07 dicembre 2016

I “BARBARI” CONTINUANO INDISTURBATI AD ACCOPPIARSI E DISTRUGGERE, SONO PERICOLOSI E VANNO ERADICATI. ALLEGRA: «MONITORAGGI INUTILI»


Da quando si è costituito il “Comitato popolare per la salvaguardia del  territorio Madonita” l’invasione barbarica dei suidi che scorrazzano indisturbati dentro e fuori l’area parco è continuamente portata alla ribalta della cronaca. I suidi oramai si avvicinano senza controllo ai centri abitati, ai bordi delle strade (vedi foto in alto) e rappresentano un pericolo per tutti.
Cosa potrebbe accadere se un esemplare di oltre cento chili dovesse decidere improvvisamente di attraversare la strada dimenticandosi di indossare il giubbotto catarifrangente?


Sull’argomento la nostra testata ha preso una posizione chiara ed inequivocabile: il presidente della regione, Rosario Crocetta, deve avere il coraggio di proporre alla Giunta la proclamazione dello stato di calamità e sottoporlo all’attenzione del governo nazionale che a sua volta dovrebbe determinarsi per lo stato d’emergenza.
Solo l’istituto dello stato d’emergenza potrà derogare a tutte le controversie che gli ambientalisti legittimamente metteranno in campo avverso a qualsiasi ordinanza sindacale o Legge regionale in fase di definizione.

L’eradicazione della specie è l’unica soluzione che scorgiamo all’orizzonte, le altre servono a riempire le pagine dei giornali e fino a quando leggiamo “fondi”, interviste e dichiarazioni che sembrano più delle frasi fatte, va bene, ma non bisogna dimenticare che la tragedia è dietro l’angolo. Quella di Cefalù, almeno noi, non l’abbiamo dimenticata.
La scorsa settimana l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, è ritornato sull’argomento rilasciando un’intervista a Riccardo Vescovo (GdS).
L’argomento principale sono stati i ghiri, diventati una minaccia per i noccioleti dei Nebrodi ed i suidi delle Madonie.
Orbene, i ghiri di stanza nel Parco misurano appena 30 cm, (13 solo la coda), con i suidi del Parco delle Madonie hanno in comune un numero, loro pesano mediamente 100 grammi i nostri barbari 100 chili.


Cracolici, nell’intervista,  parla di monitoraggi e di normative in corso di definizione, in quanto la posizione degli ambientalisti, ribadiamo legittimamente, è per la protezione della specie.
Lo possiamo comprendere per i ghiri che sono una specie protetta ma per i suidi, che hanno ucciso, devastato interi territori, determinato l’estinzione di diverse specie di flora nel sottobosco madonita e di fauna , che sono un pericolo anche per la circolazione e limitano la libertà di movimento in area parco, che riguardo possiamo avere?

«Monitoraggio dei territori e studio della specie», sarebbe la posizione di Cracolici e per definire una strategia di intervento,  il governo regionale sarebbe pronto ad utilizzare i fondi della tassa di scopo che pagano i cacciatori.
In pratica, si farebbe uno studio con i soldi delle loro tasse per poi impedirgli, nella sostanza, di andare a  caccia dove i suidi vivono e si accoppiano: Zona A del Parco, non si potrebbe nemmeno starnutire a quelle latitudini.

All’assessore Cracolici risponde Vincenzo Allegra, animatore del “Comitato per la salvaguardia del territorio Madonita”: «È necessario non perdere ancora tempo in lungaggini burocratiche, monitoraggi e censimenti vari, che servirebbero solo a sciupare tempo prezioso ed ulteriori risorse».
«Alle emergenze si risponde con provvedimenti d’emergenza. – continua Allegra – Per questo la Regione deve lavorare  ad una revisione urgente della legge regionale della caccia che possa dare attuazione a un’efficace politica di contenimento dei cinghiali, definendo una volta per tutti  che siamo di fronte ad una specie ibrida e non autoctona per cui cacciabile».
Riferendosi all’intervista di Cracolici il presidente del Comitato stigmatizza il risultato delle azioni di controllo e di cattura, «gli interventi effettuati fino ad oggi – chiosa – per il contenimento del numero degli esemplari non si è rilevato efficiente per l’esiguo numero dei capi abbattuti».


Allegra lancia un allarme: «La presenza di suidi che stanno mettendo a rischio la vita quotidiana dei cittadini con allevamenti zootecnici compromessi, campi e  raccolti distrutti, fauna e flora altamente compromessa».
I suidi rappresentano un danno anche per l’economia anche del comparto agricolo, e dal comitato lamentano la scarsa attenzione delle istituzioni locali e regionali per questo settore «siano prioritari interessi e le ragioni degli agricoltori, delle attività  economiche, e la messa in sicurezza del territorio; tutto ciò, non può riguardare solo l’agricoltura ma anche le attività  sociali, turistiche ed ambientali».
Allegra chiama in causa pesantemente l’Ente Parco, «responsabile – a parere del comitato –  anche del grave tracollo economico e dell’abbandono delle attività  tradizionali ed artigianali della nostra montagna e della mancanza di una vera politica ambientale».
Per sensibilizzare il territorio su queste problematiche e su altre il comitato ha indetto una serie di incontri e stasera (martedì 6 dicembre) alle ore 17 si ritroveranno Cefalù, al circolo Combattenti e Reduci, presso la villa comunale. Venerdì 9, alle 18  invece a San Mauro Castelverde, presso aula consiliare.
Mentre scriviamo i suidi stanno cercando bramosamente qualche bulbo d’orchidea, scavano, provocano danni irreparabili e irrisarcibili per mancanza di fondi e fanno le cose che gli vengono più naturali: azioni atte alla prolificazione.
Dai 5 agli 8 mesi le suide sono pronte ad accoppiarsi: 3 mesi, 3 settimane e 3 giorni di gestazione; sei, nove, addirittura dodici esemplari ogni gestazione, per due volte l’anno. Numeri, multipli del tre, da capogiro e altrettanti danni all’ecosistema del Parco e pericoli per la pubblica incolumità, mentre l’assessore Cracolici cerca ancora un sistema scientifico di monitoraggio noi abbiamo proposto quello per fermare l’avanzamento dei “barbari”: l’eradicazione.


LA FOTO  DOCUMENTA LA PRESENZA DEI SUIDI A BORDO
DELLA PISTA DELL’ELISOCCORSO DEL P.O. MADONNA DELL’ALTO DI PETRALIA SOTTANA

 06 Dicembre 2016

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