Stanziati 800 mila euro per la riserva naturale di Cavagrande del Cassibile
Saranno ripristinati i sentieri Scala Cruci e Mastra Ronna, distrutti da un incendio nel 2014
di Francesco Midollo
Avola - Il progetto c’è. I soldi anche. Per il
rispristino dei sentieri Scala Cruci e Mastra Ronna, ingressi principali
alla riserva naturale di Cavagrande del Cassibile, l’Azienda Foreste
Demaniali è riuscita ad intercettare e farsi stanziare 800 mila euro. Il
finanziamento, che sarà decretato alla metà di agosto, è inserito
all’intero del pacchetto “Patto per il Sud”. L’annuncio di questo passo
in avanti per le sorti del canyon arriva dal dirigente siracusano
dell’ente gestore Nunzio Caruso, che in questi giorni si trova a Palermo
per seguire l’iter.«Abbiamo portato avanti – dice Caruso – un programma di lavoro di progettazione con il dipartimento regionale tecnico presentando un progetto unico per il ripristino dei sentieri in tutte le riserve del siracusano. Ad agosto il progetto di 800 mila euro verrà finanziato ufficialmente, aspettiamo solo il via libera da parte del Cipe. Buona parte di queste somme - dice il dirigente - serviranno per ricostruire interamente il sentiero di Scala Cruci e ristrutturare il sentiero di Mastra Ronna. Credo che a settembre cominceremo i lavori che, verosimilmente, saranno conclusi entro la fine dell’ anno».
Fin qui il ripristino dei sentieri distrutti dall’incendio del 26 giugno 2014. Le fiamme di 2 anni fa però hanno lasciato in eredità un altro e ben più grande problema: la sicurezza dei costoni rocciosi, motivo principale della chiusura della riserva per il rischio di smottamenti di massi a valle.
«Su questo aspetto - dice Caruso - non ho ancora grosse novità. Dobbiamo ancora capire che tipi di interventi fare. Stiamo pressando per ottenere altre somme necessarie alla progettazione prima e agli interventi dopo. L’idea è quella di utilizzare fondi extraregionali». Su questo aspetto, e cioè sulla chiusura del canyon a causa della mancata sicurezza, l’amministrazione comunale di Avola ha presentato ricorso al Tar per ottenere una riapertura, citando in danno proprio l’Azienda Foreste Demaniali. Caruso pare tranquillo.
«Al momento – dice il dirigente – noi non siamo stati contattati e nemmeno ci sono arrivati documenti relativi a questa azione legale nei nostri confronti. Vedremo. La cosa che mi preoccupa – continua Caruso – e che sottoporrò agli organi di vigilanza, è che nonostante ci sia un ordinanza di divieto di entrare nella riserva, si continua ad infrangerla con grossi rischi per i visitatori e non si può pensare di poter interventi seriamente solo quando ci scappa il morto. Domenica c’erano almeno 400 persone ai laghetti in fondo al canyon. Noi abbiamo rispristinato il recinto, ma puntualmente viene reciso. Nonostante il divieto, gruppi organizzati continuano a portare gente nella riserva».
28 Luglio 2016
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