Sala d'Ercole, all'ottavo tentativo, trova i numeri giusti per approvare la manovra da 132 milioni. Il via libera dopo un appello dell'assessore Baccei
All’ottavo tentativo l’Ars ci riesce. Dopo un appello formulato in Aula dall’assessore all’Economia Alessandro Baccei, che ha chiesto “senso di responsabilità” alle opposizioni esplicitando “le difficoltà di avere i numeri della maggioranza” e ricordando che nell’assestamento di bilancio saranno presenti “misure importanti per i precari. per le ex Province e per i talassemici”. L’Ars, quindi, approva i 132 milioni di debiti fuori bilancio: una formalità - necessaria per approvare il rendiconto e quindi passare all’assestamento di bilancio - bloccata dalla settimana scorsa dalle fibrillazioni interne alla maggioranza. Stamattina la capogruppo del Partito democratico Alice Anselmo ha incontrato i presidenti degli altri gruppi della coalizione, ma la riunione non ha fatto uscire il Parlamento dallo stallo: la prima parte della seduta, infatti, è saltata per l’assenza del numero legale. Meglio è andata al secondo tentativo, iniziato pochi minuti dopo le 18.
Ieri, a uscire apertamente allo scoperto, è stato il Nuovo centrodestra. Che proclamandosi insoddisfatto per la politica di Bruno Marziano sulla formazione ha annunciato il proprio addio alla maggioranza. Nella mattinata di oggi, a ridosso del vertice, i malumori si erano estesi: “Il presidente della Regione Rosario Crocetta – diceva in quei minuti Michele Cimino di Sicilia futura – inviti ad un tavolo i gruppi parlamentari per affrontare le emergenze e per giungere anche al varo della legge di rendiconto. In caso contrario sono certo che difficilmente l'Ars potrà mai raggiungere il numero legale”. Eppure, appena pochi minuti più tardi, la situazione sembrava essere rientrata: i partiti di maggioranza – Pd, Udc, Ncd, Psi, Sicilia democratica e Sicilia futura – avevano trovato l’intesa per presentarsi più o meno compatti in aula.
Non che le difficoltà fossero archiviate. Perché ancora pochi minuti prima dell’inizio della seduta d’aula, iniziata alle 16, è suonato un nuovo campanello d’allarme, ancora sulla formazione: a esprimerlo, questa volta, il Psi, che con il vicepresidente dell’Ars Antonio Venturino è tornato a chiedere chiarimenti all’assessore regionale Bruno Marziano. Quando l’aula è iniziata, lo strappo si era già consumato: Ncd ha comunicato ai dem che la sua pattuglia di deputati non sarebbe stata presente, e che quindi il numero legale non sarebbe stato raggiunto. Così è stato, tanto che alla fine della prima parte della seduta è ancora il Psi a certificare lo stallo: “Prendiamo atto che il governo Crocetta non ha la maggioranza in aula e che pezzi di maggioranza non vogliono votare le misure necessarie come i debiti fuori bilancio e il rendiconto 2015”. Alla fine, però, ci mettono una pezza le opposizioni. Che votano “no”, ma partecipano al voto rendendo possibile l’approvazione della norma, cui l’Ars era tenuta per legge. Una via libera che arriva fra attacchi durissimi: “Il governo – dice il presidente del gruppo misto Mimmo Fazio – non ha i numeri e deve trarne le conseguenze”.
12 Ottobre 2016
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