CFRS – “santo inquisitore” contro gli Ufficiali di P. G.
Ufficiali di P. G. proposti per provvedimenti disciplinari perché, durante il servizio di prevenzione incendi, avuta notizia del compiersi di un fatto reato, hanno esercitato il loro ufficio interrompendo gli effetti negativi prodotti dal reato, informato il P. M., identificato il reo, raccolto le fonti di prova (raccolta qualificata con la nomina di un ausiliario di P. G. esperto di animali, e con l’intervento del CITES del Corpo Forestale dello Stato e del Veterinario dell’ASL locale) e redatti gli atti di polizia giudiziaria, utili per l’applicazione della legge penale.
La proposta di provvedimento disciplinare è stata avanzata al DG del Corpo Forestale siciliano dall’ispettore ripartimentale delle Foreste di Trapani, il quale avendo organizzato un servizio di prevenzione incendi, riteneva che la sua disposizione superasse la legge penale, gli obblighi del codice di procedura penale e che – addirittura – l’esercizio delle funzioni di polizia degli Ufficiali del CFRS, per essere esercitati dovevano ottenere il suo consenso.
Angelo Musco diceva: “ognuno di noi ha diritto ad essere un po’ cretino”; ma solo un po’, senza esagerare.
Comunque un dirigente della Regione Siciliana non ha certo il diritto di ignorare elementi di cultura generale in fatto di codice penale e procedura penale. Per la sua qualità di pubblico ufficiale e/o incaricato di pubblico servizio, il novello “santo inquisitore”, dovrebbe sapere che agenti ed ufficiali di Polizia giudiziaria hanno degli obblighi posti dalla legge in fatto procedibilità e di conoscenza di reato. Obblighi per i quali, in caso di omissione, è prevista una maggiore pena proprio per gli agenti ed ufficiali di P. G..
Ora il nostro “santo inquisitore”, dirigente mai stato forestale, mai stato militare ed appartenente al ruolo unico dei dirigenti regionali, ancorché inseribile nel diritto riconosciuto da Angelo Musco, non ha nessuna autorità per decidere sull’applicazione dei codici penale e di procedura penale.
Abbiamo cercato di ottenere qualche dichiarazione dai Colleghi ufficiali interessati: il commissario superiore Benedetto Adamo e dall’ispettore superiore Alberto Vitaggio, rispettivamente comandante ed addetto del Comando Distaccamento Forestale di Erice, ma hanno gentilmente rifiutato di parlare del fatto. Non hanno potuto smentire di aver ricevuto una nota di contestazione e di richiesta di sanzione disciplinare. Si sono meravigliati che Pinus fosse a conoscenza del provvedimento del “santo inquisitore”, ma non hanno voluto rispondere ad alcune nostre domande.
Naturalmente, per rispetto ai Colleghi abbiamo soprasseduto – per il momento – dal pubblicare la ricostruzione del testo originale partorito dal “santo inquisitore” aiutato nel travaglio da collaboratore di pari ignoranza o di pari astio personale.
Nel frattempo abbiamo consigliato i Colleghi di redigere un rapporto dettagliato dei fatti accaduti ed ipotizzare alcuni reati che noi abbiamo individuato e sottoporre la CRN al giudizio del Magistrato; ritendo il comportamento necessario sotto l’aspetto formale ed utile per la difesa di un eventuale procedimento, non potendo essere sicuri sulla imparzialità dei vertici del Corpo e della struttura disciplinare.
Ma non potevamo impedirci di utilizzare le nostre informazioni per fare delle considerazioni lapalissiane.
A fini didattici per stimolare una ricerca del “santo inquisitore” pubblichiamo un articolo, senza citare il testo legislativo, che detta alcuni obblighi per agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria. Se il “santo inquisitore” avrà la decenza di fare una buona ricerca troverà – senza alcun dubbio per una mente mediamente intelligente – delle grandi corbellerie con le quali ha unto la sua nota. Come esempio pratico, consigliamo al “santo inquisitore” l’utilizzo dell’esperienza di un suo commissario collaboratore il quale – proprio per un’ignoranza pari grado – ha rifiutato la ricezione di una denuncia ed è stato condannato dal Tribunale di Trapani.
Art. 361. – Omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale.
Il pubblico ufficiale, il quale omette o ritarda di denunciare all’autorità giudiziaria, o ad un’altra autorità che a quella abbia obbligo di riferirne, un reato di cui ha avuto notizia nell’esercizio o a causa delle sue funzioni, è punito con la multa da euro 30 a euro 516. La pena è della reclusione fino ad un anno, se il colpevole è un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria, che ha avuto comunque notizia di un reato del quale doveva fare rapporto.
Le disposizioni precedenti non si applicano se si tratta di delitto punibile a querela della persona offesa.
Questo primo articolo, speriamo, dia lo stimolo per uno studio approfondito, necessario per impedire ulteriori evacuazioni cerebrali.
Intanto che il nostro (ormai ci è simpatico) “santo inquisitore” colmi le sue “lagune” Non possiamo non chiederci: chi e con quali valutazioni professionali ha dato l’incarico della gestione dell’Ispettorato Forestale di Trapani a dott. Francesco Trapani – da noi simpaticamente detto “santo inquisitore”?
Ci risulta che non abbia mai avuto propensioni per le organizzazioni di tipo militare ed è ben chiara la perfetta incapacità di comprenderne i concetti.
Di contro alcuni sostengono che – fra un sorriso ed un ghigno – dice di essere in possesso (abusivo ed illegale) del tesserino di riconoscimento degli agenti ed ufficiali del Corpo Forestale siculo.
Assodato – anche per “confessione epistolare” dello stesso “santo inquisitore” che non è dotato di quelle minime conoscenze professionali per gestire una struttura provinciale dove convivono compiti e qualifiche diverse; avuto il fondato dubbio che le attività di polizia non rientrano nella filosofia di vita dello stesso “santo inquisitore”; constatato che nella nota – oltre le deficienze conoscitive – emerge una nota di astio personale, ci chiediamo:
- chi gli ha fatto il regalo della nomina? Era un amico, un amico degli amici? Un politico del potentato? O semplicemente un amico del club dei dirigenti regionali discendenti dei nobilotti del 700 ed ancora convinti che una struttura della pubblica amministrazione sia un loro feudo e possono non osservare le procedure democratiche previste?
Intanto chiediamo al Dirigente generale del Corpo Forestale della Regione Siciliana, senza rischiare di inimicarsi uno dei possibili amici del “santo inquisitore” che potrebbero ostacolarlo in futuri incarichi, se non crede che sia il caso di sollevare il dirigente dall’incarico della gestione dell’Ispettorato di Trapani per evidenti carenze professionali, ed intellettuali riferite alle attività di polizia della struttura.
Ai Lettori,
sarà nostra cura informarvi man mano che riscontriamo le notizie in nostro possesso o altre che perverranno in Redazione. La gravità del fatto ci suggerisce di formare una “commissione” per fare un “processo pubblico” e relazione il presidente Crocetta – che parla sempre di legalità – del grado di legalità utilizzato per gestire il Corpo Forestale siciliano. Chi volesse far parte della “Commissione” può proporsi con u a mail alla Redazione Pinus direttamente a: giotornesi@libero.it.
Redazione Pinus
02 Luglio 2016
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