Tagli e Ragli nelle Foreste della Regione Italienata
La Sicilia è una COLONIA
ENERGETICA di ROMAfia Capitale e dell’Imperialismo NORDICO. Non meno di 2
miliardi di kilowattore vengono saccheggiati nell’Isola e dispacciati
fuori dall’Isola-> (nostra previsione 2016). ENERGIE pulite per
PROFITTI sporchi e RINNOVABILI ventanni: vento, sole, alberi…niente si
salva.
Paghiamo due volte la BOLLETTA più cara d’Europa.
La SOVRANITA’ AgroENERGETICA dell’EcoNazione dei Siciliani è l’essenza economica della “Sicilia che VOGLIAMO”. La SOCIALIZZAZIONE di tutte le RETI -energetiche, stradali, ferroviarie…-è condizione primaria della “Sicilia che VOGLIAMO”.
Una Sicilia INDIPENDENTE, RICCA e SMILITARIZZATA!
Punto.
Paghiamo due volte la BOLLETTA più cara d’Europa.
La SOVRANITA’ AgroENERGETICA dell’EcoNazione dei Siciliani è l’essenza economica della “Sicilia che VOGLIAMO”. La SOCIALIZZAZIONE di tutte le RETI -energetiche, stradali, ferroviarie…-è condizione primaria della “Sicilia che VOGLIAMO”.
Una Sicilia INDIPENDENTE, RICCA e SMILITARIZZATA!
Punto.
@TERRAELIBERAZIONE.
Scecchi!. La parola sceccu è di origine Siqilly, cioé siculo-araba; non araba, però, ma proprio siqilly: sciaqi in arabo vuol dire “disgraziato, infelice”; sciaq significa invece “faticoso”. La “malasorte” è sciqa; mentre asino, in arabo, si dice: humar (sumaru).
U Sceccu –condannato ai lavori pesanti- è dunque il disgraziato per eccellenza. Chiedo dunque perdono al povero Sceccu se lo paragono, nell’accezione di idiota, ai personaggi, pupi e pupari, ascari, mercenari, indios, gnomi e folletti delle foreste siciliane, che animano la seguente storia di ordinario colonialismo della nostra SiciliAfrica, neo-protettorato coloniale di Bruxelles, dove ti serve il Dop dell’UE per sapere che un ulivo produce olio e che l’olio si chiama olio.
Tagli e Ragli. Tagli di alberi, -ma anche di rami su cui stava appollaiata la stessa suddetta fauna sociale delle riserve sicilindiane tuttora ragliante intorno al totem della Regione fallita.
Questa storia di scecchi la dice lunga sull’asineria degli Ascari e Mercenari della Regione fallita: si parla dei “politicanti” -esseri inutili esposti al pubblico vilipendio-, ma pochi conoscono, per esempio, l’AFOR, l’Azienda Regionale Foreste Demaniali. Il suo sottobosco.
La storia si svolge a Enna, ma gli Attori che contano parlano tedesco, inglese, romano, olandese…
La prima centrale a biomassa in Sicilia, a filiera corta. Autorizzata in “epoca cuffariana”, cantierata nel 2010 nella valle del Dittaino (Enna)… “valorizza” cippato vergine di eucalipto proveniente dai boschi di proprietà pubblica, dell’AFOR, Azienda Regionale Foreste Demaniali delle province di Enna e Caltanissetta.
Lo spot di lancio è made in Kioto, ipocrisia distillata da ecoballe spaziali sui falsi “cambiamenti climatici” versione I.P.C.C.: “Energia pulita e rinnovabile a filiera corta”: e giù applausi dei locali eco-cretini a kilometrozero!. La filiera è corta, come la corda di una forca!. Rinnovabile come la sabbia del Deserto!. Filiera corta ed Energia rinnovabile, come quella autoprodotta per decenni dall’ENI a Gela col Pet Coke. Assassini!.
