23 novembre 2016

A LICATA SI CERCA DI RITORNARE ALLA NORMALITÀ. DOPO I DANNI, UFFICIO TECNICO, OPERAI DELL' ESA E FORESTALI AL LAVORO PER LIBERARE DIVERSE VIE DI DEFLUSSO DELLE ACQUE PIOVANE. RIPULITI GIÀ DIVERSI CANALONI PER RIPRISTINARE IL TRAFFICO VEICOLARE


Dopo i danni, si tenta di correre affannosamente ai ripari. Ufficio tecnico, operai dell'Ente sviluppo agricolo e Forestali inviati da Palermo al lavoro per liberare le vie di deflusso delle acque piovane, causa principale dell'allagamento di sabato. «Abbiamo inviato a Licata un presidio di trenta forestali per aiutare la città colpita dal nubifragio dei giorni scorsi - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici - gli operai forestali si uniranno alle squadre di intervento che sono già sul posto e forniranno all'amministrazione comunale tutto l'aiuto necessario». Ma dove si è intervenuto ieri? Forestali e dipendenti dell'Esa hanno lavorato per ripulire due canaloni, uno lungo la Strada Statale 115 e uno che passa a ridosso di via Due Rocche, nel quartiere Fondachello-Playa. Notevole l'occlusione trovata durante le operazioni, il canale lungo la Statale 115 sabato mattina era esondato comportando la momentanea interruzione al transito lungo l'arteria. I forestali inviati da Palermo sono stati invece divisi in diverse squadre e, con il coordinamento del dipartimento Lavori Pubblici, sono stati impiegati al cimitero dei Cappuccini, nella villetta Baden Powell e alla villa comunale Regina Elena. Un altro intervento di disostruzione è stato eseguito ieri pomeriggio in via Marcotto dove scorre un canalone da tempo non in grado di far fronte in caso di intense precipitazioni. Questo disservizio è stato segnalato da alcuni residenti anche durante la seduta del Consiglio comunale aperto di lunedì sera. La zona lunedì si è infatti nuovamente allagata dopo una preci pitazione di poco più di un quarto d'ora. «L'intervento - ci ha spiegato il dirigente dell'Ufficio tecnico comunale Enzo Ortega - è stato coordinato dalla Protezione civile e ci ha permesso di scoperchiare un condotto completamente intasato e all'interno del quale abbiamo trovato parecchio materiale ostruente. Nel complesso abbiamo operato su un canalone di circa cento metri». In centro prosegue invece la conta dei danni e l'inventario da parte delle attività commerciali più colpite. Il loro grido d'allarme è stato lanciato anche in Consiglio comunale lunedì sera. Le cause dell'alluvione di sabato sono finite anche sul tavolo della Procura della Repubblica di Agrigento con il procuratore Luigi Patronaggio che «ha ritenuto doveroso e conforme a legge avviare una indagine conoscitiva al fine di accertare se, oltre le eccezionali avverse condizioni atmosferiche che hanno determinato l'evento alluvionale, abbiano concorso anche condotte colpose da parte di qualificati soggetti che avevano l'obbligo giuridico di impedire il verificarsi dell'evento». Di Licata si è parlato anche durante l'incontro con il ministro della Giustizia Orlando ospitato dalla Cna di Agrigento. A chiedere un esplicito intervento del Governo di Roma è stato il presidente della locale Cna, Piero Caico, anche lui alle prese con la conta dei danni all'interno della sua falegnameria, oltre ad avere subito qualche guaio fisico durante le operazioni di messa al riparo di attrezzature e macchinari. 
GIUSEPPE CELLURA

23 novembrte 2016
La Sicilia









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