«Abbiamo una stima di quanti dovrebbero uscire con l'Ape agevolata e con il canale dei precoci: circa 60mila. A questi si aggiungono quelli che decideranno di andare via con l'Ape volontaria. In totale - precisa Poletti - possiamo parlare di centomila persone. Il che non significa centomila nuovi posti di lavoro, ma una certa quota sì».
Per i giovani, «sul tavolo del confronto con i sindacati il prossimo anno avremo due temi-chiave: come garantire l'adeguatezza delle pensioni, soprattutto con carriere discontinue, e come differenziare l'età pensionabile in relazione all'aspettativa di vita, che non è e non può essere uguale per tutti i lavori», spiega Poletti.
Per l'adeguatezza «due sono le linee di azione. Una è quella della previdenza integrativa e dunque degli strumenti per rafforzare l'adesione. Un'altra - prosegue il ministro - è la previsione di un intervento che permetta, nei casi di maggiore fragilità contributiva, di poter contare su uno zoccolo duro, una base di appoggio stabile, una sorta di trattamento di garanzia minimo che consenta una vita decorosa».
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23 Ottobre 2016
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