La notizia gira da qualche
giorno sulla rete: se il 4 dicembre dovessero vincere i Sì – cosa che
noi non ci auguriamo proprio – le Regioni a Statuto speciale
resterebbero senza senatori. I rispettivi Statuti, infatti, prevedono
l’incompatibilità tra la carica di deputati regionali e senatori. Un bel
problema, perché, secondo la ‘geniale’ riforma costituzionale voluta
dal Governo Renzi e approvata dal Parlamento nazionale di ‘nominati’, i
senatori verranno designati proprio dai Parlamenti delle Regioni a
Statuto autonomo.
Sulla vicenda interviene il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella:
“È
inconcepibile che i deputati dell’Assemblea regionale siciliana
rischino di restare tagliati fuori dal nuovo Senato e nessuno stia
dicendo niente. Lo Statuto regionale parla chiaro, non lascia dubbi
interpretativi sull’incompatibilità tra l’ufficio di deputato regionale e
quello di componente di una delle due Camere. È così per la Sicilia,
come per le altre regioni a Statuto speciale, dal Trentino (articolo
28), alla Valle d’Aosta (articolo 17), dal Friuli Venezia Giulia
(articolo 15) fino alla Sardegna (articolo 17)”.
Il
senatore Campanella, nei giorni scorsi, ha raccolto la denuncia dei
Comitati palermitani per il NO al referendum costituzionale.
Secondo
Campanella, “pare proprio che il ministro Boschi non si sia accorta
dell’incompatibilità sancita dalle Carte regionali e rimane inspiegabile
il silenzio della politica regionale, che pare in questo momento
ignorare la questione, venendo meno ai proprio dover i nei confronti dei
siciliani”.
Alla
senatrice Finocchiaro, secondo cui il vizio dell’incompatibilità
sarebbe superato da una successiva modifica statutaria da parte della
Sicilia, Campanella replica:
“Con
tutta evidenza, la questione è stata affrontata quantomeno con
superficialità e in modo strumentalmente semplificatorio. Purtroppo
questa è una riforma sgrammaticata, scritta con troppa fretta, che
presenta strafalcioni importanti e che anche per questi motivi non può
essere accettata”.
P.S.
Noi, invece, vorremmo
porgere i nostri complimenti al presidente dell’Assemblea regionale
siciliana, onorevole Giovanni Ardizzone, avvocato, grande ‘difensore’
dell’Autonomia siciliana. Ardizzone fa propaganda per il Sì: quindi per
lasciare la Sicilia, in caso di malagurata vittoria dei Sì, senza
rappresentanza al Senato.
Ottimo lavoro, presidente Ardizzone, lei sì che è un autonomista e, sotto sotto, anche un costituzionalista…
04 Novembre 2016
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