19 novembre 2016

L'ANALISI. DAI RIFIUTI AL LAVORO: SICILIA ULTIMA. IL FALLIMENTO DEI POLITICI IN GIUNTA


Per la commissione Ecomafie, Save the children e Bankitalia la Regione è la peggiore in settori-chiave. Nonostante il “governo della svolta”.


PALERMO - Un successo dopo l'altro. In pochi giorni, la Sicilia ha scoperto di essere la peggiore regione nella Scuola, nella gestione dei rifiuti, nell'occupazione. “Per amore di verità”, così pochi giorni fa Crocetta introdusse un accorato comunicato stampa, zeppo di dati trionfalistici. Una convinzione ribadita poche ore dopo, quando ha minacciato i siciliani di volersi ricandidare: “E' impossibile fare meglio di quanto abbia fatto io”. Ma adesso, il dubbio che il presidente abbia letto dal verso sbagliato cifre e classifiche, è forte.

Perché appena poche ore dopo la sua sparata dell'ottimismo, è arrivata Bankitalia. E ha riportato con i piedi per terra i pochi che avevano iniziato a levitare, sedotti da quegli spot. In un documento fin troppo chiaro, infatti, è emerso il fallimento del governatore. Ma non solo. Perché in questo caso il fallimento è condiviso con quel governo politico che avrebbe dovuto fare “svoltare” la Sicilia grazie all'apporto di alcuni “big” finiti in giunta dopo aver parlato di un governatore inetto e di una legislatura che avrebbe dovuto chiudersi. Ipotesi scongiurate, ovviamente, dall'avvento degli esperti politici. Da Antonello Cracolici a Bruno Marziano, da Baldo Gucciardi a Gianluca Micciché. Che hanno portato dritto l'isola all'ultimo posto di tutti gli indicatori. La svolta, appunto.

È crollato, nonostante convegni, spot e propaganda, l'export che dovrebbe rappresentare uno dei punti di forza della Sicilia e che nei primi sei mesi dell'anno ha fatto registrare un calo addirittura del 18,6%. Allo stesso tempo, calano anche le importazioni siciliane -25,1%, a riprova di un quadro di povertà generale che questo governo non è riuscito né a scongiurare né ad attenuare. Perché se continui a leggere quel report, è tutta una lagna: secondo lo studio, l'attività industriale nell'Isola mostra nuovi segnali di debolezza. Secondo un sondaggio condotto da Bankitalia su un campione di aziende, la spesa per investimenti delle imprese, che dall'inizio della crisi si era ridotta ininterrottamente, segna un ulteriore calo, rispetto alle previsioni. Nel primo semestre del 2016 diminuiscono i prestiti alle imprese (- 1,7%).

Non funziona niente. E dire che i “politici” avrebbero dovuto cambiare tutto. E invece, ecco una sfilza di segni “meno”. E i pochi “più” in realtà non fanno che evidenziare il ritardo clamoroso della Sicilia rispetto al resto d'Italia. Parliamo dell'indicatore forse più importante: da gennaio a giugno cresce il numero di occupati (+1,9 %) ma il tasso di disoccupazione (21,9 %) risulta pari al doppio rispetto alla media nazionale ( 11,9 % ).

Altro flop, la gestione delle scuole siciliane. Mentre, infatti, all'Ars si denuncia il pericolo che i ritardi del governo nell'approvazione dell'assestamento possano ricadere anche sugli studenti, ecco che Save the children, per amore di verità, racconta un nuovo fallimento condiviso dal governo regionale e da quello nazionale che eppure vanta ai massimi livelli un sottosegretario palermitano come Davide Faraone. Dal report dell'associazione per l'infanzia, ecco dati deprimenti: in Sicilia un giovane su 4 tra i 18 e i 24 anni (24,3%) interrompe gli studi precocemente, fermandosi alla licenza media inferiore, una cifra ben lontana dalla media nazionale (14,7%). La risposta del governo regionale? Quella di disertare Sala d'Ercole, pur di accompagnare in giro per l'Isola il premier Matteo Renzi, rallentando così l'approvazione di una legge di assestamento che prevede anche uno stanziamento di 17 milioni per il cosiddetto “Obbligo formativo”: i corsi, cioè, che nascono proprio per contrastare la dispersione scolastica.


Ma evidentemente il governo dei politici e dei fenomeni “tiene” molto agli ultimi posti. Come quello certificato dalla commissione sulle Ecomafie, giunta in Sicilia pochi giorni fa. Sia nel testo della propria relazione, sia in occasione degli interventi allo Steri, i commissari hanno “bocciato” in pieno la gestione dei rifiuti dei governi Crocetta. Governi che risentono, certamente, della gestione allegra delle giunte precedenti, ossia di Lombardo e Cuffaro, ma che, annota la commissione, non sono mai stati in grado di “cambiare rotta”.

E anzi, il governo Crocetta ha preferito gestire il settore sulla base di atti di emergenza, senza un vero e proprio piano. Il risultato? Un disastro. Fotografato dai siciliani la scorsa estate, insieme alle strade sommerse di rifiuti e anche dai dati sulla raccolta differenziata. Anche in questo, la Sicilia di Crocetta (che in passato aveva persino sposato la causa dei Verdi) è agli ultimi posti in Italia. Insomma, dovunque guardi è un fallimento.

O, nel migliore dei casi, si è completamente fermi. È il caso della Sanità siciliana: dopo avere strombazzato in lungo e in largo l'imminenza di cinquemila assunzioni, la Regione è senza una rete ospedaliera approvata. E così, di assunzione non se n'è fatta nemmeno una, e si è infine dovuto ripiegare, per alcuni medici e infermieri, sulla solita “proroghina” dei contratti a termine. Per il resto, si attende Roma. Mentre tra ricorsi, polemiche e strafalcioni, non è ancora stata approvata la graduatoria per corsi di Formazione fermi da oltre un anno. Successi su successi. Del governo politico che avrebbe dovuto fare svoltare la Sicilia. E che invece l'ha portata all'ultimo posto di ogni classifica.


18 Novembre 2016
http://livesicilia.it/2016/11/18/dai-rifiuti-al-lavoro-sicilia-ultima-il-fallimento-dei-politici-in-giunta_801783/





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