LO STUDIO / LA FLAI CGIL PROPONE LA "FLESSIBILITÀ IN USCITA" PER ACCELERARE L'ESODO. E CHIEDE L'IMPIEGO NELLE RISERVE
Cinquemila forestali in pensione nel giro di cinque anni
Leader
Tonino Russo segretario siciliano della Flai-Cgil
il sindacato del settore agroindustriale
Più di un forestale su cinque sarebbe già potuto andare in pensione se
non ci fosse stata la riforma Fornero. E ci andrà comunque nell'arco dei
prossimi cinque anni, con un risparmio per le casse pubbliche che si
può calcolare in circa cinquanta milioni. Perché fra i 24.160 forestali
in servizio nell'Isola, secondo le stime della Flai-Cgil, ce ne sono
oltre cinquemila con più di 62 anni: per loro, però, l'uscita dal bacino
potrebbe addirittura essere immediata se passasse il punto della
riforma delle pensioni che inserisce i lavoratori agricoli nelle
categorie che hanno diritto alla "flessibilità in uscita". Per quelli
che restano, la Fiai lancia oggi dalla Tenda rossa allestita stamattina
davanti al teatro Massimo di Palermo la proposta elaborata con Fai-Cisl e
Uila-Uil per valorizzare il settore: una proposta che passa da
iniziative già finite sul tavolo, come l'ampliamento dei boschi
siciliani e l'uso dei forestali nelle riserve, ma anche idee più
innovative come la realizzazione di sottoprodotti del legno. «Ad
esempio — spiega il segretario della Fiai, Tonino Russo — le nostre
aziende vinicole comprano i tappi in Austria, mentre potrebbero essere
sfruttate le sugherete di Calatafimi e delle Madonie. Lo stesso vale per
le caldaie: usando la biomassa negli ospedali, nelle scuole e negli
uffici pubblici si può risparmiare sull'energia e inquinare di meno».
Al momento per i forestali si spendono 250 milioni all'anno. Solo 1.421
sono stati assunti a tempo indeterminato: ce ne sono poi altri 5.161 che
lavorano 151 giorni all'anno, 9.788 attivi 101 giorni e 7.946 all'opera
78 volte all'anno. Almeno sulla carta: «A seguito delle sempre più
scarse risorse finanziarie disponibili — afferma Russo, che oggi
presiederà l'iniziativa del Massimo, alla quale parteciperanno fra gli
altri il sindaco Leoluca Orlando, il segretario provinciale della Cgil
Enzo Campo e quello nazionale delmomento i boschi propriamente detti
coprono 256 mila ettari, l'11 per cento del territorio siciliano, mentre
l'obiettivo dichiarato da Fai, Fiai e Uila è arrivare al doppio. Anche
per evitare che i soldi spesi per i forestali diventino fini a se stessi: di spesi
per i forestali diventino fini a se stessi: «II lavoro dei forestali
avviati a dicembre senza una programmazione — taglia corto Russo — è
assistenzialismo. Dalla nostra proposta può scaturire un Piano
quinquennale dell'ambiente». Cinque anni, del resto, sono proprio il
tempo massimo che serve per avviare alla pensione il 20 per cento del
comparto. Un bacino che dal 1996 non viene alimentato: all'epoca i
lavoratori furono inseriti nei contingenti garantiti a condizione che
avessero un'anzianità minima di tré anni, e quindi adesso ciascuno di
loro ha almeno 23 anni di contributi. Ð risultato si è visto nell'ultimo
decennio: dal 31 dicembre 2005 al 31 dicembre 2015 sono usciti dalla
categoria 10.992 forestali. D risparmio si coglie a vista d'occhio: solo
negli ultimi cinque anni il taglio è stato di 130 milioni, e quest'anno
la trattativa con Roma ne tiene congelati 71, ai quali si sommano altri
69 di provenienza regionale e 110 da fondi nazionali ed europei. Soldi —
è la tesi dei sindacati — che potrebbero essere utilizzati per far
girare l'economia.
Il segretario Tonino Russo "Potrebbero produrre
tappi sfruttando le sugherete di Calatafimi e delle Madonie"
26 Maggio 2016
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