamo almeno ai “si dice”, alle “indiscrezoni”…
“Non so se Crocetta ha il potere di battere moneta; non credo. I
conti sono conti e hanno la testa dura. La Corte dei Conti ha
ridimensionato il valore dell’accordo tra Crocetta e Renzi del 20 giugno
scorso, con il quale la Regione regala, senza alcun compenso e per
sempre, il 29% dell’IRPEF dei Siciliani, in cambio della promessa di non
farsi derubare più il restante 71% (questo significano le ‘risorse
certe’). Secondo la Corte dei Conti, queste ‘risorse certe’ sono più che
compensate da tutti i soldi che la Regione continua a regalare allo
Stato. Non sono del tutto d’accordo con la Corte; i giudici della
magistratura contabile sono ‘troppo buoni’ con Crocetta, anche se lo
bacchettano duramente. Dimenticano di dire che quei ‘soldi’ non sono
‘dati’ alla Regione ma – appunto – si è in presenza della mera promessa
di non rubarli più in futuro. Ma almeno dice chiaramente che quelli
trattenuti (illegittimamente, anche questo non si dice) dallo Stato,
sono di più, e che quindi il quadro finanziario della Regione nel
prossimo futuro continua ad essere scardinato da un punto di vista
finanziario. Forse il termine più corretto dovrebbe essere ‘scassinato’,
dall’ingordigia dello Stato. In questo quadro le risorse certe servono –
se Dio vuole – a pagare gli stipendi dei dipendenti regionali, gli
affitti, le rate dei mutui e poche altre spese obbligatorie. Per il
resto, come farà? Davvero sono curioso di leggerla questa finanziaria
tecnica”…
Cosa potrebbe succedere quindi, concretamente, nel 2017 in Sicilia?
Cosa potrebbe succedere quindi, concretamente, nel 2017 in Sicilia?
“Già una volta, tempo addietro (inizi 2015), avevo previsto quello
che poi si è puntualmente verificato: il default della Regione. Ora
dobbiamo prevedere cosa succederà dopo: siamo già alla gestione del
fallimento. Credo che, per motivi elettorali, si inserirà qualche norma
di principio, che consenta di prorogare giuridicamente i contratti, per
evitare domani mattina la rivolta sociale, senza però individuare le
risorse, rinviate alla manovra di assestamento che ci sarà a luglio
prossimo. In questo modo si continueranno a far lavorare senza stipendio
decine di migliaia di persone, cercando di prenderle in giro per
qualche mese ancora, in attesa delle elezioni. Non dimentichiamo che,
con la scusa del referendum, i precari degli enti locali siciliani sono
già stati messi tutti a bagnomaria. La Sicilia è l’agnello sacrificale
dell’austerity italiana. L’Europa ce lo chiede: chiede la nostra testa e
il nostro sangue. E il ministro dell’Economia, Padoan, d’accordo con i
servetti che trova dalle nostre parti, non fa che eseguire. Non sono
neanche sicuro del pagamento degli stipendi del personale di ruolo degli
enti locali; soprattutto di quello provinciale, ma molto probabilmente
anche di quello dei Comuni. Si salveranno, a stento, i dipendenti
regionali. In Sicilia riceveranno sicuramente lo stipendio solo i
poliziotti, i medici pubblici, i professori e i dipendenti regionali
(pure gravemente penalizzati questi ultimi). Ovviamente anche i
pensionati dovrebbero essere al sicuro, per il resto… Per il resto,
insomma, ci attende un massacro socio-economico, che non potrà che
colpire anche il settore privato dell’economia, per effetto
dell’azzeramento degli investimenti in infrastrutture, di tasse erariali
e locali sempre più elevate, mancanza di liquidità nel sistema e crollo
della domanda interna”.
Ma è mai possibile che il PD non pensi che questo si tradurrebbe in una sconfitta elettorale sicura?
Ma è mai possibile che il PD non pensi che questo si tradurrebbe in una sconfitta elettorale sicura?
