di Accursio Sabella
PALERMO- Per il governatore era tutto fatto. Ma gli “alleati” hanno alzato la paletta rossa. Ed è partita la rissa. La rissa per le poltrone. Eppure, sembrava tutto chiaro. Il presidente della Regione aveva deciso di portare ieri in giunta la nomina del nuovo presidente dell'Ircac, ente che gestisce milioni di euro di finanziamenti destinati alle cooperative. Il nome proposto da Crocetta da anni è presente nelle pieghe della Regione, negli uffici di gabinetto, negli elenchi dei consulenti: si tratta di Sami Ben-Abdelaali, originario della Tunisia ed esperto personale del presidente nelle questioni con i paesi del Nordafrica. Non solo. Ben Abdelaali è stato anche scelto tra i commissari che avrebbero dovuto commissariare il commissario dell'Expo, cioè l'ex assessore Dario Cartabellotta. Il suo nome era saltato fuori persino nella vertenza Gesap. L'indicazione da parte di Crocetta del nome di Tommaso Dragotto era coincisa con la chiamata di Ben-Abdelaali da parte dell'imprenditore nella sua società. Insomma, un fedelissimo del presidente che sembra avere molto a cuore il destino del suo esperto personale e di tenere assai in considerazione le sue competenze.
"Oggi non si fa nessuna nomina"
Ma alla presentazione di quel nome, ecco esplodere le tensioni. Incarnate da due esponenti “di peso” della giunta di Crocetta. L'assessore alla Infrastrutture Giovanni Pistorio e quello all'Agricoltura Antonello Cracolici hanno dato l'alt al presidente, usando anche toni molto forti: “Oggi non si fa nessuna nomina”. Un veto che non sarebbe legato tanto al nome dell'esperto nordafricano, sul quale sembrano sostanzialmente tutti d'accordo, quanto al fatto che a quel nome non sia seguita alcuna rassicurazione sulle nomine future, quelle degli uomini graditi agli altri partiti. Insomma, è partita la rissa per le poltrone. Tante, spesso ricche e in grado di mobilitare milioni di euro preziosissimi, specie in concomitanza con la campagna elettorale.
Le partite di Ircac, Crias e Irfis
E così, a Crocetta è stato imposto di ridiscutere delle nomine la prossima settimana, quando dovranno essere pronti anche i nomi dei vertici di altre due società regionali: la Crias e Irfis. Anche la Crias, come l'Ircac, è formalmente in mano all'assessorato alle Attività produttive guidato da Mariella Lo Bello. Ma sull'ente ha messo gli occhi proprio l'Udc di Pistorio e D'Alia. Anche se ancora non si fanno nomi. Così come non se ne fanno per l'Irfis, dopo le dimissione di Rosario Basile, un uomo vicino anche all'Udc, appunto, visto che con la lista dei centristi si è candidato alle ultime elezioni politiche. Nella medio-banca siciliana, oggi decapitata, è prevista una assemblea dei soci per mercoledì prossimo. A quella data, insomma, il governo regionale si dovrà presentare con un nome. Anzi, con più di un nome. Visto che quasi certamente verrà deliberato anche l'allargamento del consiglio di amministrazione da tre a cinque membri. Al momento, in carica restano la vicepresidente Patrizia Monterosso e il consigliere Salvatore Parlato. L'idea del governatore è quella di individuare una personalità “al di sopra di ogni sospetto”. E inattaccabile dal punto di vista professionale. Ma il Pd, dopo l'addio di Basile sta puntando alla poltrona di un ente in grado di muovere, sfruttando la leva del mercato, fino a un miliardo di euro, in crediti che potranno essere concessi a privati o aziende in un periodo come questo dove l'accesso a prestiti e mutui è molto difficile. Insomma, una vera e propria macchina da guerra, l'Irfis, soprattutto in tempo di elezioni.
Dalla Sas alla Sac: le poltrone già assegnate
Ma la partita delle nomine da fare si intreccia con quella delle nomine già fatte. A cominciare da quella di Nico Torrisi, che ieri ha superato il vaglio relativo ai titoli e può quindi ricevere le deleghe alla Sac, l'azienda che gestisce l'aeroporto di Catania. Per quanto quella nomina fosse giunta con l'avallo di soci diversi, Torrisi viene considerato uomo vicino a Totò Cardinale e soprattutto al catanese Nicola D'Agostino.
Una nomina, quest'ultima, che sta creando un po' di nervosismo tra gli altri alleati. Soprattutto nell'Udc catanese rappresentato da Pistorio, appunto. E così, nonostante l'impressione sia quella di un approdo senza grossi problemi di Sami Ben-Abdelaali, l'uomo del presidente, al vertice di Ircac, non mancano i musi lunghi sull'occupazione militare operata da Crocetta nella galassia Regione. A cominciare dall'ultima nomina, quella di Rosario Tufano al vertice della Sas, la partecipata che può contare – insieme alla Seus – su un gran numero di dipendenti e che, alla luce dello scioglimento di Spi, avrà anche il compito delicato di gestire il patrimonio immobiliare di Palazzo d'Orleans.
La nomina di Tufano, commercialista di Gela vicino a Crocetta, si aggiunge soltanto a quella, ad esempio, al vertice dell'Ast, di Massimo Finocchiaro, militante del Megafono e amico personale del presidente, sul quale in tanti hanno allungato anche le ombre dell'insussistenza dei titoli; e ancora, di lunga data ma resistenti le nomine di Antonio Fiumefreddo a Riscossione Sicilia e Antonio Ingroia a Sicilia e-servizi. Senza contare che la Seus, ancora senza un amministratore, è guidata da Gaetano Montalbano, ex componente del gabinetto dello stesso Crocetta. E proprio quella dell'azienda che gestisce il 118 in Sicilia sarà un'altra delle partite, insieme a quella relativa all'Irsap, attualmente nelle mani di Maria Grazia Brandara, segretaria particolare di Mariella Lo Bello, e degli enti del settore dell'agricoltura: Istituto zootecnico, Istituto Vino e Olio ed Esa. In quest'ultimo ente, però, qualcosa si è mosso già. Come abbiamo già raccontato, lo straordinario commissario straordinario Calanna (prorogato una dozzina di volte), uomo graditissimo a Crocetta ma soprattutto al senatore Giuseppe Lumia, ha incaricato il nuovo direttore generale Fabio Marino: un uomo vicino all'assessore Cracolici che lo aveva già messo a capo di uno dei suoi uffici di staff. La rissa per le poltrone è già iniziata.
20 Ottobre 2016
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