Valle dei Templi quel terreno svenduto ai privati
La Regione apre un'indagine sulla cessione di 50 beni a partire dal caso di Agrigento
di ANTONIO FRASCHILLA
La prima revoca è scattata ieri, ma si annunciano molte sorprese dall'ispezione avviata dalla Regione su cinquanta compravendite senza evidenza pubblica di terreni e beni demaniali a privati in giro per l'Isola, da Stromboli ad Agrigento, da Furnari a Porto Empedocle. Terreni della Regione venduti a prezzi non proprio di mercato. Terreni, in alcuni casi, ricadenti anche in aree archeologiche e ceduti ad alberghi come accaduto ad Agrigento, nel cuore della Valle dei Templi.
Nei giorni scorsi la trasmissione televisiva delle Iene ha raccolto la denuncia del sindaco di Furnari, Mario Foti, il primo a sollevare il caso dell'anomalia di alcune compravendite di terreni demaniali. Una seconda denuncia era arrivata lo scorso anno dal candidato sindaco di Agrigento, Giuseppe Di Rosa.
Da qui l'ispezione della Regione, accelerata dopo la trasmissione delle Iene, che ha portato al riconoscimento di «gravi errori» nella vendita dei terreni. E lo scandalo rischia di allargarsi, visto che al momento è stato verificato fino in fondo una particolare compravendita, forse la più eclatante.
Ad Agrigento la Regione ha ceduto un pezzo del giardino di Villa Genuardi, nel cuore della Valle dei Templi e sede della Soprintendenza, alla società che gestisce un l'albergo attiguo, l'hotel Valle dei templi. La società si chiama Tas e fa riferimento allo studio legale Sinastra, suocero del deputato nazionale di Forza Italia, Riccardo Gallo Afflitto. Accade che nel 2013 il demanio cede alla Tas 4 mila metri quadrati di terreno. Una parte ricade in zona non vincolata, ma una parte di questo terreno ricade all'interno dell'area archeologica ed è assolutamente inalienabile per legge. Costo della compravendita, circa 10 mila euro. Ieri il dirigente del dipartimento Finanze Giovanni Bologna ha avviato il procedimento di revoca della vendita che inspiegabilmente era stata autorizzata dall'ufficio competente tre anni fa. «Questo è solo l'inizio — dice il dirigente Bologna — adesso avvieremo le verifiche su tutte le compravendite fatte in questi ultimi tre anni, sono circa cinquanta e vedremo se ci sono errori e quanto sono gravi. Nel caso di Agrigento siamo intervenuti in maniera tempestiva».
L'altro caso sollevato dalle Iene riguarda invece il Comune di Furnari. «Ho presentato già lo scorso anno una denuncia per la vendita di un terreno di all'interno di un parco urbano e a due passi dal mare — dice il sindaco Foti — si tratta di un'area di 20 mila metri quadrati venduta ad appena 4 mila euro, a fronte di una valutazione fatta negli anni Novanta dall'Intendenza di finanza di Messina pari a 300 milioni delle vecchie lire. Questa vendita è avvenuta a privati senza alcuna trasparenza e bando pubblico. Per me si tratta di una svendita gravissima perché la Regione ha ceduto un'area a due passi dal mare per 0,18 euro a metro quadro. Vi pare una valutazione di mercato attendibile?». Nella denuncia presentata in procura a Messina si fa riferimento anche a valutazioni fatte dal genio civile dopo l'avvio della vendita del terreno e da parte di dirigenti in presunto conflitto d'interessi.
Di certo c'è che il caso sollevato dal sindaco Foti può essere solo la punta dell'iceberg di un sistema «parallelo»: «Penso che in questi anni ci sia stato un mercato parallelo e nascosto sulla vendita di tanti terreni demaniali». Negli ultimi anni sono stati venduti quattro terreni a ridosso del mare a Poro Empedocle a proprietari di villette limitrofe, il tutto per importi che variano da 12 mila ai 50 mila euro. A Stromboli, dove i terreni in vendita sono pochissimi e hanno prezzi a dir poco elevati, è stato venduto un terreno regionale sul mare ad appena 38 mila euro.
Qualcosa sembra davvero non tornare in una gestione che comunque non ha visto alcun bando pubblico della Regione in materia.
La legge prevede per beni di valore inferiore ai 400 mila euro la possibilità di trattative private, ma almeno l'informazione che si sta per vendere un bene pubblico dovrebbe essere pubblicizzata. Su tutta questa partita ha adesso acceso i riflettori il dirigente generale Bologna, che ha costituito un nucleo ispettivo: «Mi sono insediato da meno di un anno e stiamo adesso approfondendo su quanto accaduto negli anni passati — dice Bologna — faremo verifiche puntuali caso per caso. Anche se posso dire che alcune vicende che hanno avuto ampio risalto mediatico non sembrano registrare alcuna illegittimità. Ma vedremo».
Rimane una domanda: ma in questi anni come è stato possibile vendere così tanti terreni, alcuni dei quali in riva al mare e in aree archeologiche tra le più importanti del mondo, senza che nessuno ne sapesse nulla se non i diretti interessati?
08 Aprile 2016
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