Lavoratori forestali nelle aree archeologiche: un chiarimento
Finalmente un Governatore che guarda ai lavoratori forestali con le lenti dell'efficacia e dell'efficienza e non con il paraocchi dell'assistenzialismo. La decisione presa da Rosario Crocetta di impiegare i lavoratori forestali anche nella pulizia e bonifica delle aree archeologiche, infatti, è un atto coraggioso, innovativo e di buon governo; soprattutto se si pensa che a tal fine il Dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale pare sia pronto a mettere a disposizione gli operai forestali con un impegno di spesa di poco più di un milione di euro.
Considerato, però, che siamo nella stagione in cui, secondo il calendario silvano, vanno eseguiti i viali tagliafuoco per la prevenzione degli incendi nelle aree boscate; e considerato che le risorse finanziarie della Regione Siciliana sono limitate, è d'obbligo chiedersi: da dove sono state prese le somme assegnate?
Nessuno è contrario all'utilizzo dei lavoratori forestali per la bonifica delle aree archeologiche e per altre attività rurali e territoriali. Sia chiaro, però, che queste attività aggiuntive richiedono finanziamenti aggiuntivi.
Per essere ancora più chiari: non vorremmo che per bonificare i siti archeologici si tolgano risorse finanziarie necessarie alla manutenzione e alla salvaguardia del patrimonio boschivo della Sicilia a cominciare dalla prevenzione incendi.
Il dubbio che ci assale, riflettendo sul rapporto tra risorse finanziarie regionali e attività lavorative da compiere, è che si distraggano le somme assegnate per le attività forestali istituzionali in favore di altri lavori senz'altro operosi e necessariamente costosi.
Non si vorrebbe assistere al gioco delle tre carte, con le stesse monete che passano da una carta all'altra e alla fine non vince nessuno.
In attesa di un chiarimento definitivo, ci auguriamo di essere smentiti con notizie certe e risposte precise.
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