I nostri alberi “regionali” vengono regalati, a kilometrozero (=nel raggio di 70km), a una multinazionale italo-tedesca, la SPER S.p.A., che ricava, inclusi eco-certificati ed eco-incentivi del Conto Energia, decine di milioni di euro all’anno: il conto andrebbe fatto con precisione. La materia prima è regalata “a 1 euro ad albero”, “fino al totale disboscamento di 10mila ettari in 10 anni”. La potenza installata dichiarata è di 18,7 Megawatt. Produce 126.000 MWh all’anno (fonte: stima SPER-S.p.A.).
Un capolavoro. E come se non bastasse spacciano come una conquista che “tutte le operazioni di taglio, cippatura e trasporto della biomassa saranno eseguite dalla Biomasse Sicilia S.p.A. (BMS) che essendo parte di un contratto con l’AFOR siciliana …nel campo dell’ingegneria forestale, la vedono coinvolta nell’iniziativa come fornitore unico della biomassa alla Centrale”.
Ma l’Ingegneria forestale non si occupava, in primis, di impianto e cura dei boschi?. Energia “rinnovabile”?. Vuol dire che dal deserto e dissesto idrogeologico che stanno realizzando, grazie ai loro “cambiamenti climatici”, ricrescerà una foresta tropicale!.
L’Accademia di Lagado dei “Viaggi di Gulliver” ha figliato nella Terra di Demeter e Kore, alzando le nebbie teutoniche degli Eroi del Walhalla.
La Multinazionale italo-tedesca (in principio “camuffata” dentro New Co. e scatole cinesi) ci tiene a far sapere che utilizza legno di eucalipto locale: “una centrale di 20 Megawatt in grado di illuminare una vasta area, con energia pulita, rinnovabile ed ecologica”.
Una vasta area?. E quale?. L’energia prodotta, supponiamo, viene venduta a Terna (essendo la centrale di potenza > superiore ai 5 Megawatt). Terna, di solito, la rivende ad Enel Distribuzione, che ce la rivende “ricaricata due volte”. O la buttano?. Una “vasta area” di sudditi elettrici finanzia con la sua bolletta –la più alta d’Europa!- l’Imperialismo italiano a trazione massomafiosa toscopadana, nelle nebbie truffaldine del suo mercato elettrico che pochi capiscono e nessuno contesta.
Una “vasta area” in attesa di diventare più “vasta” con l’attivazione del mega-elettrodotto Sicilia-Italia, cioè Scillichenti-Rizzitano: il Ponte elettrico colonialista (ce ne occuperemo ancora in relazione all’Anatomia del sofisticato “Golpe Elettrico” del Gennaio 2009).
La centrale, come previsto, è stata realizzata e collegata alla Rete Elettrica “Nazionale” entro 25 mesi: “22 mesi per il completamento della progettazione esecutiva, l’acquisto delle apparecchiature e la costruzione, 3 mesi per la messa a punto dell’impianto ed i collaudi”. E’ gente seria.
La progettazione e la realizzazione della Centrale è stata affidata alla IG, Infrastrutture e Gestioni SpA., società di ingegneria con sede legale a Roma, che risulterebbe azionista di maggioranza della SPER.
Nell’ottobre 2014 la piccola Sper –forse prevedendo nuvole nere, giudiziarie- ha venduto la Centrale alla Friel Green Power, un colosso globale delle “energie rinnovabili”, proprietario di una ventina di centrali idroelettriche, altrettante mega Wind Farm, e in espansione nel settore delle Biomasse. Il gioco delle scatole cinesi e dei passaggi di mano nel poker coloniale delle Biomasse (e di tutto il resto) può anche non interessare. Ci basti sapere che –in questo passaggio- la posta era di una sessantina di milioni (altro che “turni dei forestali”!).
La Regione Fallita è in primo luogo una Regione suicidata. Un niEnte inutile che va impacchettato e rispedito al suo legittimo proprietario: lo Stato italiano.
