29 ottobre 2016

RECEPITA LA NORMA DELLO STATUTO. ACCORDO STATO-REGIONE ALLA SICILIA RESTERANNO DUE MILIARDI DI ENTRATE. ADESSO LA REGIONE POTRÀ PROGRAMMARE LA SPESA DEI FORESTALI, MA SOPRATTUTTO POTRÀ STABILIZZARE I CIRCA 15 MILA PRECARI CHE LAVORANO NEI COMUNI



RECEPITA LA NORMA DELLO STATUTO
Accordo Stato-Regione alla Sicilia resteranno due miliardi di entrate

Una svolta importante, attesa addirittura dal 1970, quella arrivata ieri con l'accordo raggiunto a Roma tra il governo nazionale e la Regione siciliana. All'Isola, infatti, resteranno gli introiti delle tasse maturate sul territorio. Viene così data attuazione effettiva all'articolo dello statuto regionale che prevedeva espressamente questa soluzione. «Una conquista storica per i siciliani», l'ha definita il presidente Crocetta. Grande merito per questa operazione va all'assessore Baccei, che con competenza e abilità ha saputo portare avanti la strategia vincente. Con queste entrate certe la Regione potrà stabilizzare i precari degli enti locali.

Stato-Regione, accordo raggiunto restano in Sicilia 2 miliardi di tasse
«Intesa che ha per noi - esulta Crocetta - un valore storico»

PALERMO. Il Consiglio dei ministri, presente il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha approvato ieri il decreto legislativo che riconosce alla Sicilia 1,4 miliardi di euro per il 2017 e circa 1,7 miliardi dal 2018 in poi. Ma, secondo calcoli piuttosto complicati, si arriverebbe addirittura a 2 miliardi di euro. «Un accordo che ha un valore storico - ha esultato il presidente Crocetta - poiché rivede un sistema vigente dal 1970, che ha determinato un mancato riconoscimento di entrate previste dalle norme statutarie, mai attuate dallo Stato». Un risultato raggiunto anche grazie alla competenza dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, che con determinazione ha ripulito il bilancio di quasi 10 miliardi di residui attivi inesigibili, ma che negli anni hanno consentito di fare lievitare le spese correnti. «Abbiamo lavorato in questi anni ha aggiunto Crocetta - perché fossero riconosciuti diritti sanciti dalla Costituzione e si rende giustizia al popolo siciliano. Con il decreto legislativo che dovrà essere promulgato dal presidente della Repubblica, inizia una nuova fase per la Regione siciliana, laddove si riconosce una certezza delle entrate che potrà permettere di effettuare una programmazione pluriennale delle risorse, la realizzazione di bilanci basati su entrate certe e non virtuali, nella logica del pareggio di bilancio, che dovrà essere alla base della nuova finanziaria. Si spende quello che si ha e si chiude con la logica delle entrate gonfiate per giustificare sprechi e privilegi». Il Consiglio dei ministri, in pratica, ha recepito l'accordo raggiunto in sede di commissione Paritetica StatoRegione che prevede che alla Sicilia vengano "retrocessi" i tributi maturati sul territorio, pari al 100%. In precedenza, invece, alla Regione venivano assegnati i tributi riscossi. Un accordo che i tecnici del ministero dell'Economia avrebbe voluto rimettere in discussione, senza riuscirci. Adesso la Regione potrà garantire i trasferimenti agli enti locali, programmare la spesa dei forestali. Soprattutto, avendo risorse proprie, potrà stabilizzare i circa 15 mila precari che lavorano nei comuni. Il presidente Crocetta ha voluto ringraziare «tutti gli assessori, in particolare quello all'Economia e la vice presidente che hanno seguito con me tutta la vicenda in prima persona e tutti coloro che, con la loro azione virtuosa, ci hanno resi credibili di afronte allo Stato, Grazie a Renzi e tutto il Consiglio dei ministri». «In questo modo - ha rilevato il presidente della commissione bicamerale per le questioni regionali, Gianpiero D'Alia - si esce da una situazione di vaghezza che ha comportato anche numerosi contenziosi davanti alla Corte costituzionale e si pone fine ad un ritardo di oltre trent'anni nel sostituire le vecchie norme di attuazione che erano addirittura precedenti alla riforma tributaria. Con l'intervento del governo Renzi ha concluso - non si rimedia solo ad un ritardo clamoroso, ma si mette la Regione nella condizione di realizzare una politica finanziaria rinnovata e mirata allo sviluppo e sicuramente più responsabile». Per Dorè Misuraca (Ncd), «dopo decenni di tante parole il governo nazionale, anche grazie a Ned-Area popolare, ha riconosciuto la specificità della amministrazione regionale che potrà attuare e programmare una politica economica più sostenibilee responsabile». Per la capogruppo del Pd, Alice Anselmo, il «decreto del Cdm zittisce i gufi dell'opposizione». L'Anci ha chiesto che adesso i governi nazionale e regionale avviino un confronto con gli enti locali siciliani. Accordo bocciato in toto, invece, dal coordinatore di Sicilia Nazione, Gaetano Armao, secondo cui, «l'approvazione del Dgls rappresenta l'ultimo atto dello smantellamento dell'Autonomia siciliana. Chiederemo al prossimo governo regionale di disdettare quell'accordo».








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