Dopo i danni, si tenta di correre affannosamente ai ripari. Ufficio
tecnico, operai dell'Ente sviluppo agricolo e Forestali inviati da
Palermo al lavoro per liberare le vie di deflusso delle acque piovane,
causa principale dell'allagamento di sabato. «Abbiamo inviato a Licata
un presidio di trenta forestali per aiutare la città colpita dal
nubifragio dei giorni scorsi - ha detto l'assessore regionale
all'Agricoltura Antonello Cracolici - gli operai forestali si uniranno
alle squadre di intervento che sono già sul posto e forniranno
all'amministrazione comunale tutto l'aiuto necessario». Ma dove si è
intervenuto ieri? Forestali e dipendenti dell'Esa hanno lavorato per
ripulire due canaloni, uno lungo la Strada Statale 115 e uno che passa a
ridosso di via Due Rocche, nel quartiere Fondachello-Playa. Notevole
l'occlusione trovata durante le operazioni, il canale lungo la Statale
115 sabato mattina era esondato comportando la momentanea interruzione
al transito lungo l'arteria. I forestali inviati da Palermo sono stati
invece divisi in diverse squadre e, con il coordinamento del
dipartimento Lavori Pubblici, sono stati impiegati al cimitero dei
Cappuccini, nella villetta Baden Powell e alla villa comunale Regina
Elena. Un altro intervento di disostruzione è stato eseguito ieri
pomeriggio in via Marcotto dove scorre un canalone da tempo non in grado
di far fronte in caso di intense precipitazioni. Questo disservizio è
stato segnalato da alcuni residenti anche durante la seduta del
Consiglio comunale aperto di lunedì sera. La zona lunedì si è infatti
nuovamente allagata dopo una preci pitazione di poco più di un quarto
d'ora. «L'intervento - ci ha spiegato il dirigente dell'Ufficio tecnico
comunale Enzo Ortega - è stato coordinato dalla Protezione civile e ci
ha permesso di scoperchiare un condotto completamente intasato e
all'interno del quale abbiamo trovato parecchio materiale ostruente. Nel
complesso abbiamo operato su un canalone di circa cento metri». In
centro prosegue invece la conta dei danni e l'inventario da parte delle
attività commerciali più colpite. Il loro grido d'allarme è stato
lanciato anche in Consiglio comunale lunedì sera. Le cause
dell'alluvione di sabato sono finite anche sul tavolo della Procura
della Repubblica di Agrigento con il procuratore Luigi Patronaggio che
«ha ritenuto doveroso e conforme a legge avviare una indagine
conoscitiva al fine di accertare se, oltre le eccezionali avverse
condizioni atmosferiche che hanno determinato l'evento alluvionale,
abbiano concorso anche condotte colpose da parte di qualificati soggetti
che avevano l'obbligo giuridico di impedire il verificarsi
dell'evento». Di Licata si è parlato anche durante l'incontro con il
ministro della Giustizia Orlando ospitato dalla Cna di Agrigento. A
chiedere un esplicito intervento del Governo di Roma è stato il
presidente della locale Cna, Piero Caico, anche lui alle prese con la
conta dei danni all'interno della sua falegnameria, oltre ad avere
subito qualche guaio fisico durante le operazioni di messa al riparo di
attrezzature e macchinari.
GIUSEPPE CELLURA
23 novembrte 2016
La Sicilia
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