18 giugno 2016

LA SICILIA BRUCIA PER GLI INCENDI. ECCO DI CHI È LA COLPA






La Sicilia brucia per gli incendi
Ecco di chi è la colpa





di Accursio Sabella
PALERMO - Spenti i fuochi, resta la cenere delle responsabilità. Quelle penali, certamente. Che dovranno riguardare i criminali che hanno acceso i roghi in mezza Sicilia. Ma anche quelle politiche, cioè delle pubbliche amministrazioni che probabilmente hanno fornito a piromani e scirocco, terreno fertile per accendere l'inferno.

Lo denunciano in tanti, anche tra i dipendenti del Corpo forestale: nei mesi tra marzo e maggio non è stata compiuta alcuna attività di prevenzione. Che riguarda, in particolare, la creazione dei cosiddetti “viali parafuoco”, utili a isolare le fiamme, e anche l'attività di pulizia del sottobosco. Ma nulla è stato fatto. “Mancano i soldi”, raccontano. Mentre la legge che dovrebbe riformare il settore, annunciata a Sala d'Ercole in occasione dell'ultima finanziaria, è ancora nella mente del governo Crocetta.

Un'accusa giunta anche dal presidente della commissione antimafia all'Ars Nello Musumeci: “Non serve un’arca di scienza – ha detto - per capire che buona parte degli incendi in corso sia di origine dolosa e ad opera di piromani asserviti ad organizzazioni criminali. E non serve essere particolarmente esperti per capire che la dimensione del danno poteva essere assai contenuta se i sentieri tagliafuoco della Forestale regionale fossero stati realizzati in tempi ragionevoli. Ci troviamo di fronte a gravi omissioni degli apparati politici e burocratici regionali, che nessuna demagogia potrà minimizzare”.

“Cosa avrebbero potuto fare quei viali – chiede il dirigente generale del Corpo forestale Gaetano Gullo – se le fiamme spinte dal vento hanno superato persino la carreggiata di una autostrada?”. Interrogativo senza risposta. Così come gli altri. Ad esempio, come è possibile che gli operatori forestali dell'antincendio, circa 7 mila persone, non avessero mezzi idonei a fronteggiare il fuoco. Qualcuno ha denunciato di non poter disporre nemmeno di autobotti. “Molti tra i 3500 addetti allo spegnimento delle fiamme – ha dichiarato il deputato regionale di Forza Italia Vincenzo Figuccia - sono bloccati perché nessuno gli ha messo a disposizione autobotti ed altri mezzi. Qualcuno nel governo Crocetta dovrebbe trarne le conseguenze”. “Anche questo non è vero – replica Gullo – noi abbiamo messo a disposizione i mezzi di cui disponiamo. Ma siamo dovuti intervenire a volte su oltre cinquanta incendi contemporaneamente”. L'inferno. Nonostante – in tanti diranno – un numero spropositato di Forestali. Circa 23 mila tra gli appena citati operatori dell'antincendio e la maggior parte, circa 16 mila, dell'ex Azienda Foreste e oggi al dipartimento dello sviluppo rurale dell'assessorato all'Agricoltura. A loro, appunto, spetterebbe il compito della prevenzione.

Una prevenzione che non ha funzionato, anche secondo i parlamentari del Movimento cinque stelle,che ricordano di aver presentato una ventina di atti ispettivi per denunciare l'assenza di “adeguati piani di gestione e manutenzione oltre che di un coordinamento delle varie autorità coinvolte per fronteggiare gli incendi legati a criticità territoriali di diversa natura”. Stessa accusa arriva dal parlamentare di Sinistra Italiana Francesco Campanella: "I boschi sono stati lasciati allo stato selvaggio - ha detto - e gli operai non sono stati mandati in tempo a causa dei ritardi nelle assunzioni".

Una ricostruzione, questa, respinta dal dirigente generale della Protezione civile, Calogero Foti: “Il sistema ha funzionato, in particolare sul piano delle comunicazioni e del coordinamento delle forze in campo. Ma eravamo di fronte a un evento di dimensioni straordinarie. Si poteva fare di più sul piano delle prevenzione? Non è il momento questo per cercare responsabili”, aggiungeva nelle ore “calde” di ieri.

Ma a puntare il dito contro la scarsa prevenzione anche la Flai Cgil: “Abbiamo sempre ribadito - dice il segretario palermitano Tonino Russo - che le attività di prevenzione non possono cominciare a dicembre, i tempi dei finanziamenti non possono decidere le sorti dei boschi. La carenza dei fondi non può dare adito a manutenzioni frammentate. Ci sono tratti di boschi in cui la manutenzione non viene fatta da troppo tempo. Le ultime assunzioni per le attività di pulizia dei viali parafuoco sono scattate solo tre settimane fa”. E solo l'altroieri, così come previsto dalla legge, sono iniziate le attività dell'antincendio. In maniera assai graduale, a dire il vero, perché nonostante l'annunciato arrivo delle temperature roventi, i forestali sono stati impegnati, nel primo giorno di lavoro, in attività... di formazione.

E nonostante la Sicilia pochi giorni fosse stata investita da una terribile ondata di incendi nell'Isola di Pantelleria. Un campanello d'allarme forse in parte ignorato. “Da mesi, - la denuncia del sindacato Uila - e in maniera pressante, chiediamo di predisporre interventi antincendio. La Regione, però, è stata troppo distratta e come sempre occupata nei soliti giochi di potere”. E adesso Crocetta grida contro gli “atti criminali”. Che sono sotto gli occhi di tutti. Ma non vede gli errori, i ritardi, le inefficienze del suo 

17 Giugno 2016
http://livesicilia.it/2016/06/17/la-sicilia-brucia-per-gli-incendi-ecco-di-chi-e-la-colpa_759873/







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