I forestali costano 260 milioni, la Regione ne incassa quattro
“I forestali siciliani possono diventare una ricchezza
nell’impiego produttivo del territorio e delle foreste dell’Isola”,
sostiene la Cgil. “Oggi si spendono 260 milioni l’anno in Sicilia per il
sistema forestale e se ne incassano appena 4. Occorre intervenire
subito per fare diventare produttivo il settore”.
Sono i calcoli della Flai scesa in piazza Verdi a Palermo
per svolgere il suo ruolo di sindacato di strada, a contatto con i
lavoratori, con una delle 20 tende rosse attualmente in giro per
l’Italia, per chiedere un’inversione di rotta sul tema dell’ambiente.
La Flai, nel corso dell’iniziativa, ha presentato la proposta unitaria
di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil di riordino del settore attraverso
l’adozione di un testo unico per fondare un nuovo e sinergico sistema
agro-ambientale-forestale fondato sulla tutela delle biodiversità del
territorio boschivo, sulla lotta agli incendi, sull’ampliamento della
superficie boschiva, sulla diversificazione produttiva e sull’uso
plurimo dei boschi (in termini paesaggistici, ricreativi e produttivi),
sulla lotta alla desertificazione e al dissesto idrogeologico.
Il sindacato chiede alla Regione di dare risposte in tempi brevi
su un Piano per l’Ambiente, perché insieme al dissesto idrogeologico,
in una Sicilia col 70 per cento del territorio a rischio frane, si pensi
pure alla salvaguardia della professionalità del lavoratore forestale.
“La grande maggioranza dei 24 mila forestali siciliani svolge 78
giornate, guadagna 4.500 nell’arco di un anno. E tanti altri fanno solo
101 ore – ha detto Enza Pisa, della segreteria Flai Cgil di Palermo
nella sua relazione – Gli assunti a tempo indeterminato sono appena
1.400. La Sicilia spende le stesse somme della Calabria, che ha 7 mila
lavoratori a tempo indeterminato. Da noi invece si cerca di sparare su
questi lavoratori, per cercare un capro espiatorio. Si deve capire che
l’intervento sull’ambiente non è assistenzialismo”.
La Flai lancia anche l’allarme sui parchi, dopo le ultime indagini
che hanno svelato nel parco dei Nebrodi gli interessi della mafia nella
gestione dei terreni pubblici, con l’appropriazione dei fondi della
comunità europea. “I nostri parchi non devono stare nelle mani della
mafia, che fa affari con i fondi europei. Il territorio deve essere
salvaguardato e valorizzato per lo sviluppo della Sicilia – sostiene il
segretario Flai Cgil Tonino Russo – I forestali, troppo spesso attaccati
dall’opinione pubblica, possono svolgere un ruolo fondamentale. E con
loro i lavoratori dell’Esa e dei consorzi di bonifica. Chiediamo alla
Regione di aprire un confronto sulle nostre proposte per una
riconversione produttiva dei boschi”.
La riconversione in senso produttivo del settore deve puntare,
secondo i sindacati, sull’implementazione della filiera del legno e
dell’energia sostenibile, sulla valorizzazione di parchi e riserve.
“Chiediamo che la forestazione diventi il punto di riferimento di una
nuova occupazione – ha aggiunto il segretario Cgil Palermo Enzo Campo –
Non si può ogni anno trovare le risorse a dicembre per l’avvio del
lavoro dei forestali. Siamo i primi a contestare questa forma di
assistenzialismo ideologico. L’esercito dei forestali non è un baraccone
elettorale ma una forza essenziale per lo sviluppo e la crescita della
Regione. Invece oggi sono come i lavoratori di Almaviva: anche loro sono
occupati in un lavoro povero”.
“Se entro il 15 giugno 2015 l’intesa Stato-regione non libererà i 500 milioni di euro
di risorse previste dalla finanziaria 2016, la Sicilia si bloccherà. E
dentro ci sono pure le risorse per la manutenzione dei boschi e la
prevenzione degli incendi – ha avvisato il segretario regionale della
Flai salvatore Tripi – Per il settore forestale la spesa è stata
dimezzata: fino al 2012 la Regione spendeva 450 milioni, l’anno scorso
la spesa è scesa a 260 milioni. Ma chiediamo l’inversione, per puntare
sulle biomasse e sull’energia sostenibile, sull’utilizzo turistico e
ricreativo del sistema della riserve. Alla Sicilia manca un progetto per
rinnovare l’Isola”.
All’incontro sono intervenuti il sindaco Leoluca Orlando,
il docente di Silvicoltura dell’Università di Palermo Donato S. La Mela
Veca, la geologa Chiara Cappadonia. Ha concluso il segretario nazionale
Flai Cgil Giovanni Mininni. “Il sindacato di strada – ha affermato – ha
incontrato i forestali, ma anche il mondo accademico, delle
professioni, dell’ambientalismo. Un confronto proficuo, perché insieme
possiamo elaborare una piattaforma con un’idea di salvaguardia del
paesaggio da presentare agli amministratori. La forestazione in Sicilia
può essere importante volano di sviluppo, un punto di riferimento per le
forestazioni delle altre regioni d’Italia, che stanno anche peggio”.
All’incontro hanno partecipato dirigenti del Dipartimento foreste,
lavoratori forestali e la classe terza M dell’istituto agrario
Martorana”.
27 Maggio 2016
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