Tagliano i nostri boschi, ne fanno profitti rinnovabili per Decenni, anch’essi “rinnovabili”. Il Deserto coloniale che avanza sul Paesaggio siciliano non è solo una metafora!.
Con un impianto di Biomasse pubblico si sarebbero potuti permettere pure i 24.000 “forestali”*. Gli ascari e mercenari, con tutta la borghesia coloniale di cui sono espressione, non sono solo Banditi, ma anche Cretini. Individui socialmente pericolosi.
Solo “Terra e LiberAzione” si è occupata, in questa chiave, della vicenda. Per anni.
Pur nella solidarietà umana dovuta a chi sta difendendo un pezzo di pane, la “rivolta reazionaria” dei “Forestali” non è una battaglia della nostra “Guerra”.
Per “salvare” i 24.000 “Forestali” –INPS permettendo!-bruceranno i fondi residui destinati a “curare” il dissesto idrogeologico. E alle prossime frane assassine se la prenderanno con l’ultimo scecco della filiera corta: il Forestale, l’incarnazione dell’assistenzialismo clientelare e sfaticato eccetera!.
Lo Spettacolo coloniale, a reti unificate, sparerà a zero sulla Regione fallita identificandola con un Popolo intero. E il ciclo della falsa Autonomia si concluderà come fu deciso dovesse concludersi già nel 1946. Un giro a vuoto lungo 7o anni: curnuti e mazziati. Scecchi. Tutti.
Questa storia è una metafora sull’Isola “povera e bisognosa di caritatevoli fondi n/europei”. Altro riciclaggio, taglieggiato due volte, delle nostre stesse tasse e imposte dirette e indirette. Per non dire del fiume di ricchezza, energetica e umana, che scorre regolare nell’invisibile grande tubo che dalla Sicilia prende la via del Nord. Questa storia le vale tutte: come ti regalano i boschi pubblici a multinazionali europee che ne ricavano bioenergie e milionate di euro.
Tutto legale, per carità. Legalità coloniale senza alcun alibi “sicilianistico”: è la storia del suicidio della Sicilia Italienata e della sua Regione “speciale”, dell’AFOR, dei Forestali e di chi dovrebbe “salvarli”.
Colpisce comunque l’alienazione mentale dell’asineria del ni-Ente inutile “Regione siciliana”: non sanno neanche quanti siano i “loro forestali”: discutono perfino sul loro numero!. Basterebbe questo per chiudere la Baracca e liquidarne i burattini. Vivono sul pianeta Arret, il mondo capovolto dello Spettacolo coloniale.
I Forestali sono un battaglione di un Esercito clientelare in disfacimento, che fu costruito dall’ingegneria politica coloniale degli anni Ottanta nel quadro del “compromesso moderato” con Roma (e con le massomafie tosco-padane): riciclaggio clientelare di spesa pubblica in cambio di voti e consenso; e nebbia, tanta nebbia, ad ammucciare la Realtà del saccheggio coloniale della nostra SiciliAfrica.
Al resto ci pensava l’emigrazione biblica, come regolatore devastante del metabolismo sociale di un Popolo fallito. Ma anche la Fabbrica di Figli è in smobilitazione: la riproduzione è stata delocalizzata, esportata, trapiantata nelle metropoli dell’imperialismo europeo.
Quello che si sta chiudendo è un ciclo storico cominciato nell’ultimo Dopoguerra: il ciclo dell’Autonomia “sorvegliata speciale” (da Roma e Washington). Un giro a vuoto lungo 70 anni, nella Sicilia peggio di Portorico. Un Protettorato coloniale di Bruxelles, nell’occhio del ciclone che sta sconvolgendo il Mediterraneo.
@2015. Istituto TerraeLiberAzione
(inchiesta aperta nel 2010-è stata aggiornata a fine 2015-ma non è finita…)
27 Luglio 2016
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