Siti archeologici aperti nelle feste, ma poche risorse.
L'eccezione Valle dei Templi: abbonamenti ed eventi
Cultura e spettacoli – Il 25 aprile, l'1 maggio e il 2 giugno nell'Isola - tranne in alcuni casi a Catania - i siti che dipendono dalla Regione saranno visitabili. Non senza difficoltà. Spicca il caso Agrigento, unico parco ad avere autonomia finanziaria, per cui gli incassi vengono spesi per la gestione. Con ottimi risultati
Salvo Catalano
Aperti, nonostante tutto. I siti archeologici e culturali regionali non chiuderanno durante le festività imminenti, con l'eccezione di Catania dove l'anfiteatro romano, le Terme della Rotonda e quelle dell'Indirizzo resteranno inaccessibili fino al 15 maggio, perché l'appalto per le pulizie non è stato ancora assegnato. Novemila euro per tutto l'anno sono le risorse finanziarie assegnate dalla Regione al museo interdisciplinare etneo.
Non va molto meglio al sito più visitato dell'Isola, il teatro greco di Taormina. «Soldi per la gestione ordinaria non ne arrivano dall'anno scorso - spiega Maria Costanza Lentini, direttrice dell'ente che ha competenza anche sull'area archeologica di Naxos e sul museo naturalistico dell'Isola Bella -. La manutenzione del verde? Non la facciamo o la facciamo ai minimi termini. Ma 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno siamo aperti, ci strozzerebbero se chiudessimo. L'1 maggio è anche la prima domenica del mese, quindi l'ingresso è gratuito». Idem per gli altri siti, grazie a una direttiva del ministero ai Beni culturali.
Chi, invece, afferma di non avere problemi di carattere finanziario è Giuseppe Parello, direttore del parco archeologico di Agrigento. «La nostra situazione è particolare - precisa il dirigente - perché abbiamo l'autonomia finanziaria. Gli incassi che prendiamo restano qui, solo un dieci per cento viene destinato, secondo quanto stabilito dall'ultima finanziaria, alla gestione del centro congressi di Agrigento». Autonomia che ha permesso alla valle dei Templi di restare aperta 365 giorni all'anno. «Quest'anno abbiamo anche lanciato gli abbonamenti annuali - continua Parello - in tre mesi ne sono stati sottoscritti 108. Saranno pure beni dell'umanità, ma devono anche essere l'orgoglio della comunità. E chi vive qui non può certo pagare dieci euro a visita». Gli abbonamenti hanno un costo di 30 euro all'anno per famiglia e 20 per il singolo. E i servizi di base? Sorveglianza, guide, pulizia dei servizi igienici? «Ci costano circa due milioni di euro all'anno - sottolinea il direttore - ma fortunatamente il nostro fatturato è cresciuto dai 2,8 milioni del 2012 ai quattro milioni del 2014. Negli ultimi anni siamo riusciti a ritagliare anche 300mila euro per la manutenzione straordinaria, in modo da evitare di rendere necessari restauri milionari». Incremento reso possibile non solo dall'aumento dei visitatori, ma anche dalla novità inserita dal ministro Dario Franceschini che impone il pagamento del biglietto integrale per gli over 65.
I templi possono anche essere concessi per eventi privati in esclusiva. Come successo, non senza polemiche, per la serata organizzata da Google la scorsa estate. «Stiamo valutando altre proposte interessanti, secondo regolamento il costo per un evento è di 100mila euro». Top secret al momento i nomi dei privati. «Sono aziende internazionali», si limita a dire Parello. Potere dell'autonomia gestionale, invocata da molti responsabili dei beni archeologici siciliani e possibile nell'isola grazie a una legge regionale del 2000 che però al momento rimane inapplicata, con la brillante eccezione di Agrigento.
24 Aprile 2016
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