Corpo Forestale R.S. ed ASP Enna bloccano macellazione clandestina ad Aidone
Intervento degli agenti del Nucleo Operativo Provinciale del Corpo
Forestale R.S., in collaborazione con il personale veterinario
dell’A.S.P. di Enna, nella giornata del 18 maggio, è stata bloccata
un’attività di macellazione clandestina, che si stava consumando presso
un’abitazione privata nel comune di Aidone.
Il Nucleo Operativo Provinciale del Corpo Forestale, nel corso di una più ampia attività di controllo a tutela della sicurezza ambientale ed agro-alimentare, disposta di recente dal dott. Salvatore Bonsangue, capo dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Enna, ha effettuato un controllo presso un’abitazione nel comune di Aidone, di un soggettoo T.G. di anni 53, tra l’altro titolare anche di un noto esercizio commerciale per la vendita di carni macellate nel medesimo comune e presso un’azienda a vocazione zootecnica di un parente, C.V. di anni 46, nell’ambito del quale ha accertato un episodio di macellazione clandestina a danno di un bovino adulto pervenuto nella predetta abitazione già morto.
Durante l’attività ispettiva, condotta unitamente al personale del Servizio di Prevenzione e Igiene dell’A.S.P. di Enna, sono stati ispezionati, gli ambienti della predetta abitazione, dove è stata rinvenuta, all’interno di una cella frigorifera, la carcassa di un bovino adulto sezionata in quattro parti.
A fare insospettire gli investigatori è stato il mancato riscontro, sui quarti dell’animale, della timbratura sanitaria e l’assenza di documentazione attestante la tracciabilità dell’animale. Questa circostanza ha portato ad effettuare ulteriori indagini, dalle quali è emerso che il bovino abbattuto proveniva proprio dall’allevamento dell’azienda del C.V..
Dalle verifiche eseguite, infatti, condotte attraverso un riscontro capillare di tutti gli animali presenti in stalla e tramite la mappatura dei microchip, è stata accertata la mancanza del predetto bovino; l’animale, a seguito di un parto complicato (circostanza che è ancora al vaglio degli investigatori), era stato abbattuto e macellato in modo clandestino all’interno dell’azienda stessa, per poi essere trasportato e riposto nella cella frigorifera del T.G., probabilmente per essere selezionato e destinato al consumo umano..
La pazienza investigativa su piste che si seguono, sia per segnalazioni ricevute da privati cittadini, che di propria iniziativa, ha ripagato gli opetarori di P.G., consentendo di cogliere l’indagato, nella flagranza di reato ed all’interno della propria abitazione, mentre era intento a selezionare le carni.
L’animale e la struttura, costituita da una cella frigorifera di m. 2,50 x 1,50, sono stati sottoposti sotto sequestro preventivo, allo scopo di assicurare le fonti di prova all’autorità giudiziaria ed avitare al contempo che le carni venissero successivamente commercializzate nell’attività commerciale di cui uno degli indagati risulta essere titolare.
Sul bovino già suddiviso in quattro pezzi, sono stati posti dei sigilli, per cui nei giorni a seguire, secondo qunto disposto dal Sot. Proc. Dott. Giovanni Romano, titolare delle indagini, saranno effettuati dei prelievi per poi essere sottoposti ad analisi di laboratorio, allo scopo di scongiurare possibili diffusione di patologie tipiche della razza.
Ad onor del vero, dichiara il comandante del N.O.P., occorre comunque sottolineare che l’attività di controllo direzionata anche nei confronti dell’esercizio commerciale e dell’azienda zootecnica di provenienza del bovino, non ha restituito elementi tali da far emergere preoccupazione di carattere sanitario per la salute dei consumatori. Infatti le carni presenti all’interno della macelleria sono risultate tutte in regola con i controlli sanitari imposti dalla filiera normativa di riferimento ed inoltre l’azienda di provenienza del bovino era stata da poco, sottoposta ai controlli veterinari, senza che in essa si siano riscontrate malattie di nessun genere: Il titolare risulta infatti di cerificazione sanitaria di azienda ufficialmente indenna.
