GRANDE PARTECIPAZIONE AL PRIMO INCONTRO
Il Parco dell’Etna candidato al programma Mab dell’Unesco
L’incontro costitutivo, promosso dal Parco nella “casa comune” di Nicolosi, l’antico ex Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena, è stato molto partecipato, con un ampio coinvolgimento degli intervenuti, che hanno dato vita a un dibattito ricco di idee e proposte.
Come ha spiegato la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia, obiettivo del progetto è “la costituzione di una Riserva della Biosfera che, a partire dall’Etna, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2013, includa, in un positivo processo di contaminazione, le straordinarie emergenze ambientali che si trovano nell’area circostante il vulcano, fino a coinvolgere i due fiumi che lo abbracciano, il Simeto e l’Alcantara, e la costa Jonica, compresa la perla della Sicilia: Taormina e la Valle dell’Agrò. Un progetto ambizioso che vede quest’area della Sicilia orientale proporsi per un importante riconoscimento UNESCO, il MaB (Man and Biosphere – Uomo e Biosfera), costituito dall’UNESCO nel 1971 per migliorare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente e per promuovere lo sviluppo sostenibile di un territorio e ridurre la perdita di biodiversità biologica e culturale”.
Scopo della proclamazione delle Riserve è promuovere e dimostrare una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, creare siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l’educazione ambientale, oltre che poli di sperimentazione di politiche mirate di sviluppo e pianificazione territoriale. “E’ dunque un complesso percorso volontario di miglioramento, al quale chi aderisce prende degli impegni che dovranno essere rispettati”, ha aggiunto la presidente Mazzaglia.
Un progetto di grande respiro, dunque, una vera e propria sfida, quella del MAB, nella quale “è necessario coniugare il dinamismo della partecipazione dal basso, il fortissimo coinvolgimento del territorio, con l’impegno delle istituzioni”, ha spiegato il sindaco di Paternò Mauro Mangano, portavoce del Patto del Simeto, che ha da tempo avviato un processo simile. E ha aggiunto: “L’uomo deve sapere state dentro il territorio più pregiato e trarne felicità”.
Significativa la partecipazione di Domenico Nicoletti, direttore del Parco del Gran Sasso e personaggio di grande esperienza nel mondo dei Parchi, esperto di MAB, che ha ricordato come “tante richieste di partecipazione dimostrano la grande volontà di cambiamento nei territori dei Parchi. Dalle aree protette e da questi rapporti di integrazione, da queste progettualità e scenari nuovi, emerge la capacità di ispirare il futuro delle nuove generazioni. Per cambiare, bisogna crederci”.
Sull’importanza fondamentale del processo di istituzione dal basso, ha insistito Agata Puglisi, già responsabile dello staff Unesco del Parco e adesso responsabile del MAB: “In questo percorso, che punta alla tutela della biodiversità naturale e alla promozione dei valori culturali, diventa fondamentale la volontà dei cittadini di prendersi cura del territorio e di preservarlo per le generazioni future”. Al centro del progetto anche le “buona pratiche” collettive: Agata Puglisi ha proposto un impegno comune per il risparmio energetico e la lotta all’inquinamento luminoso.
Tutti d’accordo sulla fondamentale importanza, per la buona riuscita del progetto, della condivisione piena, del coinvolgimento e della partecipazione dal basso di cittadini, associazioni, operatori del territorio. Si sono espressi in questa direzione i sindaci intervenuti: Ignazio Puglisi, primo cittadino di Piedimonte Etneo, rappresentante dei comuni etnei nel CUNES, che ha parlato della necessità di una “visione complessiva”; Michele Mangione, sindaco di Randazzo, la città dei tre Parchi (Etna, Nebrodi e Alcantara), che ha proposto di inserire la tematica della lotta ai rifiuti tra gli obiettivi del progetto; Nino Borzì, sindaco di Nicolosi e presidente del Distretto Taormina-Etna, che ha sottolineato la necessità di “fare in modo che i cittadini siano pianamente consapevoli di quello che facciamo”; Lino Monea, sindaco di Francavilla e vicepresidente del Parco dell’Alcantara, che ha definito l’incontro “una pietra miliare” per il progetto, che con il coinvolgimento dei Parchi, delle comunità locali, del Club Unesco e con un diretto impegno e sostegno della Regione potrà arrivare a buoni risultati; Antonio Di Giovanni, vicesindaco di Riposto.
Per il Club Unesco di Taormina, il presidente Giuseppe Tindaro Toscano ha manifestato il più forte impegno a sostegno dell’iniziativa, mentre Alessandro Zagarella ha ricordato i vari passaggi della nascita di questo progetto Mab, sostenuto, come ha puntualizzato Enza Cilia, da “un forte movimento di sentimenti e opinioni”, con un coinvolgimento di varie comunità.
Importanti anche i contributi al dibattito dal mondo universitario. “Per entrare nel club di eccellenza delle Riserve della Biosfera, serve un progetto credibile”, ha sottolineato il professore Vincenzo Piccione, dell’Università di Catania, che ha suggerito un forte impegno comune dei Parchi dell’Etna, dei Nebrodi e dell’Alcantara, mentre il collega Giovanni Signorello, intervenuto in rappresentanza del rettore, ha sollecitato un pieno coinvolgimento dell’Università di Catania. Da parte sua, Paolo Guarnaccia, esprimendo soddisfazione per il lavoro comune di istituzioni e cittadini, ha ricordato l’importanza prioritaria di una mappatura del territorio e di una raccolta di dati.
E ancora Enzo Maccarrone, vicepresidente del Gal Etna, ha ricordato quanto sia importante fare percepire di più ai cittadini l’importanza del riconoscimento Unesco e i vantaggi che può portare in termini di sviluppo e ha proposto anche lui un forte impegno sul fronte dei rifiuti.
Chiamato in causa da vari interventi, il neo Ispettore Ripartimentale delle Foreste Francesco Di Francesco ha ricordato che negli ultimi anni il Corpo Forestale ha visto ridursi del 50 per cento le risorse economiche e professionali, a fronte di un impegno sul territorio sempre più oneroso.
Per il Club Alpino Italiano, il neo presidente della sezione di Catania Umberto Marino, intervenuto insieme a Vincenzo Agliata, ha sollecitato un grade coinvolgimento di giovani e scuole anche nel progetto MAB Unesco.
Tra i tecnici, Salvatore Vinciguerra della Cooperativa “Territorio e Foreste”, ha sottolineato l’importanza delle relazioni potenziali e possibili tra una grande quantità di soggetti e ha sollecitato il coinvolgimento pieno nella nuova iniziativa – come peraltro avevano già fatto la presidente Mazzaglia e il sindaco Puglisi – del gruppo che ha proposto un altro progetto MAB, con le Giacche Verdi di Bronte e la Fondazione tedesca Hermsen. Infine l’operatore agricolo Peppino Vecchio ha chiesto un forte impegno sul territorio per divulgare finalità e obiettivi del MAB.
Ha chiuso l’incontro Salvo Brocato, coordinatore del MAB: “Andiamo avanti con forte impegno, con spirito di collaborazione e unità di intenti, diffondendo tra i giovani gli obiettivi del progetto e il suo grande valore identitario”.
23 Luglio 2016
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