«Sono tranquillissimo, dimostrerò la mia innocenza». Agatino Grillo la prende con ironia: lunedì prossimo lo attende un prelievo del Dna. Per stabilire la paternità. Non sua, ma di tre piccoli di aquila reale, che sarebbero nati in primavera a Misterbianco. L’esame del Dna, disposto dalla commissione scientifica del servizio Cites della Forestale, servirà proprio a eliminare quel condizionale, e stabilire sembra ombra di dubbio che i tre uccelli ormai non più tanto piccoli sono veramente nati da una coppia di aquila reali che Grillo, tecnico radiologo e e maestro falconiere per passione, alleva nel suo centro rapaci Asiff.
Il record delle 4 uova
«È normale che ci sia qualche dubbio», va dritto sicuro Grillo. «È la prima volta al mondo, a mia conoscenza, che nascono aquile in cattività con riproduzione naturale. Ci sono stati casi di inseminazioni artificiale, ma il nostro è un primato assoluto. E poi le aquile fanno due uova, poi uno si invola e l’altro muore per selezione. Invece a me ne sono nati quattro». La a quanto pare straordinaria impresa del maestro falconiere Grillo è puntualmente documentata da immagini e video che ha reso pubblici sul suo profilo Facebook. Anche la Forestale va sapere che dall’esame dei documenti tutta sembra regolare e il Dna servirà a sgombrare via gli ultimi dubbi. «La prima schiusa è avvenuta ai primi di aprile», racconta Grillo, «ma dopo quindici giorni purtroppo un piccolo è morto. A fine maggio si sono aperte le altre due uova. Io ho studiato la coppia, ho capito cosa si doveva fare e questa volta sono sopravvissuti tutte e due gli aquilotti. Alcuni scienziati l’hanno definita la sindrome di Caino e Abele, non è così. Se volete posso spiegare come si a fare vivere tutte e due i nati».
L’addestramento
Ai tre aquilotti che ormai tanto cuccioli non sono più, ha dato i nomi di Trinacria, Vulcano ed Eolo. «No, ai genitori non ho mai dato un nome» ammette. È una coppia di aquile reali di 9 anni. «Sono enormi, vengono dall’ex Germania dell’Est. Li aveva un privato sempre qui in Sicilia, ma quando si è reso conto che diventano aggressive, che non riusciva più a gestirli li ho presi io». Grillo, che in genere alleva falchi ed è stato chiamato con i suoi animali sia dall’aeroporto militare di Sigonella che da quello di Fontanarossa per garantire la sicurezza dei voli cacciando i piccioni, è fierissimo delle sue aquile reali. «È stata scelta da Federico II, era il simbolo del Regno delle Due Sicilie, ed è anche nello stemma della mia città, Misterbianco». È pronto a sfidare l’esame del Dna e a mostrare i video del suo sistema di allevamento. «Se ci vuole la prova regina va benissimo, come avviene per i reati. Ma anche in sede scientifica posso dimostrare i risultati del mio protocollo di addestramento». Non solo, dice di essere pronto a collaborare con le università e «a liberare gli uccelli nell’aree carenti, per consentire il ripopolamento. Nel frattempo ha iniziato ad addestrarle, tutto documentato sempre su Facebook.
Nascita e crescita dei tre aquilotti. Le foto
12 Nevembre 2016
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