ALLA VILLA BELLINI
Al via la Festa dell'Unità
A Catania lo stato maggiore del Pd
L'intervento di Delrio (nella foto) è interrotto da un gruppo di contestatori
CATANIA – La festa nazionale de l’Unità apre i battenti nel capoluogo etneo. Il gran giorno è arrivato. A fare gli onori di casa c’è lo stato maggiore del partito democratico: il presidente del partito, Matteo Orfini, e la vice segretaria Debora Serracchiani in compagnia della pattuglia siciliana capitanata dal segretario regionale Fausto Raciti. Sul palco sono previsti gli interventi del sindaco etneo Enzo Bianco, del presidente della Regione Rosario Crocetta e dal segretario provinciale Enzo Napoli. La federazione più litigiosa d’Italia è così chiamata a raccolta per la prima festa nazionale del giornale fondato da Antonio Gramsci che si tiene nel meridione d’Italia dal 1976.
Una scelta simbolica come conferma Matteo Orfini a margine del dibattito dicendo che "l'Italia non riparte senza la Sicilia e il mezzogiorno". Un punto di vista privilegiato per osservatori e commentatori politici intenti a testare l'indice di gradimento del partito del premier, verificarne lo stato di salute e studiarne le trasformazioni profonde. E con le regionali dietro l'angolo cresce la curiosità per il nome del futuro candidato al governo dell'Isola: non si escludono sorprese. Crocetta, a margine del dibattito, conferma che sarà della partita e sibillino consiglia di non seguire la strada del "cuffarismo".
La festa si apre con un minuto di silenzio per le vittime del sisma di Amatrice. Poi è il segretario Enzo Napoli a fare gli onori di casa ringraziando i militanti che si sono spesi per la realizzazione della Festa. Lo stesso fa il segretario regionale Raciti. Il tema del rischio sismico e della messa in sicurezza tiene banco durante tutti gli interventi. Ne parlano il sindaco Bianco e la vice segretaria Serracchiani: bisogna investire risorse e amministrare con criterio. Sul palco poco dopo si susseguono due momenti molto “politici” sullo stato di salute del partito e sulle prossime elezioni regionali siciliane. “Questo palco è a disposizione di tutte le opinioni perché non abbiamo paura del confronto”, dice Matteo Orfini. Il riferimento è alla minoranza del partito malpancista rispetto al referendum costituzionale. Sul futuro candidato alla guida della Regione, invece, Orfini glissa. “La Sicilia è una regione molto gelosa della sua autonomia, sarà il Pd siciliano a decidere”. Rosario Crocetta, dopo avere sciorinato i risultati economici ottenuti dalla sua azione di governo in termini di Pil, non si lascia scappare l’occasione per lanciare segnali abbastanza chiari a chi vorrebbe rottamarlo. L’invettiva parte da un ricordo nostalgico delle Feste del Pci passando per una citazione di Palmiro Togliatti e termina con un netto rifiuto di “alleanze con i camaleonti”. Un riferimento “ai cuffariani” tutt’altro che casuale. Insomma, la partita per la Regione è appena iniziata.
Il secondo momento di confronto è tenuto a battesimo dall’europarlamentare Michela Giuffrida. I fili conduttori della conversazione con il presidente dell’Enac, Vito Riggio, e con l’Ad Autostrade per l’Italia, Giovanni Castelluccio sono le misure per fare ripartire il Sud del Paese. Giuffrida ricorda il proprio lavoro all’interno di due commissioni europee cruciali: agricoltura e sviluppo regionale e assicura che c’è “un’enorme mole di finanziamenti”, ma “il problema è come spenderli". Da qui l’impegno per finanziare nuove e vecchie infrastrutture in sinergia con il governo nazionale tramite i “patti per le città” e gli oltre due miliardi per l’intera regione. Serve però un’attenzione particolare per fare partire opere di adeguamento antisismico fondamentali soprattutto per il sud-est siciliano esposto a un alto rischio.
Il terzo giro di valzer lo apre il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Il braccio destro del premier passa in rassegna varie grandi opere “sbloccate” grazie a “enormi sforzi burocratici”, in primis l’autostrada Ragusa-Catania. Ma è la messa in sicurezza degli edifici il tema conduttore degli interventi di Delrio che mette al primo posto la prevenzione. “Servono un programma di lungo respiro e un piano nazionale”, annuncia il Ministro. Senza dimenticare però la messa in sicurezza delle scuole.
L'intervento del Ministro Graziano Delrio è interrotto
da un gruppo di contestatori che scandiscono slogan contro la riforma
costituzionale e la buona scuola. La contestazione dura pochi minuti. I
promotori della protesta lasciano la zona vicina al palco e spiegano ai
cronisti le loro ragioni. Si tratta di professori costretti ad emigrare
al nord per ottenere la cattedra. In mano tengono dei cartelli con tanto
di hashtag #renzistaisereno. I docenti raccontano le difficoltà
quotidiane legate alla scelta di abbandonare le proprie famiglie. E
provocatoriamente giocando con lo slogan del dibattito dicono: “Da quale
Sud riparte l’Italia?”.
28 Agosto 2016
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