Allo stato di fatto, pur escludendo pregiudizi per la salute pubblica, i due soggetti, in concorso tra loro, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria ed agli stessi sono state contestate violazioni di carattere amministrativo per diverse migliaia di euro.
(foto di repertorio)
Il Nucleo Operativo Provinciale del Corpo Forestale, nel corso di una più ampia attività di controllo a tutela della sicurezza ambientale ed agro-alimentare, disposta di recente dal dott. Salvatore Bonsangue, capo dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Enna, ha effettuato un controllo presso un’abitazione nel comune di Aidone, di un soggettoo T.G. di anni 53, tra l’altro titolare anche di un noto esercizio commerciale per la vendita di carni macellate nel medesimo comune e presso un’azienda a vocazione zootecnica di un parente, C.V. di anni 46, nell’ambito del quale ha accertato un episodio di macellazione clandestina a danno di un bovino adulto pervenuto nella predetta abitazione già morto.
Durante l’attività ispettiva, condotta unitamente al personale del Servizio di Prevenzione e Igiene dell’A.S.P. di Enna, sono stati ispezionati, gli ambienti della predetta abitazione, dove è stata rinvenuta, all’interno di una cella frigorifera, la carcassa di un bovino adulto sezionata in quattro parti.
A fare insospettire gli investigatori è stato il mancato riscontro, sui quarti dell’animale, della timbratura sanitaria e l’assenza di documentazione attestante la tracciabilità dell’animale. Questa circostanza ha portato ad effettuare ulteriori indagini, dalle quali è emerso che il bovino abbattuto proveniva proprio dall’allevamento dell’azienda del C.V..
Dalle verifiche eseguite, infatti, condotte attraverso un riscontro capillare di tutti gli animali presenti in stalla e tramite la mappatura dei microchip, è stata accertata la mancanza del predetto bovino; l’animale, a seguito di un parto complicato (circostanza che è ancora al vaglio degli investigatori), era stato abbattuto e macellato in modo clandestino all’interno dell’azienda stessa, per poi essere trasportato e riposto nella cella frigorifera del T.G., probabilmente per essere selezionato e destinato al consumo umano..
La pazienza investigativa su piste che si seguono, sia per segnalazioni ricevute da privati cittadini, che di propria iniziativa, ha ripagato gli opetarori di P.G., consentendo di cogliere l’indagato, nella flagranza di reato ed all’interno della propria abitazione, mentre era intento a selezionare le carni.
L’animale e la struttura, costituita da una cella frigorifera di m. 2,50 x 1,50, sono stati sottoposti sotto sequestro preventivo, allo scopo di assicurare le fonti di prova all’autorità giudiziaria ed avitare al contempo che le carni venissero successivamente commercializzate nell’attività commerciale di cui uno degli indagati risulta essere titolare.
Sul bovino già suddiviso in quattro pezzi, sono stati posti dei sigilli, per cui nei giorni a seguire, secondo qunto disposto dal Sot. Proc. Dott. Giovanni Romano, titolare delle indagini, saranno effettuati dei prelievi per poi essere sottoposti ad analisi di laboratorio, allo scopo di scongiurare possibili diffusione di patologie tipiche della razza.
Ad onor del vero, dichiara il comandante del N.O.P., occorre comunque sottolineare che l’attività di controllo direzionata anche nei confronti dell’esercizio commerciale e dell’azienda zootecnica di provenienza del bovino, non ha restituito elementi tali da far emergere preoccupazione di carattere sanitario per la salute dei consumatori. Infatti le carni presenti all’interno della macelleria sono risultate tutte in regola con i controlli sanitari imposti dalla filiera normativa di riferimento ed inoltre l’azienda di provenienza del bovino era stata da poco, sottoposta ai controlli veterinari, senza che in essa si siano riscontrate malattie di nessun genere: Il titolare risulta infatti di cerificazione sanitaria di azienda ufficialmente indenna.
Allo stato di fatto, pur escludendo pregiudizi per la salute pubblica, i due soggetti, in concorso tra loro, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria ed agli stessi sono state contestate violazioni di carattere amministrativo per diverse migliaia di euro.
(foto di repertorio)
22 Maggio 2016
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