“Secondo me ormai è calcolato. La Sicilia è già stata (in parte)
massacrata da Roma, ed ha avuto la forza di dirlo al referendum, dove il
NO ha superato le medie del Centro-Nord di 15 punti percentuali circa.
Adesso, visto che per il PD è ‘nelle parti degli infedeli’, persa per
sempre, per essa c’è solo la vendetta dello Stato, dello Stato in mani
PD, che sostanzialmente deve farcela pagare, questa ribellione. E’ vero
quindi che, per motivi elettorali, si rinvia all’assestamento, per
salvare il salvabile. Poi, però, all’assestamento i soldi non si
troveranno comunque, o si troveranno briciole, o si farà un altro mutuo,
l’ennesimo, e si rinvierà ancora, magari scaricando ogni colpa su
Crocetta, in modo da far sembrare verginelle lo Stato e il PD. Così si
andrà ad elezioni a ottobre, sperando che la coincidenza con le
politiche (che certamente saranno celebrate quando deputati e senatori
avranno maturato il loro vitalizio) trascini in parte anche il voto
regionale. In ogni caso, persi per persi, la patata bollente sarà
consegnata al prossimo Presidente della Regione, che si ritroverà con
centinaia di migliaia di bocche da sfamare, una montagna di debiti fatta
dal precedente Governo, e non avrà alcuno strumento di politica
economica per rispondere a questo disastro”.
Non le sembra di essere troppo “apocalittico”?
Non le sembra di essere troppo “apocalittico”?
“Chi vivrà, vedrà. L’unica possibilità per i Siciliani è – a mio
avviso – quella di chiudere definitivamente con i partiti italiani. Con
un presidente indipendentista si potranno fare quelle ‘finanziarie di
guerra’ che garantiranno che a nessuno sarà tolto il pane. Ma al
contempo si devono adottare misure emergenziali, qualora lo Stato si
arroccasse in una contrapposizione frontale, come la denuncia
unilaterale e la disapplicazione di tutti gli accordi tra Stato e
Regione. E inoltre: la regionalizzazione immediata, anche unilaterale,
dell’Agenzia delle Entrate. L’emissione immediata di uno strumento
monetario per le transazioni interne per far fronte alla crisi di
liquidità e finanziaria. Forse anche la ricusazione del debito, immorale
che lo Stato ha imposto alla Regione. Naturalmente, tutto ciò, solo in
caso di emergenza. Speriamo che lo Stato, di fronte ad una vittoria
elettorale degli indipendentisti, capisca che l’era del colonialismo è
finita e si sieda a trattare. In fondo anche l’Italia è colonizzata
dalla Germania. Potremmo dare qualche consiglio per liberarci insieme:
noi dall’Italia e l’Italia dall’Europa. Potremo essere ‘amici’, ma ciò
dipenderà dall’Italia, più che da noi. Non sembri ‘eversivo’ quello che
dico. La vera eversività è continuare così. Il vero tragico errore che
oggi potrebbero fare i Siciliani è quello di continuare a votare per i
partiti italiani. Allora davvero ci dovremmo preparare a un esodo di due
milioni di Siciliani verso il Continente”.
Torniamo alla finanziaria. Quali sono le categorie a maggior rischio immediato da questa manovra?
Torniamo alla finanziaria. Quali sono le categorie a maggior rischio immediato da questa manovra?
“Purtroppo quelle che hanno minore tutela giuridica. I precari
degli enti locali e i forestali, senza alcun dubbio. Sarà miopia mia, ma
davvero non capisco dove stiano le risorse per un loro inquadramento
stabile. Prevedo un inverno … molto caldo”.
Elezioni anticipate anche qui?
Elezioni anticipate anche qui?
“No, no. I vitalizi maturano ad aprile, e poi non vale più la pena.
50 o 100 mila persone senza stipendio non commuovono più di tanto gli
‘onorevoli’, il loro vitalizio sì, quello è decisamente più importante”.
20 Dicembre 2016
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